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domenica 25 ottobre 2009

Si ferma al distributore per gonfiare la bambola gonfiabile

Un arzillo pensionato segue l'esempio del coetaneo Berlusconi, ma le escort sono troppo care

BIELEFELD - E' una bella giornata di fine inverno, anche nei sobborghi di Bielefeld, popoloso centro della Westfalia. Le telecamere di sorveglianza di un distributore di carburante sono puntate in direzione delle pompe per evidenti questioni di sicurezza e per evitare i ladri del pieno. Mai però si era vista una cosa del genere. La videosorveglianza riprende un pensionato in bicicletta. Berretto e giacca neri l'uomo in sella sulla sua bici con un involucro sul portapacchi. Dopo qualche minuto rieccolo pedalare tranquillamente. Incredibile, ma vero, l'uomo lo si rivede passare, sempre sulla sua bici, sul piazzale del distributore... con una bambola gonfiabile in mano.
Il pensionato, infatti, si era fermato per gonfiare la sua bambola gonfiabile! Un uomo ancora senza un nome, ma che in Germania è diventato popolare, grazie alla Bild, che riporta la curiosa notizia. Interpellato dal boulevard tedesco, il portavoce della catena dei distributori di benzina ha così commentato: "Chiunque può usufruire delle nostre pompe".


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Profanata tomba di un bambino

Rubano un teschio dal cimitero per farsi un bongo per fumare marijuana

Tre ragazzi diciassettenni texani sono stati arrestati con l’accusa di aver dissotterrato uno scheletro da una area abbandonata del cimitero. Due dei ragazzi hanno già confessato. Secondo la polizia, il cadavere profanato sarebbe quello di un ragazzino di 11 anni morto negli anni ‘20.
La scoperta della profanazione è stata fatta dalla polizia mentre indagava su uno dei ragazzi per l’utilizzo di una carta di credito rubata. I ragazzi si sono giustificati con lo stato di completo abbandono in cui si trovava la tomba: la lapide era abbattuta, e la tomba conteneva oltre un metro d’acqua, tanto è vero che la polizia non è riuscita a verificare immediatamente se la bara fosse stata aperta in tempi recenti o meno.

Da http://abcnews.go.com/


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lunedì 19 ottobre 2009

Mal di testa, incubo dei mariti

Ecco come fregare vostra moglie

Il marito si presenta dalla moglie con un bicchiere d'acqua e
un'aspirina.
La moglie: 'Ma caro, non ho mal di testa'.
'Ah, fregata! Stasera si tromba!'
Da Facebook

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Incidente in hotel

Morbido impatto, dura reazione

In hotel: Un tipo urta il seno d'una signora.
Lui:
"Se ha il cuore morbido come il seno
saprà perdonarmi.
Lei:
"Se ha l'uccello duro come il gomito, stanza 241.

Da Facebook


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Cos'è la politica?

Parabola tratta dal web sul vero significato della politica

Un bambino domanda al padre:"Papà che cos'è la politica?"
Il padre risponde facendogli un esempio:
* Io porto a casa i soldi, quindi sono il CAPITALISMO
* Tua madre gestisce il denaro, per cui è il GOVERNO
* Il nonno controlla che tutto sia regolare, quindi è il SINDACATO
* La nostra cameriera è la CLASSE OPERAIA
* Noi tutti ci preoccupiamo solo che tu stia bene. Perciò tu sei il POPOLO
* E il tuo fratellino che porta ancora il pannolino, è il FUTURO.

Hai capito figlio mio?

Il bambino ci pensa su e dice a suo padre che vuole dormirci sopra per capire bene.
Nella notte però il bambino viene svegliato dal fratellino piccolo che piange perchè ha sporcato il pannolino.
Visto che non sa cosa fare, va nella camera dei suoi genitori.
Lì c'è solo sua madre che dorme profondamente e lui non riesce a svegliarla.
Così va nella camera della cameriera, dove trova il padre che se la spassa con lei, mentre il nonno sbircia dalla finestra!!
Tutti sono così occupati che non si accorgono della presenza del bambino.
A questo punto decide di tornare a dormire.

Il mattino dopo il padre chiede se ora sa spiegargli in poche parole che cos'è la politica.
"Sì" risponde il figlio:
"Il CAPITALISMO approfitta della CLASSE OPERAIA, il SINDACATO sta a guardare, nel frattempo il GOVERNO dorme, il POPOLO viene completamente ignorato e il FUTURO è nella merda.
Dal web

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domenica 11 ottobre 2009

Il nuovo portale per chi cerca e offre lezioni-private

Il servizio è gratuito, iscriviti ora!

E' nato www.lezioni-private.net, il nuovo portale per chi cerca e offre lezioni private. Attraverso il sito offriamo i migliori servizi per la ricerca e la pubblicazione dei vostri annunci su lezioni private individuali, sostegno per i compiti a casa, lezioni per gruppi di studenti. Inoltre potete trovare o offrire lezioni private di musica, di lingue straniere e molto altro ancora. Cercate lezioni private nella vostra provincia o tra i profili dei docenti e fatevi contattare dall'insegnante! Tra i servizi offerti anche la possibilità di ricerca in base al prezzo e alle fasce orarie in cui si svolgono le lezioni.


Per gli Studenti

Il sito offre diversi servizi volti a soddisfare le esigenze degli studenti. Tra questi la possibilità di cercare nel sito gli annunci sulla base di diversi criteri tra cui il prezzo, la disponibilità per lezioni a domicilio, le materie insegnate, le provincie e i comuni di interesse, i giorni e gli orari di disponibilità dell'insegnante, e tanto altro ancora. E' inoltre possibile visualizzare le informazioni relative all'insegnante e al luogo in cui si svolgono le lezioni.

Per gli Insegnanti


Per chi vuole valorizzare le proprie conoscenze ed aumentare la propria professionalità il sito mette a disposizione un efficiente ed intuitivo sistema di gestione del proprio account e delle proprie informazioni. Registrandovi al sito e iscrivendovi come insegnante potrete pubblicare i vostri annunci e decidere quali informazioni rendere disponibili agli utenti interessati al vostro profilo. Il sistema inoltre garantisce la privacy e il completo anonimato fino al momento del vostro contatto con lo studente!

www.lezioni-private.net
, il portale italiano di chi cerca e offre lezioni private

Per comunicazioni e informazioni contattare gli amministratori all'indirizzo email info@lezioni-private.net



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sabato 10 ottobre 2009

La forza dell'amore

Coppia sequestrata nella propria abitazione da un evaso

Un prigioniero riesce, dopo 15 lunghi anni, a evadere dal carcere.
Come prima cosa, decide di irrompere in una casa per procurarsi dei vestiti nuovi, qualcosa da mangiare e magari un arma.
Entra nella prima casa che gli capita e ci trova una giovane coppia nel letto.
Ordina all'uomo di uscire dal letto e lo lega a una sedia; si rivolge poi alla giovane donna e la lega al letto, dopodichè le si avvicina, la bacia sul collo e corre in bagno.
Il marito si piega in avanti e sussurra alla moglie: "Dai vestiti che indossa, si direbbe che il tipo è appena scappato da prigione, e sicuramente sono anni che non fa l'amore con una donna.
Ho visto come ti ha baciata sul collo, sicuramente vuole fare sesso con te.
Qualunque cosa succeda, non opporre resistenza e permettigli tutto quanto ti chieda, soddisfalo.
So che fa abbastanza schifo, ma sembra un tipo pericoloso, ed è l'unico modo per uscirne illesi.
Sii forte amore, ti amo sopra ogni cosa!"
La donna risponde: "Non mi ha baciata sul collo! Mi ha sussurrato nell'orecchio che è gay e ti trova dolcissimo.
Poi mi ha chiesto della vaselina, e gli ho detto che sta in bagno.
Sii forte amore, ti amo anch'io!"


Barzelletta abbastanza nota, tratta in questo caso da Facebook

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domenica 20 settembre 2009

La tragedia del sopravvivere

Quattro morti al giorno sul lavoro, non succede nulla. Sei militari morti, tutti in lutto?

Leggo sul sito de “L’Unità” un articolo che mi inquieta non poco. “Laureato, perde il posto da muratore e si uccide” Vi riporto un passo di questa notizia “L'uomo, che fino al 2000 ha lavorato come vigilantes in un istituto di sicurezza, da otto anni si arrangiava con lavori saltuari, contratti a tempo determinato presso il Comune e presso alcune ditte in attesa della chiamata per l'insegnamento. Ieri l'epilogo di una situazione economico-finanziaria e psicologica ormai devastante: la ditta, dove era impiegato come muratore da un paio d'anni, ha comunicato al quarantanovenne che da lunedì non avrebbe più lavorato.”
L’uomo che ha lasciato, oltre la moglie, due bambini di sei e tre anni, era laureato in Matematica e Fisica. La morte fa parte della vita, ma al sottoscritto dispiace molto più questa tragedia umana, di una persona che non riesce a tener testa alla vita, che altri tipi di tragedie, magari legate a conflitti bellici. Nessuno nei Paesi industrializzati è costretto a partire per certe missioni, chi ci va è consapevole che potrebbe incappare in un atroce destino. E non mi venite a dire che chi parte in certe terre, lo fa per la famiglia, perché mio padre è sempre stato lontano dai propri cari per portare qualche soldo in più, ma non è mai andato in guerra. Soldatini, vi piace giocare alla guerra, perché non provate ad imbarcarvi sui pescherecci come mio padre? Perché non andate a mangiare la polvere in qualche cantiere? Perché non andate a spaccarvi la schiena in qualche supermercato o in qualche ditta di trasporti? Non vi dico di mettervi sui libri, perché se non hai la giusta conoscenza, col titolo di studio ci si pulisce solo il culo, tanto vale andare a fare gli operai e guadagnare i soldi per una propria dignitosa indipendenza.
La vita, per quel che se ne dica, è brutta. E non ci son cazzi. Fa parte della natura, lottare per sopravvivere. Lo fanno tutti gli esseri viventi, esseri umani compresi. Chi dice che la vita è bella, la confonde con la bella vita, che la fanno quelli con tanti soldi, spesso non guadagnati onestamente. Funerali di Stato per uno che è morto di vecchiaia nel lusso di Montecarlo. Fanculo! Io farei un funerale di Stato per ogni povero Cristo che muore sputando sangue sul lavoro.
La vita può essere fatta di momenti belli o piccole cose piacevoli come possono essere la solidarietà fra colleghi, l’abbraccio di un amico, fare l’amore con la donna che si ama.
Per la gran parte del tempo si soffre e pur stringendo i denti, ci si accorge che gran parte degli sforzi restano vani.
Forse bisognerebbe passare dalla parte del ragionier Casoria, come diceva Totò ne “La banda degli onesti” o forse arrendersi e farsi ammazzare dalla vita. Perché il suicidio non è una morte voluta, ma solamente una resa, ci si lascia trasportare dalla corrente della depressione, finché la vita ti scaraventa di forza in una chiassosa cascata assassina.

Francesco Favia
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Tutto sul lavoro e sulla crisi economica, leggi

martedì 25 agosto 2009

“I Sottanos”, ecco le origini di Checco Zalone

In un cast stellare, si fece notare nella serie che ridicolizzava i clan mafiosi

Telenorba, la più importante televisione locale d’Italia, che tanto locale non  è, dato che è visibile in gran parte del sud della Penisola, dal Molise alla Calabria, sta riproponendo una sit-com lanciata qualche anno fa’.
Merito di aver riunito i maggiori attori pugliesi, che non si dilettano esclusivamente in ruoli comici -si ricordi la superba interpretazione di Dino Loiacono, nei panni di un boss, nel film “Mio Cognato” , accanto ad un mostro cinematografico come Sergio Rubini-, la produzione conversanese si aspettava molto da tale lavoro.
Colma di comicità innovativa e satira intelligente, prendeva di mira la criminalità locale, spesso legata al culto dei santi, alla sottomissione delle donne, alle vendette sanguinose. Un altro aspetto che sottolineava quella serie, intitolata “I Sottanos” - facendo il verso alla celeberrima serie statunitense “The Sopranos”- era come le piccole emittenti locali, siano di proprietà o in qualche modo legate alle famiglie mafiose. D’altronde Roberto Saviano nel best seller “Gomorra” indicava come il denaro delle attività illecite viene continuamente riciclato dai malavitosi in attività pulite, spesso legate al turismo e alla ristorazione, ma a quanto pare anche il business televisivo non viene disprezzato, non solo per ricavarne profitto dalla raccolta pubblicitaria, ma anche per propagandare i loro cantanti dalle dubbie qualità artistiche, i quali spesso lanciano sottomessaggi criminosi, magari celati dalla solidarietà verso chi è in cella che soffre. Dal mio punto di vista personale, sono convinto che nelle carceri sovraffollati si stia malissimo e lo Stato debba intervenire al più presto per trovare una, seppur ardua, soluzione, ma canzoni come “O’ latitante”, non fanno che mitizzare certe condotte poco inclini alla legalità. Perché non cantare una canzone dal titolo “L’emigrante”, per sottolineare come tanta gente del sud, parta per il nord o all’estero per lavorare ed avere una vita dignitosa?
Io amo la musica e non faccio discriminazioni, dunque non ce l’ho con lo stile neomelodico, tant’è che trovo Nino D’Angelo, per citare un noto esempio, un artista grandioso, il quale seppur “gorgheggiando”, intona spesso versi di autentica poesia.
I testi della canzoni di certi elementi goliardici che si vedono in certe piccole emittenti, per chi non li prende sul serio, fanno scappare un sorriso. L’avrà capito Luca Medici, che proprio ne “I Sottanos” diede vita nel 2005 al personaggio di Checco Zalone, che ben presto ebbe uno strepitoso successo di scala nazionale, calcando i palcoscenici di Zelig e delle varie piazze d’Italia.
Nonostante abbia  preso spunto da Piero Scamarcio, uno dei migliori personaggi comici interpretati da Emilio Solfrizzi -prima di calarsi nei panni dell’attore impegnato- Checco Zalone era una macchietta divertentissima, uno dei punti di forza della trasmissione.
A me bastò riproporlo agli amici, cantando i testi di “Mimma” o “La ginnastica” e sculettare e muovermi come faceva il bravo Luca Medici, per scatenare le risate degli amici, che tutt’ora mi danno il merito di avergli fatto scoprire il superlativo Checco Zalone.
Quando lo si è visto a Zelig, mi sono preso un sacco di complimenti dagli stessi e francamente anch’io mi sono sentito, a quel punto, un grande scopritore di talenti.
Oggi devo dire che Luca Medici non mi fa ridere come allora. Un po’ come tutti i comici di Zelig, lo trovo ripetitivo e spero per lui che trovi presto nuovi spunti comici e che si rigeneri come i namecciani, abitanti del pianeta Namec nell’anime “Dragon Ball”, che se perdono un arto, hanno appunto il potere di rigenerarsi.
Insomma, “I Sottanos” fu una gran bella produzione, che come avete letto, oltre a lanciare il personaggio di Checco Zalone, poneva degli spunti di riflessione su certe realtà. Tra i protagonisti ricordiamo Nicola Salatino nei panni di San Nicola; Gianni Colajemma, Pinuccio Sinisi e Enzo Sarcina nei panni dei tre fratelli, boss malavitosi; Lia Cellamare e Mariolina De Fano, attrici di grande esperienza, nei panni delle donne della casa; Giacinto Lucariello, nella parte di un bambino cresciuto, è famoso per essere stato un’importante spalla ai celeberrimi Toti e Tata; altre figure importanti sono i già citati Dino Loiacono e Luca Medici e ancora Teodosio Barresi, Brando Rossi, Lucia Coppola, Tracy Fraddosio, Gemma Magistro e Pietro Ciciriello.

Ho parlato de "I Sottanos" anche con uno dei principali protagonisti della serie, ossia Pinuccio Sinisi, attore barese dalle immense doti comiche, mattatore a teatro e che vanta anche partecipazioni in pellicole di carattere nazionale. Un mito per molti ragazzi di Bari, cresciuti con le sue performance.

Pinuccio ti sto riguardando in Sottanos, sei troppo forte, mi fai troppo ridere!

Questa è una replica, e mi sembra che adesso stia avendo il successo che non ebbe quando uscì... ma sai, per le cose veramente innovative ci vuole sempre un po' di tempo prima che vengano apprezzate da tutti...


Ricordo perfettamente quando fu trasmessa la prima volta e ricordo le polemiche che furono fatte per la satira sui santi. All'epoca comunque mi piacque molto e una replica l'ho sempre attesa, ma non essendo mai arrivata, fino ad oggi almeno, credevo che fosse stata archiviata per sempre.
C’era gran parte del cast di “Medici al Capolinea”, una squadra vincente. Non ti chiedo come mai non avete fatto altre produzioni televisive, perché quel mercato è strano e difficile, per via di investimenti e non solo, ma volevo chiederti se avete lavorato ancora insieme al teatro. Mi riferisco a te, Gianni Colajemma, Teodosio Barresi, Brando Rossi e Enzo Sarcina.


A teatro, tra tutti loro, ho lavorato solo con Brando Rossi, ottimo attore di palcoscenico e grande impareggiabile spalla.. e con Michele Loprieno... anzi, a giorni, proprio con quest'ultimo, torniamo con lo spettacolo Sexyslalom...

In bocca al lupo per lo spettacolo e la nuova stagione teatrale. Da tempo vorrei vederti al teatro, ma sono sempre a corto. Una volta vidi uno spettacolo fatto da dei ragazzi, al teatro di Gianni Colajemma. Il teatro è una delle arti più interessanti senza dubbio. Spero di venirti a vedere al più presto, così magari potrò scrivere anche una recensione sullo spettacolo.

Come no... a presto, allora.


Francesco Favia

Nel video, Pinuccio Sinisi, in una delle più comiche interpretazioni della sua carriera, tratta dalla sit-com "Fuori Sede". Memorabile.






Sulla sinistra Pinuccio Sinisi, attore. Sulla destra Francesco Favia, blogger.

















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Francesco Favia
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Teletruffe in tv

Attenti a quel numero!

Gli 899 e altri numeri mangiasoldi non riguardano solo quelli pubblicizzati da donnine svestite, ma spesso sono delle vere e proprie truffe e le forze dell’ordine dovrebbero intervenire per porre fine a quest’opera criminosa che si approfitta dell’ingenuità di molta gente.
Sembra davvero assurdo cascarci, eppure c’è molta gente che pensando di vincere allettanti premi in modo facile, ci casca con tutte le scarpe. Spesso sono giochini stupidi con la soluzione a portata di mano, eppure nella presunta diretta, la gente che chiama dà risposte inverosimili.
Gente, non vi dico di non lasciarvi abbindolare, perché mi sembra difficile farsi raggirare così, ma se vi accorgete che qualcuno sta per telefonare per dare la soluzione, fermatelo prima che componga quel numero maledetto!!!

Francesco Favia


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domenica 23 agosto 2009

Fabrizio Corona fa il bullo e rischia il linciaggio

Si ripete lo scempio di certi personaggini, ma questa volta la gente reagisce

Marina di Gioiosa Jonica, Calabria. Fabrizio Corona è atteso in una di quelle tante ospitate che fanno la fortuna di certi bellimbusti. Il maestro di quest’arte senz’arte è il bulletto di periferia Costatino Vitagliano che bene ha saputo investire i suoi guadagni facili in beni immobiliari e finché campa, non avrà problemi per campare. E di recente, mi ero imbattuto anche in questo video su YouTube
Come avete visto, questa è gente arrogante, che va in escandescenza per poco. Non scrivono, non suonano, non cantano, non fanno film porno e non lavorano, ma quel po’ di notorietà che hanno, gli dà alla testa.
Io mi auguro che la gente davvero non paghi per vedere questi scarti di umanità, ma che paghino solo per divertirsi e ballare e che l’ospitata la sorbiscono giusto perché qualcuno comunque l’ha organizzata.
Sono da rimproverare comunque quelli che li salutano e gli chiedono autografi e foto da fare insieme. Forse per vantarsi di aver conosciuto non uno coglione qualunque, ma uno famoso, forse è proprio questo il motivo che spinge la gente ad accalcarsi su certe teste di bip.
Comunque se Alfieri nel video soprastante fece lo spocchioso con degli innocui ragazzini, l’irritante Fabrizio Corona, presentatosi con quattro ore di ritardo, senza nemmeno sognare lontanamente di scusarsi, risponde a tono ai fischi della gente ed ai loro cori di disprezzo. Testualmente minaccia di spaccare facce. Ovviamente si scatena il putiferio, dentro il locale, ma anche fuori.
Corona per questa volta se l’è cavata, il coniglio si è dato alla fuga scappando da un’uscita secondaria.
Gustatevi questi video e mi raccomando gente, non alimentate i conti correnti di questi avanzi di società.

Francesco Favia

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venerdì 21 agosto 2009

Gli italiani, già esasperati, s’incazzano sdegnati su Corriere.it per via di un articolo di Sergio Rizzo

“I 30mila posti che nessuno vuole” è un articolo offensivo e propagandistico, così tuonano centinaia di lettori, specchio di un’Italia a pezzi

Ieri mi sono imbattuto, tra gli articoli del Corriere.it, in uno intitolato “I 30mila posti che nessuno vuole”, scritto da Sergio Rizzo. In sostanza parla di come nonostante la crisi, le piccole imprese artigianali necessitano di manodopera, che faticano a trovare. Ci sono una serie di numeri, dati e statistiche a cura della Confartigianato che ha sviluppato un’inchiesta nel mercato del lavoro.
I risultati di tale indagine mi sembrano parecchio relativi. Per quanto siano decuplicati i laureati oggi, molti ragazzi sia al nord che al sud, hanno lasciato gli studi per imparare “il mestiere”. Certo, oggi come oggi, con l’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico, molti meno ragazzi vanno in bottega ad apprendere sul campo una professione. Il diploma è come la licenza media di un tempo, ma a 18-20 anni, nessuno vuole sacrificarsi, andando a lavorare per due soldi, nonostante abbia la possibilità di acquisire delle competenze. Nell’era del consumismo sfrenato, dettato da tecnologia e status dell’apparire, della simbolica paga del “padrone”, l’apprendista non sa che farsene. Ecco che poi, soprattutto nel nord Italia, ditte di impianti e di ristrutturazione edile sono di proprietà degli immigrati, quelli onesti, che con sacrifici e sudore, hanno fatto fortuna nel Belpaese, alimentando il fuoco del luogo comune che vuole che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani.
E’ anche vero, che la maggior parte di questi artigiani, italiani o no, non sempre offrono dei contesti lavorativi accettabili e non solo sotto l’aspetto economico, che comunque il lavorante, poi, risolve spesso mettendosi in proprio. Su questo punto si battono i cittadini, sostenendo che gli italiani non vogliono fare più gli operai, perché per nemmeno mille euro al mese, non vale la pena spaccarsi la schiena.
Molti titolari di piccole, medie imprese, crisi a parte, sono delle vere e proprie carogne, l’esperienza della gente, me compresa, parla chiaro, ma io sono dell’opinione che sta a noi stringere i denti e rubare “il mestiere”, per poi non farci “rubare il lavoro” dagli immigrati.
Comunque quello che ho trovato interessante sono stati i commenti a quell’articolo, che ha acceso un vero e proprio fuoco di contestazioni, uno specchio di un’Italia incazzata, che non sa più come andare avanti, piena di rimpianti e di rancori.
Tra i tanti, ho raccolto i più interessanti. Ve li riporto, sperando che per il Corriere della Sera non sia un problema, qualora lo fosse, basterà mandarmi una mail e mi impegnerò a rimuoverli al più presto.

knowlittle sulla laurea sostiene
“Come me molti l'hanno presa solo perche' spinti dai genitori e cresciuti nella cultura del "mio figlio e' dottore"! In realta' manca la cultura del lavoro, a 16-18 anni nessuno sa come stanno le cose nel mondo reale. Laurearsi in Chimica o Chimica e Tecnologia farmaceutica quando l'industria chimica e farmaceutica non esistono in Italia e' solo uno spreco di tempo e denaro. Da laureato direi a mio figlio di farsi un corso specifico in elettrotecnica, oreficeria o idraulica. Invece di pagargli le tasse universitarie, l'affitto e i libri per 5 anni, lo aiuterei ad aprirsi un laboratorio e avere una sua attivita'. Ai genitori che leggono e che solo sperano nel poter dire un giorno "mio figlio e' dottore" ricordo che probabilmente i loro figli troveranno lavoro in Germania o Inghilterra (se non USA) e torneranno a case due settimane all'anno come me. Per quelli che invece rimangono in Italia, c'e' sempre l'opzione dei call centers. Pero' ci si puo' gonfiare il petto e camminare a testa alta per strada dicendo "mio figlio e' dottore".”

Galileo F451
“Il problema vero, di cui l'articolo non parla, è che queste aziende le persone le vogliono già con esperienza nel settore, non gli interessa gente che a causa della crisi si inventa idraulico o falegname dall'oggi al domani. In genere non investono in formazione, e se lo fanno preferiscono farlo su una persona giovane all'inizio del percorso lavorativo.”
Luna1967
"Sicuramente Sergio Rizzo, che leggo e stimo, sa bene quello che dice, l'articolo però manca di un dettaglio importante: come trovarli questi posti che nessuno vuole? Non sui siti di recruitment (posizioni incomprensibili, nessuna risposta alle candidature inviate), men che meno alle agenzie interinali (dopo averne girate a centinaia, a partire da cinque/sei anni fa, ancora dobbiamo capire a cosa - e a chi - servano). Abbiamo chiesto anche alle Associazioni di Artigiani, in una occasione appositamente organizzata a Milano per fare incontrare domanda e offerta, invano (proponevano scuole di specializzazione a ragazzi alla fine della terza media e non hanno saputo dirci altro). Falegname non ci si improvvisa, come non si può fare per molte altre professioni indicate. Ma nessuno è disposto ad insegnartelo, o forse sì, se tu sei disposto a lavorare gratis... Ma alla cassa del supermercato non puoi dire che non paghi perchè stai imparando un lavoro... Quante cose ci sarebbero ancora da dire, ma chiudo qui: la voglia di lavorare è tanta, il bisogno ancor di più, forse c'è qualcuno che ha bisogno di noi... come se ne viene fuori?"

Kriskeaton
"Mi sembra di capire che il senso di questa statistica sia che non abbiamo abbastanza manodopera specializzata. Sinceramente un azienda che cerca un elettricista se ne fa ben poco di un bravissimo ragioniere che decida di rimettersi in gioco e cambiare lavoro. Adesso non è per dire che l'erba del vicino è sempre più verde, ma facendo l'esempio della Svizzera dove adesso abito, perso il posto di lavoro potrei fare una conversione professionale , essere assunto come apprendista facendo 3 settimana di pratica e 1 una di teoria e lo stato mi aiuterebbe finanziariamente nel periodo di tirocinio. Poi per concludere che scuole abbiamo per formare manodopera specializzata? Da dove provengo( sicilia) mi sembra diffusa l'idea che senza laura non puoi avvitare neanche una lampadina e che sei vai a fare il falegname a 14 anni sei troppo scemo per studiare. Sempre citando l'estero esistono degli apprendistati professionali con scuola e lavoro, che dopo 5 anni valgono come maturità ed eventualmente si puo continuare con delle università professionali anche dopo molti anni di lavoro."
MAX1985GM
"Dovremmo fare come nei paesi Scandinavi, li se sei disoccupato prendi una indennità...(Giustamente). Ma se rifiuti un lavoro, qualsiasi anche il lavabicchieri al ristorante, perdi immediatamente l'indennità e non hai più diritto a riceverla. Una soluzione del genere porta sicuramente ad una diminuzione drastica della disoccupazione. Se poi si facesse nel Sud Italia......... "

Massimo1960 invece punto il dito verso lo Stato italiano
"Il problema è sempre lo stesso. In Italia appena ti muovi ancora prima di guadagnare già lo Stato ti chiede tasse, imposte, gabelle per essere in regola con la attività. Le banche stanno bene perchè hanno i forzieri pieni e non li aprono, le aziende sono asfittiche e il lavoro fisso lo vedono un rischio imprenditoriale troppo elevato, tutta la gente per strada dovrebbe mettersi a fare un lavoro in conto proprio per campare alla morte del posto dipendente ma poi le aziende asfittiche ti pagheranno il lavoro da falegname, da meccanico, da elettricista ? però intanto lo Stato i suoi diritti fissi li pretende e poi gli studi di settore ti imporranno praticamente la tassazione sugli utili anche se non li hai fatti ed è meglio che paghi quel che il tuo commercialista ti dirà (sono gli esattori dello Stato a costo dei contribuenti) per non rischiare i controlli fiscali. Il problema è lo Stato che ha allungato un pò troppo le mani nelle tasche di tutti e in ogni dove bloccando lavoro, iniziative, aspirazioni. Se un problema esiste è perchè qualcosa o qualcuno lo ha generato. Credo che lo Stato italiano è il vero generatore dei problemi dell'Italia, incluso quello descritto in questo articolo. Saluti"

3mendo65 sostiene che
“nell’articolo mancano dei dati.ad esempio che si cercano "apprendisti" (ma devono essere già autonomi e capaci), li si vogliono assumere a 25 ore settimanali per 500€ di mese in mese, gli si chiede se lavorano più di 40 ore (sai, i clienti...) se no, niente rinnovo del contratto, e le rimanenti ore sono pagate "a seconda degli incassi"”
siammessimale si domanda
"ma com'è che, secondo sto studio, mancano solo lavori a bassa scolarizzazione, quando tutti ci dicono che dobbiamo studiare?Che dobbiamo essere tutti Imparati e Studiati nelle scuole Alte per avere delle possibilità e per non essere una nazione di caproni? Ma come ca**o è che qui ci sono + dottori che infermieri?E intanto i nostri "cervelli" devono emigrare all'estero, ma importiamo "braccia" da tutti gli angoli del mondo? Ma com'è sta storia?Qualcosa non torna, qualcosa non va.Cmq io importerei tanti dentisti dall'Ungheria, sono sicuro che i nostri non s'incazzano,vero?, perchè i nostri dentisti non son poi mica tanto bravi. E se anche quello ungherese non lo è pazienza, almeno lo pago 1/3 di quello che pago il mio e magari mi ringrazia pure."
Roberto C dice che
“Non è che perchè non serve la laurea questi lavori li può fare chiunque... Chi è che sa fare l'elettricista? O il parrucchiere? E poi oggi credo che anche per questi lavori ci sono dei titoli necessari, per i quali ci sono dei corsi che richiedono tempo e denaro. I disoccupati di oggi per la maggior parte non sono ragazzini freschi di diploma (quelli il lavoro lo trovano subito dato che assumendo loro le ditte risparmiano un sacco in balzelli); sono persone di 35 anni o più, che il lavoro lo hanno perso e per cui è difficile imparare un mestiere così ex novo, e necessitano di iniziara a guadagnare da subito... Spesso gli stessi corsi formanti per questi lavori pongono un limite d'età per iscriversi... Una precisazione: anche in Italia se qualcuno rifiuta un qualsiasi lavoro perde automaticamente il sussidio, solo che nessuna impresa passa attraverso i centri per l'impiego. Nessuna impresa in particolare viene a cercarti per offrirti un lavoro (magari...), sei sempre tu a doverla contattare... e chiaramente cerchi di selezionare quelle offerte che ti paiono più adatte alla tua formazione...
Li paghino meglio!”

Priscilliano accusa: “Se gli artigiani titolari di impresa pagassero meglio i loro dipendenti o apprendisti, ne troverebbero di sicuro! Invece vogliono speculare: li pagano male, in nero, li assumono part time, li fanno aspettare quando c'è da versare loro lo stipendio mensile, fanno i furbi e li assumono a cottimo, e tante altre bellezze di questo genere.Spesso i dipendenti di costoro devono costituire partita iva per conto loro e poi aspettare di essere chiamati o cercarsi un lavoro per conto proprio. Ma i trattati peggio sono gli apprendisti. Questa è la verità! Altro che lamentarsi che non si trova chi vuole lavorare! Paghino il giusto e siano più onesti."

garpez0031
"Attenti a distiguere tra fabbisogni e contratti offerti. E' vero che esistono fabbisogni, per esempio, di giardinieri manutentori di spazi verdi; il fatto è che gli imprenditori non offrono contratti accettabili ma paghe da fame, in gran parte in nero ( non ditemi che 5 euro l'ora è una paga ordinaria ). Il fatto è che l'offerta spera sempre nel disperato extracomunitario per giocare al ribasso. Se questa è la contropartita è chiaro che un elettricista o un minimo di operario specializzato si arrangerà per conto proprio, a sua volta in nero, piuttosto che accettare paghe da fame, togliendosi a sua volta dal mercato del lavoro dipendente regolare. Ognuno per se Dio per tutti, insomma. Altro che contratto sociale. E' chiaro che se i lavoratori delle campagne pugliesi devono competere con immigrati extracomunitario che secondo le aspettative dei datori di lavoro devono prendere 20 euro al giorno e spenderne 10 per un ciaciglio in mezzo alla campagna, sicuramente quei posti rimarranno "fabbisogno" e nulla più... Forse è vero che qualcuno è stato abituato al posto fisso, vero che tutti vogliono fare licei e ragionerie e che gli istituti professionali sono a torto considerati l'ultima spiaggia per chi non ha voglia di studiare, ma siete proprio sicuri che alcune offerte di lavoro siano spesso scandalose. Magari con l'acqua alla gola si possono accettare, ma appena si fanno un po' di contatti e lavoretti...”


Il pentimento di aver studiato sembra essere ricorrente tra molti cittadini; tyco dice: “Se tornassi indietro... certamente non mi laureerei. Inizierei subito a 15 anni ad imparare un mestiere ed al diavolo la cultura, la formazione, etc. Purtroppo 30 anni fa la situzione era diversa ed i miei vengono da una cultura dove il sapere comportava prestigio e maggiori entrate economiche. Oggi la laurea non porta a nulla solo a ritardare l'ingresso nel mondo del lavoro per ritrovarsi poi a 30 e passa anni ad elemosinare un lavoro da 700€ al mese. Ragazzi NON iscrivetevi alle università, NON ascoltate i vostri padri imparate un mestiere!!"

Ziomazzo è scappato dall'Italia"Caro Corriere. Se il mondo dell'imprenditoria italiana non è in grado di familiarizzare con due concetti chiave, come che le persone non lavorano per diletto, e che se non trovi un lavoratore pagando x, forse forse vuol dire che devi iniziare ad offrire x+100 (tanto per cominciare), inutile scaricare la colpa sui soliti Italiani fannulloni. Consiglio a tutti questi "imprenditori" che chiedono anni di esperienza (fatta non si sa dove) senza pagarla, di provare un po' a viverci loro, con le cifre che propongono. In Italia prendevo 2.000 lordi + gli extra. Qui in Germania prendo 2.050 NETTI (qui le tasse sono esattamente come in Italia, poco più del 50%) + premi vari è gli extra. Caro imprenditore disperato: non ti disperare. Non mi sembra che l'economia tedesca stia andando a rotoli per colpa dei salari. Vuoi gente che vale? Pagala. Non vuoi pagare? Pigliati lo scarto. Le persone lavorano per una, anzi due, ragioni: i soldi, e la carriera. Per la tua bella faccia lavorano in pochi (pochISSIMI). Se non offri o una cosa o l'altra, le persone non si scomodano, puoi piagnucolare finchè hai lacrime, ma non si schioderanno mai dalla poltrona (tanto, crepare di fame per crepare di fame, meglio farlo da comodi...)"
macicux parla di miti e leggende del mondo del lavoro, ponendoci una sua esperienza
"Secondo la mia esperienza il problema è culturale. Una mia amica anni fa mi derideva perché lavoro in una piccola azienda decantando la qualità e la certezza del lavoro che da una grande azienda. Adesso, causa crisi, è stata licenziata dalla grande azienda e non è la prima volta nel frattempo: è la terza. Il problema è culturale: i preconcetti rurali sul mondo del lavoro. Il problema non è assolutamente economico, visto che notoriamente gli stipendi dei dipendenti degli artigiani sono superiori da sempre a quelli dell'industria. Il problema non è neanche il trattamento visto che spesso nelle aziende a conduzioni famigliare i dipendenti vengono trattati come uno di famiglia. Il problema quindi è solo culturale e da noi a Treviso non è nuovo anzi sono trent'anni che se ne dibatte. La colpa è dei miti e delle leggende che si sono creati un tempo quando l'Italia era una società rurale e non sono stati ancora sfatati."

Lettore78912 ironizza
"Anch'io sto cercando di vendere 30.000 azioni Fiat a 20€, ma non trovo nessuno che me le compra. Perche' ? Vediamo se indovinate giornalisti. Indizio: adesso vengono scmabiate a 7€, Andate a lavorare giornalisti, invece che scrivere banalita' e stupidaggini. Andateci voi a fare gli schiavetti dagli artigiani per 700€/mese CO.CO.CO"
siammessimale chiede:
“ma qualcuno di voi ha mai lavorato in vigna, mai spaccato le pietre( porfido), mai fatto il marmista ? Intendo dire come dipendenti, non come padroni.Io l'ho fatto, in Piemonte, nel "ricco" Nord, mica in Calabria.Paga?Al netto intendo,perchè io con il lordo non ci mangio,è il netto che mi interessaEbbene, non arrivavo a prendere 850€ al mese,40/42 h la settimana.Ho mollato presto,1 perchè fortunatamente me lo potevo permettere e 2 perchè non ne valeva proprio la pena.Guarda che oltre ad essere duro, non lo impari a lavorare il marmo in 2 mesi ma il datore di lavoro ti vuole produttivo da subito.Perchè vi dico questo? Perchè anche quelle sono realtà lavorative,anche se fuori da quelle dei 30mila mancanti riportati sopra.Ti mancano falegnami ed elettricisti?Perchè non fai corsi Validi e agevolazioni che permettono l'inserimento in quei settori anche a gente che ha 37anni.Ma conviene veramente?Non lo so.meglio dire che siamo solo tutti lavativi, inetti e che ci servono gli immigrati (e che servano gli immigrati non c'è dubbio,ma ciò non significa dover condividere senza obiezioni un flusso continuo ed enorme di immigrati).Io ho lavorato 5anni come impiegato all'estero per multinazionali straniere, ma di finire la mia carriera lavorativa davanti a 2,3 pcs non mi andava e allora mi son messo a dare lezioni di kickboxing in una palestra(non mia),mi piace ma che futuro ho?Non mi dispiacerebbe tra 1 anno imparare a fare l'elettricista, ma dove lo imparo?Gli elettricisti e ditte del settore non ti assumono così se non lo sai già fare.Ma magari sono io che mi sbaglio.Vedremo.
__mou__ propone la sua analisi
"Il mercato è in fondo una faccenda semplice. Mancano falegnami, meccanici, parrucchieri, elettricisti? Bene, accada quello che accade quando si cerca la frutta fuori stagione: si paghi di più la poca merce in piazza. E ciò aumenterà nel medio termine il potere di attrazione verso queste occupazioni. Credo che il problema consista anche nelle opportunità che questi lavori concedono. La verità è che il lavoro si trascina con sé tutta una condizione esistenziale. Avete visto mai una velina far coppia con un elettricista piuttosto che con un calciatore di serie A o un attore di Hollywood? E che speranza ha in un paese immobile il figlio di un falegname di svolgere un'occupazione diversa da quella di suo padre? Negli anni '50 professioni umili, ma impegnative, venivano maggiormente apprezzate. Questo è un paese spezzato in caste, dove la famiglia è centrale perché ogni famiglia è abbandonata a se stessa in un contesto che non è solidale, lo stato sociale è in rottamazione e giunge ogni giorno la notizia del nuovo furbo, quello che ha evaso il fisco, quella che ha saputo finire (mi si perdoni) nei (omissis) giusti. L'operaio di oggi può invidiare l'operaio degli anni '50. Lavoro ingrato e rispettato un tempo, ora solo lavoro ingrato. Io temo che si ricorra alla solita soluzione: trovare immigrati disponibili, sfasciare ancor più la scuola per buttare in strada giovani dal basso potere contrattuale. Se questo può dirsi etico..."
londonner è uno dei tanti cervelli che sono fuggiti all'estero
"Sono architetto, 29 anni. appena laurato sono entrato nel modo del lavoro in italia e dopo un anno sono scappato! Qui in inghilterra gli italiano si fanno onore come lavoratori, altroche' scansafatiche, altroche' gli inglesi che se non prendono 30mila all'anno per lavorare fino alle 5 e mezza ti ridono in faccia al colloquio. In italia il datore di lavoro non investe sulle persone ma cerca di spemerle il piu possibile. fino a che non ci sara' una regolamentazione dei salari l'italiano con famiglia a carico dovra' competere con il 20enne o l'immigrato (con tutta la sua forza della disperazione) che chiedono la meta' della paga minima per campare. Perfino in qui in uk dove il mercato e' molto piu libero che in italia ci sono dei minimi salariali per i mestieri qualificati! per la cronaca un architetto con esame di stato NON PUO' guadagnare meno di 28mila all'anno. mica i 700 al mese che ti danno in italia(perche tanto senno dove vai..)"
Beatricee è incazzatissima
"Un giornale serio come il vostro che non pubblica i miei pensieri...cari giornalisti andate voi a lavorare per 5,50 euro netti l'ora pagati a 90 gg fine mese , pagati da agenzie di servizi subappalatati a coperative...etc..etc.troppo facile dire che gli italiani non vogliono lavorare quando voi prndete oltre 10 mila eruo al mese, voli pagati , pasti pagati etc...pensate uno se lavora in periferia ,investe la 1 ora di lavoro solo per pagarsi i mezzi di trasporto"
"

robmalg47 invoca direttamente l'autore dell'articolo
"DOTT. RIZZO... DA LEI ... Lei mi sarei aspettato di più... più obiettività, più precisione, insomma, di più... dove, quanto viene remunerato, che tipo di contratto, età richiesta, esperienza richiesta, ecc... un esempio?.. in brianza vengono licenziati i vecchi e bravi falegnami con contratti a tempo indeterminato e si cercano giovani da assumere come cococo a stipendi 700/800 euro e per di più li si vuole con esperienza pluriennale...da ridere, o da piangere... un arrticolo come il Suo con dati parziali sembra sia stato commissionato dalla propaganda berlusconiana o bossiana... coraggio, rifaccia l'aerticolo e ce lo riproponga nei prossimi giorni completo di tutti quei dati in mancanza dei quali l'articolo è solo propaganda..."

pensiero2009
"Le aziende vorebbero manodopera specializzata a prezzo di un apprendista. Un giovane alla prima esperienza non lo vuole nessuno;per contro molti giovani vorrebbero iniziare un nuovo lavoro ma avere subito uno stipendio decente. Mi viene in mente la storiella dei due asini legati insieme che entrambi volevano mangiare conteporaneamente ma non riuscivano perchè la corda era corto e la paglia lontana. Alla fine dopo estenuanti tentativi capirono che dovevano mangiare a turno per riempirsi la pancia. Noi siamo ancora nella fase che entrambi vogliamo mangiare contemporaneamente con il risultato che si salta il pranzo tutti."
robmalg47 urla furiosamente
"30mila posti di lavoro che nessuno vuole, MA QUESTO TITOLO CHI L'HA STUDIATO... VI E' ARRIVATO DIRETTAMENTE DALLA MARCEGAGLIA????... CHI HA FATTO QUESTO ARTICOLO DOVREBBE PRESENTARSI A CHIEDERE LAVORO A UNO DI QUESTI IMPRENDITORI... per onestà prima di scrivere certe azzzzz avreste dovuto provare per credere... troppo facile stare alla scrivania a scrivfere quel che padrone vuole, con l'aria condizionata e magari con 3/4000 euro al mese posto assicurato..."

Lettore_5329
"Perché non si trovano parrucchieri? Perché la gran parte spera di assumere con stipendi da fame in cambio di lunghe ore di lavoro: non è un caso che sulle vetrine di tali negozi apparissero annunci tipo "cercasi apprendista con esperienza", che la dice lunga su cosa vogliono e quanto sono disposti a pagare. Ho visto parruchieri negare il part-time a una donna con due figli, molto brava e richiesta dalle clienti, che rimasta a casa la parrucchiera se ne sono poi andate - fulgido esemprio di imprenditoria. Tent'è che vista la differenza fra quanto prendono loro e gli incassi - spesso in nero - del datore di lavoro prima che possono si mettono in proprio. E lo stesso vale per molti altri dei lavori qui citati. Informatico? Sei paragonato - ed hai lo stesso stipendio - ad un metalmeccanico. Mica i privilegi di telefonici ed elettrici - queste sì professioni all'avanguardia (ai tempi di Edison)! Congfartigianto & C. la piantino di lamentarsi. Comincino a pagare i dipendenti adeguatamente, senza fare sempre i piagnoni manco fossero poveri artigiani ottocenteschi."
realista49 fa esempi storici, prendendo in campione il Giappone feudale
"Il problema e` che ci sono differenze troppo marcate negli stipendi. Cifre elevate od assurde per lavori che valgono poco (o quasi niente) e valori irrisori per lavori che richiedono perizia e sudore ( e spesso implicano pericolo). Pertanto , se volessimo realmente migliorare le cose, i nostri politici che ci governano, dovrebbero pensare con piu`raziocinio e dare un taglio netto alle caste,pensare a cose concrete e non ad un sacco di cacchiate che non aiutano in assoluto a migliorare e normalizzare la vita delle persone. Nel Giappone feudale l`ordine di importanza era: Samurai(diciamo equivalenti oggi ai nostri politici.... purtroppo indispensabili per non cadere in una anarchia), seguivano Contadini (indispensabili per garantire la sopravvivenza), Artigiani e per ultimi i commercianti (giudicati dei parassiti, pero`necessari per lo svolgimento rutinario della vita). Oggi questi parametri sono completamente invertiti... tutti alla ricerca di lavori sociali o su quella linea... dove non si produce niente... solo parole che brancolano nel buoio dell`oblio.... e quindi e` ovvio che, ammesso sia veritiera la statistica di posti non coperti, siano sempre meno quelli che vedano in questo tipo di lavori una prospettiva degna di vita."
lukebrux indica quello che cercano gli imprenditori italiani
"Cercano giovani (anche molto giovani) che lavorino in nero, senza alcuna garanzia, per stipendi da fame e se stai male: a casa! Si sono un laureato, che è anche stato fuori corso (non sempre per colpa mia) che ha preso una laura umanistica perché non voleva fare l'elettricista o l'idraulico, avevo altre ambizioni e 10 anni fa ho fatto la valigia e me ne sono andato, primo lavoro "call center in UK" contratto fisso, stipendio sufficiente a vivere, poi in Belgio, ora sono 4 settimane che sono in malattia, l'azienda mi ha mandato gli auguri di pronta guarigione e nessuno mi viene a dire che sono un costo e basta."

maga magò si sente come molti di noi molto frustrata, nelle sue parole si scorge molta amarezza "Ho 41 anni e dopo venti anni di lavoro nel settore artigianato come estetista, il mio stipendio non ha mai superato i novecento euro. Lavoro quaranta quaranta ore alla settimana, sono assunta regolarmente e so che non è poco, ma potessi tornare indietro pur amando quello che faccio farei altre scelte. La mia datrice di lavoro, ha intestato l'azienda alla figlia ma lavora per il Comune i biblioteca e con un partime, guadagna più di me!! A lei sono garantiti: buoni pasto, ore infinite di permessi che io ho solo sulla carta, mutua per inesistenti malori, ma buoni per venire a farsi massaggiare da me!!! Ragazze, forse io sono sfortunata, ma se potete fatevi assumere per un ente comunale o statale!!!"
centauro diche che "Sarà pur vero che le aziende non trovino manodopera, ma il problema andrebbe analizzato molto più approfonditamente.Innanzi tutto al giovane diplomato che si affaccia al mondo del lavoro chiedono subito ESPERIENZA ma come si può immaginare l'esperienza la si acquisisce svolgendo attività lavorative.Secondo quando ti offri con notevole esperienza, ti offrono uno stipendio da FAME,allora dico cosa volete???? La botte piena e la moglie ubriaca??????Terzo punto attenzione perchè nelle piccole aziende e dico quelle al di sotto dei quindici dipendenti, non vi sono praticamente al cun che di garanzie sindacali (CHE è TUTTO DIRE).Per cui prima di dire che i giovani italiani non vogliono più fare determinati tipi di lavoro,bisognerebbe quanto meno analizzare bene il tutto."
webbolo è uno dei tanti meridionali emigrati nel nord Italia"Mettiamo da parte l'ipocrisia e i commentini facili. Scrive una persona che è dovuta andar via dalla propria terra per mancanza di lavoro (e se c'è non hai alcun diritto da lavoratore). Sono specializzato in Informatica (diverse branche), in Elettronica (come da diploma e passione) e nella mia vita ho fatto un pò di tutto, dai 16 anni. I problemi reali sono: 1)Le agenzie di lavoro (che hanno distrutto il mercato essendo un filtro inutile), vai a fare colloqui con personale di agenzie interinali (o somministrazione) che capisco ben poco di informatica ed elettronica e dunque non possono valutare le competenze, ma solo il lato psicologico. 2) Le aziende preferiscono ragazzi entro i 28 anni per poter stipulare contratti di apprendistato (che poco gli costano). 3) Devi essere giovane, laureato e con esperienze, questo a 25 anni. Tutte queste cose le dico perchè le sto passando sulla mia pelle a 34 anni e con un bel bagaglio di conoscenze, ma tutte le agenzie sono delle vere e proprie barriere. In due mesi mi sono iscritto (dicembre/gennaio) in ben 84 agenzie del lavoro della regione Emilia, fatto colloqui, presentati curriculum, e il telefono non squilla mai! Mi vado rendendo conto che non so fare nulla (alla loro s-vista) Forza, adesso siete liberi di commentare. A proposito, per la redazione, posso inviare il mio curriculum alle Aziende da voi censite?"
Loudness sostiene che se le aziende private rispettassero le regole e i diritti del lavoratore, l'italiano non sognerebbe il posto state o comunale. Ecco che lo spazzino nella nostra epoca si è tramutato in un mestiere ambito ed invidiato
"L'autore dell'articolo, si è mai domandato come mai in Italia, l'impiego di spazzino (operatore ecologico) è occupato solo ed esclusivamente da italiani e non vi è un solo posto vacante? Forse che gli italiani adorano fare gli spazzini, ma fa loro schifo fare i muratori, falegnami, fabbri ed elettricisti, per citarne alcuni? No... il motivo è molto semplice, le aziende di nettezza urbana sono tutte municipalizzate ed in quanto tali devono assumere solo personale in regola, non devono pagare in nero, versare i contributi e pagare salari frutto di accordi sindacali. Ecco perché li non troverà ne' extracomunitari clandestini, ne' italiani schizzinosi che rifiutano il posto di lavoro. Il truchetto si chiama salario e contributi regolarmente versati. Provi ad andare a chiedere lavoro ad una ditta artigiana e vedrà che immediatamente verrà fuori lo stipendio in parte pagato regolare e in parte in nero... Quell'articolo e quelle cifre sembrano fatte apposta per giustificare come mai le aziende sono "costrette" poverine a ripiegare sul personale straniero a causa degli italiani che non vogliono più sporcarsi le mani. Questo articolo ritengo che sia un insulto ai circa 4 milioni di disoccupati ed i circa 7 milioni di poveri che abbiamo in Italia. Com possono coesistere in Italia due emergenze diametralmente opposte e cioè la disoccupazione e la necessità d'importare manodopera straniera? Forse qualcuno sta puntando a distruggere anni ed anni di conquiste sindacali?"
Ilasoulfly invita a chi scrive sul lavoro, di andare a fare qualche colloquio....
"Provate sulla vostra pelle, troppo comodo rieditare i comunicati stampa in redazione... certo che di annunci ce ne sono.. Ti va bene quando non tocca a te pagare per lavorare... se non è uno stage "aggratis", lo stipendio generalmente è da paese in via di sviluppo (tra i 250 e i 500 euro al mese) in contratto creativo (ma non devi essere alla prima esperienza, altrimenti non ti considerano). Dopo 6 mesi, se sei bravo, ma solo se lo sei veramente, ti licenziano, ti lasciano a casa 15 gg e ti rassumono, con lo stesso contratto creativo, ma per un anno. Di nuovo ti licenziano a luglio, agosto te lo passi a casa senza stipendio e a settembre ti riassumono, se non possono con lo stesso, con un altro contratto creativo. Ovviamente te lo dicono il 25 luglio che ti confermano. Se non lo meriti (cioè non fai almeno 45/50 ore la settimana), prendono un altro. Non ti va bene. Quella è la porta. Tanto dove vai? "
ConcinoConcini prova a dare una spiegazione ai risultati delle indagini della Confartigianato, spiegando che si vede il lavoro come status symbol, in pratica citando Fabrizio Tarducci
"più il lavoro è figo più la gente ti rispetta""In Italia molti lavori diciamo "umili" sono snobbati dai giovani non per ragioni economiche e lavorative ma di status symbol, particolarmente sentite in questo paese dove tutto oramai è apparire e dove la massima aspirazione delle nuove generazioni è finire a fare la velina o il tronista o entrare in un reality. Provate solo ad abbordare una ragazza e a dire che fate il magazziniere, l'elettricista, il meccanico (e magari guadagnate pure bene...) e vedrete come reagirà...e magari darà attenzione al commesso nel negozio di alta moda, all'impiegatino che lavora nello studio dell'avvocato o del commercialista, anche se è un cococo a 750 euro mensili"
guibert dice chiaro e tondo che
"questo articolo e il suo relativo titolo è un'offesa a tutti quelli che sono senza lavoro e che lo stanno cercando in una situazione drammatica per le proprie vite! serve solo ad alimentare la schifosa diceria che non lavora che non vuole lavorare! tutto per continuare ad abbassare sempre più i diritti dei lavoratori e inveire contro la loro dignità!"

Derukui"Non so nello specifico ma di solito vige la legge della domanda e dell'offerta. Evidentemente alle condizioni offerte molti italiani non ritengono interessanti le posizioni. Considerato affitto, trasporti, pasti e spese varie, fatti i dovuti conti e' probabile che molti considerino non appetibile un'offerta da operaio con uno stipendio che, con l'entrata dell'euro, ormai non basta piu'."
Condivido il pensiero di Luca DXB, come lui armato di umiltà, mi sono adeguato, mettendo da parte altre aspirazioni, ma è anche vero che mi sento uno stupido leggendo tutti questi commenti che di gente che non accetta un lavoro al di sotto dei mille euro. Se vi dico quanto prendo io, Francesco Favia, dopo aver cambiato diecimila lavori, mi direste di cambiare anche quest'altro. Cmq leggiamo il commento di Luca DXB
"Se uno ha davvero bisogno, accetta qualsiasi cosa, soprattutto se ha figli. Allo stesso tempo, con l'abbondanza di lavoratori per strada, i reclutatori sono diventati piu' esigenti, ergo trovare lo stesso lavoro di prima allo stesso livello, e' difficilissimo. Io ho perso il lavoro, ho 38 anni, 2 figli, sono laureato, 11 anni da direttore finanziario e dopo 9 mesi di ricerca, ho accettato un lavoro piu' umile. L'abilita' sta nel sopravvivere senza lamentarsi troppo, fare un bagno di umilta' e sapersi riciclare in qualcosa di diverso. I reclutatori non vengono alla vostra porta. Se volete un lavoro dovete martellare ogni giorno per un colloquio finche' per sfinimento ve lo concedono."
Condivido appieno anche il commento di alfonso48, l'errore di una generazione. A ventisei anni mi ritrovo a fare l'apprendista presso un artigiano per una cifra irrisoria, dopo aver avuto diverse esperienze lavorative, come vi ho detto prima, e se per quanto sia dura psicologicamente fare il ragazzo di bottega alla mia età, mi sento comunque fortunato, perchè non tutti alla mia età riescono ad avere questa possibilità di cominciare da zero e se leggo che molti ultratrentenni che hanno perso il posto di lavoro, vorrebbero imparare a fare l'elettricista o l'idraulico pur di lavorare, ma che l'età e le esigenze economiche si porgono da ostacolo per una rinascita professionale, partendo da zero basi, che andranno acquisite con tanti mesi, se non anni, di pratica sul campo, mi sento di tenermi stretto il mio lavoro. Spero solo che il mio titolare continui a darmi quei due spicci a fine mese, perchè se ho cambiato tante volte, è anche perchè spesso, i miei datori di lavoro, non volevano pagarmi. Cosa volete, vivo al sud, ognuno fa come cazzo gli pare. Scusate se mi sono dilungato, torniamo al commento di alfonso48
"Hanno cominciato i genitori del dopoguerra col raccomandare ai figli di studiare per non fare i lavori manuali, hanno continuato quelli della mia generazione con il disprezzo del lavoro manuale e così é cresciuta a dismisura la disoccupazione intelettuale. Quelli della mia generazione si sono salvati poiché il costo del lavoro era contenuto e lo Stato assumeva a piene mani (vedi Ferrovie, Poste, Ministeri ecc.)Così ora ci troviamo con un enorme numero di avvocati, dottori ecc. senza né arte né parte e la mancanza assoluta di elettricisti, muratori, idraulici cioé i lavori utili alla società. Mio figlio fa il muratore e con gli straordinari sfiora 1800 euro al mese; il secondo figlio, studente universitario, si arrangia con qualche lavoretto occasionale, ma con poche speranze per il futuro!"

Max963 parla di bufale d'estate
"E bravo il nostro presidente della Confartigianato, non sapendo cosa di meglio fare per avere un po di visibilità ci propina qualche bufaletta estiva! Dove sarebbero questi 30.750 posti di lavoro? Sirende conto che parla di un numero pari a quelli assunti da alcune multinazionali a livello mondiale? Oltre tutto nell'articolo non si evince come sarebbero assunte queste persone, le vogliono già esperte o sarebbero apprendisti? Perchè, se già è dura trovare un numero di quel genere come apprendisti, è pura utopia (o un colpo di sole piuttosto serio) pensare di trovarli già esperti. E in definitiva è giusto quello che scrive il lettore fabiokurtz, può anche essere che li cerchino, ma se li cercano come nel settore informatico dovrebbero essere almeno laureati in un paio di settori, aver già avuto esperienza alla NASA o all'Euratom ed essere felicissimi di prendere (forse!?!) 700/800€ al mese....E poi si meravigliano se la gente si mette in proprio invece che farsi sfruttare da dei cialtroni?"

Lettore_2151 va il verso agli imprenditori piagnoni
"Sigh sigh, non riesco a trovare chi lavora gratis. Sigh sigh"

Barnabo ritiene che"il cattivo esempio nel mondo del lavoro venga dato soprattutto dal pubblico impiego. A fronte di un iper garantismo pubblico (il pubblico dipendente è praticamente illicenziabile), e di un forte garantismo nelle grandi aziende private, si assiste ad una pressochè totale mancanza di garanzie per i dipendenti delle piccole imprese, chiamati spesso a svolgere attività lavorative che nulla hanno a che fare con la loro qualifica professionale, poco e male pagati, licenziabili sempre, soggetti alla volontà di "imprenditori" capricciosi. La piccola-media impresa in Italia può funzionare solo se gli addetti fanno parte di uno stesso nucleo famigliare, da quì la naturale tendenza di chi sa fare l'idraulico, il meccanico od il parrucchiere, a mettersi in proprio: a parità di rischio quantomento incasserà tutto ciò che guadagna. Il fenomeno evidenziato rispecchia una realtà legislativa squilibrata che dovrebbe vedere un riallineamento: molto meno protezionismo negli impieghi pubblici, che si licenzino i fannulloni e gli incapaci pubblici che, troppo spesso, hanno un doppio lavoro; più garanzie anche salariali per il dipendente delle piccole e medie imprese."
Lettore_2151, ci spiega chi sono questi soggetti, tali imprenditori
"Cercano diciottenni esperti, già qui siamo al paradosso ma è solo l'inizio, le loro "aziende" solitamente sono luoghi insalubri dove la sicurezza sul lavoro è un optional, il lavoratore deve pagare di tasca propria i d.p.i. (quali scarpe, guanti, tuta etc), si lavora mediamente 50 h la settimana per portare a casa al massimo 800 € al mese, lavorare come un dannato e ovviamente i bisogni fisiologici devo essere fatti fuori dall'orario lavoro altrimenti ti fanno notare in malomodo che non sei pagato per andare in bagno; questo è l"imprenditore" tipo che lamenta, anzi piange per la difficoltà nel trovare manodopera."

Lettore_902482
"Nelle piccole aziende si cercano giovani da pagare 800 euro al mese (anche meno!) e farli lavorare 60 ore la settimana (20 a nero!). Sono 20 anni che lavoro in un settore particolare (non dirò quale perchè troppo particolare) e sono 20 anni che vedo decine di giovani arrivare provare il lavoro ed andarsene perchè per quello che si fa viene pagato troppo poco. 20 anni di professionalità pagati 1075 euro netti al mese (con obbligo implicito di fare le ore straordinarie!). 20 anni che sento dire che il settore è in crisi. Da poco si è aggiunta la minaccia di inviare il lavoro in Bulgaria. La verità è che a me tocca far la fame mentre i miei capi vanno in vacanza, hanno il SUV e tutto il resto. Se sapessi fare un altro lavoro e si trovasse con facilità avrei cambiato da tempo! Ma con la famiglia e con i debiti da pagare si rimane schiavi del sistema. E loro lo sanno benissimo."

yid26 è pieno di dubbi, gli stessi che assalgono molti di noi
"Non capisco: sono decenni che si allunga il periodo da trascorrere nelle scuole dell'obbligo (adesso anche le superiori), la societa' propone modelli di successo che richiedono lauree, post-lauree, masters, ed esperienze all'estero, le famiglie vogliono che i figli raggiungano vette accademiche mai viste nelle generazioni precedenti, chi mai decidera' di mollare tutto e andare a fare il falegname o l'elettricista? E gli zii, poi, chi li sente? E la povera mamma che non potra' piu' ritenersi superiore alla cognata che ha il figlio laureato in Scienze Politiche mentre il suo e' ingegnere, come fara'? Anche se queste professioni rendono assai di piu' e subito (se decidete di affidarvi a un falegname di professione per rifare i mobili, vi costera' di piu' che pagare un avvocato che vi difenda dall'accusa di strage di Stato), lo status sociale acquisito (o che si crede di aver acquisito, quanto meno) dalla societa' italiana negli ultimi decenni impedisce questi ritorni di fiamma con le professioni antiche. Ecco perche' i vituperatissimi immigrati "rubalavoro" alla fine non rubano un bel niente, anzi, fanno lavori che gli italiani non vogliono piu' da un pezzo. Ed ecco perche', al di la' dei latrati leghisti, gli immigrati ci saranno sempre - a meno che Bossi e compagni non abbiano VERAMENTE voglia di rimboccarsi le maniche (ohibo', Maroni non lavora da 20 anni - essendo parlamentare - e la vita di Bossi pre-Lega non lascia intravvedere fronti grondanti di sudore)."

Concluderei con ilvecchiocarson che da ragione a tutti
"Saro' banale ma secondo me avete ragione un po' tutti, le ragioni di questa situazione sono molteplici: 1) La perduta umilta' e volonta' degli italiani nel fare lavori umili e sporcarsi le mani (processo iniziato nei "fantastici anni '80, quelli della Milano da bere" e poi continuato in questi anni effimeri, incentivato da certi modelli che ci propongono quotidianamente le tv) e la sparizione della parola "sacrificio" dal vocabolario e dal senso comune del vivere 2) Lo scarso livello delle Universita' in Italia, che hanno distribuito lauree come caramelle: parliamoci chiaro, fino a qualche decennio fa chi si laureava faceva veramente parte di un' "elite" e dell' "intellighenzia" del paese, ora con tutto il rispetto almeno la meta' dei laureati di oggi (almeno quelli che conosco e con cui ho lavorato) ha capacita' e cultura pari a quelle che una volta si acquisivano con una "terza media", e sto parlando molto seriamente . Questo ha creato aspettative ed esigenze eccessive da parte di chi, una volta, sarebbe andato a lavorare nei campi ed ora "pretende" il posto fisso in un comodo ufficio. 3) La disonesta' e ingordigia delle imprese , delle agenzie di collocamento e dei datori di lavoro, che come molti hanno detto agiscono solo per profitto (il loro) e non vogliono pagare ed investire sui giovani bravi e sulle persone preparate con esperienza(a 40 come me in Italia non ti prende nessuno, perchè COSTI) E allora fate come me, emigrate all'estero!"
Credo che il problema sia più che serio. Molta gente si è sentita letteralmente offesa, provocata e Rizzo e il suo articolo sono stati assediati di parole e mica tanto cordiali, direi un vero e proprio linciaggio virtuale. Questa è l’Italia di oggi. Aziende in crisi o meno, anche quando vanno bene gli affari, si tende a non dare i giusti meriti ai lavoratori dipendenti, che sempre più spesso si mettono in proprio con tutti i rischi del caso. Non tutti però sentono l’esigenza di investire sul lavoro e pensano prima di tutto alla famiglia, accendendo mutui o concependo figli e la situazione diventa molto più che drammatica, perché per quanto possa essere buono lo stipendio, non basterà mai per coprire tutte le spese che comporta una famiglia sulle spalle.
Nel tempo spesso ci sono una marea di giovani e meno giovani che non prende nemmeno 700 o 800 euro al mese, nonostante sia fedele da molteplici anni al proprio datore di lavoro, che non pensa nemmeno lontanamente alla parola “aumento”. Cosa fare? Indebitarsi per mettersi in proprio? I macchinari costano troppo, non so se ce la si farà. Chiedere aiuto ai propri genitori? A malapena campano loro. Si vorrebbe almeno andare via di casa per non pesare più a nessuno ed avere i propri spazi, il proprio relax dopo massacranti giornate di lavoro. Gli affitti costano troppo e non si può nemmeno accedere ad un mutuo per un monolocale con quello che si guadagna.
La situazione è pesante, non si può continuare, ad una certa età, vivere ancora con i propri genitori, ci si sente oppressi, ma si deve andar via. Come fare? Andare a condividere la casa con degli estranei o con qualche amico? E tanto vale rimanere in famiglia, almeno si trova il piatto pronto. Ma non si può, bisogna andare via, per non sfociare nella consueta violenza domestica, che sempre più spesso fa vittime, fornendo dell'interessante materiale ai vari telegiornali.

Francesco Favia


www.nonsolocronache.com
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