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sabato 27 dicembre 2008

Uto Ughi va giù duro con Giovanni Allevi

Il violinista dà voce ai tanti musicisti che si sentono offesi dal fenomeno ascolano

Qualche giorno fa’, su La Stampa, si è potuto leggere un’intervista al grande violinista Uto Ughi, il quale ha criticato aspramente il successo mediatico-commerciale del noto pianista Giovanni Allevi.
L’intervista, reperibile anche
www.lastampa.it/, illustra come in Italia si confonda facilmente la merda e la cioccolata, per dirla alla Pino Scotto, e si scorge un netto tono accusatorio verso le istituzioni e verso l’atteggiamento superbo dell’Allevi.
Su Youtube, tra i filmati del pianista ascolano, si leggono commenti come questo

“La cosa veramente triste è che gente come Allevi si fa tourneé in giro per il mondo e fa concerti senza avere preparazione ne vera originalità musicale, mentre a tutti quelli che si spaccano a studiare in un conservatorio ma hanno meno faccia di culo e dignità di Allevi nel vendersi probabilmente non verrà mai concessa l'opportunità di un concerto, nonostante avranno sicuramente più capacità tecniche.”

E altri commenti dove molta gente ringrazia platealmente Uto Ughi.
C’è chi poi accusa del peccato capitale dell’invidia Ugo Uthi, anche se questi rappresentano la minoranza sul web, nonostante il successo di Allevi.
E poi chi sostiene che nonostante la musica di Allevi non vada considerata tecnicamente musica classica, sia comunque positivo il fatto che un certo tipo di musica strumentale si sminuisca pur di arrivare al grande pubblico, evitando di rimanere un prodotto di nicchia.
Uto Ughi sembra aver dar dato voce a molta di quella gente che studia e pratica da sempre con massima serietà e dedizione la musica, facendo notare che il successo non vada confuso con il talento.
E spesso in televisione si è sentito omaggiare Giovanni Allevi in modo sconsiderato, definendolo addirittura il Mozart del 2000. È un progetto discografico ben riuscito, quello costruito intorno al pianista, che ha concretizzato l’intento di far suonare Allevi in giro per il mondo.
E i detrattori, spesso, sono quelli che più ne capiscono di musica e parlare di invidia sarebbe fuori luogo. Al massimo si parlerebbe di frustrazione, poiché consapevoli del fatto che in giro c’è chi davvero ci sa fare con le note. D’altronde capita spesso nell’arte, nel giornalismo, nella letteratura, sul lavoro di vedere gente incompetente all’opera e magari anche lodata.

Francesco Favia


http://cronachefrancescofavia.blogspot.com/



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