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lunedì 28 febbraio 2011

Due uomini sposati stanno chiacchierando davanti ad una birra.

Uno fa all'altro: - Guarda, non so più come fare:tutte le volte che rientro a casa tardi dopo una serata al pub, spengo i fari dell'auto prima avvicinarmi a casa, e spingo l'auto in garage a motore spento. Mi tolgo le scarpe prima di entrare, faccio le scale in punta di piedi, mi metto il pigiama in bagno, piscio seduto per evitare i rumori,entro come un anguilla nel letto, e mia moglie puntualmente si sveglia e mi fa il cazziatone per il ritardo!
L'amico:- Vedi, tu sbagli approccio... io arrivo e inchiodo in garage, do una sgasata e spengo, entro e sbatto la porta,faccio le scale a balzi, entro in cesso, piscio, scorreggio e tiro l'acqua, poi entro in camera, accendo la luce, mi infilo nudo nel letto e glielo appoggio da dietro sussurrando: "Bella maialona, mi aspettavi, eh?!?". Vedi come fa finta di dormire!!!


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Se sei un padre separato o ti sta a cuore l’argomento, ti interesseranno anche
NonSoloCronache è vicino alla sofferenza e al disagio dei padri separati

Schopenhauer diceva che siamo come i ricci


Schopenhauer diceva che siamo come i ricci: da soli hanno freddo, allora si avvicinano per scaldarsi. Però stando vicino si pungono, allora si allontanano. Poi si riavvicinano, si riallontanano…un casino!

Grazie a Elisa Deni




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TUTT KUDD KE TENGH, SO STAT JI KE MU SO CREAT

Tutto quello che ho, sono stato io a crearmelo




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non sì facen u' dritt ke dò non s' sap ma'






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Alex è un esempio di professionalità, di attaccamento alla sua società, di persona che svolge con passione la propria attività. Bravo Pinturicchio!





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domenica 27 febbraio 2011

Bastard, apprim d' parlà, facitv nu cund d l' strunz a do' so sciut a fadgà, vlevn mangià sus u' sbattmind mi' e alla fin du mes non assevn na lir



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Tutto sul lavoro e sulla crisi economica, leggi

sabato 26 febbraio 2011

Sfogo contro i lavativi e saccenti

La volpe non arriva all’uva e dice che è acerba

Questo sabato ho deciso di staccare un attimo la spina. Mi sono preso una giornata di riposo, avevo bisogno di recuperare le energie mentali. Fisiche no, perché dopo tutti i lavori pesanti che ho fatto, fare l’operatore telefonico per me è una bazzecola.
La mia testa è sempre lì. Penso al lavoro, mi sento perso senza. Ormai vivo di e per Transcom. Ormai “quella è casa per me”. Mi sento bene lì, mi sento gratificato mentalmente, economicamente ed umanamente. Ultimamente (così faccio anche la rima) si respira un’aria un po’ tesa al lavoro. Io non mi sono mai sentito coinvolto dall’insoddisfazione dei miei colleghi, ho sempre pensato a fare il mio dovere, cercando di ridere e scherzare con i colleghi per creare un clima armonioso che permette di lavorare con serenità. Poi io dico sempre che rido per non piangere, perché altrimenti ce ne sarebbero di lacrime da versare.
Tuttavia, tanto hanno fatto (ma si può dire o è un baresismo?), che questo loro umore nero, ha portato, seppur relativamente e senza incidere sulle mie performance, “scazzi” nella mia mente.
Parafrasando le parole del mister Antonio Conte, attuale allenatore del Siena, dove nella sua ultima conferenza stampa ha espresso quel che sentiva verso i suoi detrattori, io, allo stesso modo, dico che non difendo a spada tratta l'azienda per la quale opero, difendo a spada tratta il mio lavoro.

E comunque sia come provo tanto rancore e odio nei confronti dei miei ex datori di lavoro che mi hanno sfruttato, spolpato, per letterali due spicci, provo altrettanta gratitudine per la Transcom e stima per i miei superiori che anche quando hanno dovuto farmi i cosiddetti cazziatoni, lo hanno fatto sempre con una certa civiltà e comunque sia, mi hanno sempre trattato con rispetto, educazione e umanità per usare un vocabolo fantozziano.
Mi snervano le continue lamentele di alcuni colleghi che sono in azienda già da un bel po’ come me e mi mandano in bestia le matricole che appena arrivate, magari senza nessuna esperienza lavorativa e spesso e volentieri con una laurea in scienze delle patatine presa a trent’anni, con la quale le aziende si puliscono il deretano, si permettono non solo di stare sul lavoro col muso lungo, lagnarsi senza giustificazioni, ma addirittura, tra le righe, ma anche più esplicitamente di darmi della mezza calzetta perché non trovo di meglio come lavoro o farsi una mezza risata se io mi permetto di asserire che “qua dentro” (in Transcom) io ho trovato la pace mia.
Senza conoscermi, senza sapere nulla del mio background, si permettono di giudicarmi. Ultratrentenni che vivono sulle spalle di mamma e papà che si permettono di dare del fallito ad un ragazzo che si è sempre mantenuto da solo e che grazie alle mie forze e grazie a Transcom non vive più a casa dei genitori. Qui non voglio parlare della mancanza di rispetto nei confronti di Francesco Favia, ma di mancanza di rispetto per tutte quelle persone che si concentrano sul lavoro, si sbattono per portarsi il pane a casa. Io del resto sono sempre stato abituato a mangiare il pane duro e se adesso mangio la minestra calda mi sento un re. Questo per metaforizzare il mio lavoro, la mia situazione personale.
Sputano su bei soldini guadagnati in poche ore di lavoro, quando per due spicci a Bari si deve sputare il sangue dalle dieci alle quindici ore di lavoro, perché a Bari, le otto ore lavorative sono un’utopia. Questa gente n’a va mangià d’ pan test (ne deve mangiare di pane duro, non ha visto ancora niente, non conosce la vita).
Poi possiamo discutere dei contratti a progetto, ma questo è un altro discorso, che fa parte della nostra epoca. Ormai lo usano più o meno tutte le aziende, piccole, medie, grandi di qualsiasi settore. È normale che le aziende cercano di ottimizzare i profitti, anche se spesso a discapito dei lavoratori. Ciò che può irritare sono le istituzioni che permettono tutto questo e che alla fine sono le stesse che hanno creato questi meccanismi.
Io ho lavorato dalla piccola ditta locale (in nero), alla multinazionale (tramite agenzie interinale e, più raramente, direttamente con l’azienda con mie candidature spontanee), per ora solo Transcom mi sta apprezzando, mostrandomelo con un rapporto lavorativo continuativo, nonché con dimostrazioni di stima sul campo. E come canta Vasco nell’ultimo singolo, io sono ancora qua (nonostante il contratto a progetto) e mi pettino il sopracciglio col dito medio.
La volpe non arriva all’uva e dice che è acerba. Molta gente, uomini, donne, colleghi o anche gente che non conosce la realtà Transcom hanno criticato e sminuito il mio lavoro, senza poi conoscere, tra l’altro, nel dettaglio la mia attività. In realtà quelle che mi hanno dato più al c**** sono state alcune tipologie di donne. (Io poi sono un forte sostenitore dei diritti degli uomini, ho sostenuto la causa dei padri separati più volte anche qui su nonosolocronache, anche se paradossalmente vado più d’accordo col gentil sesso che con gli uomini). Queste donne che passano da Transcom sono ultratrentenni zitelle, laureate di ‘sto cazzo, a carico dei genitori, e magari vorrebbero stare con me, io le paraculo, e loro poi tendono a sminuirmi, anche pesantemente, magari davanti altra gente. E’ capitato anche davanti a nuovi arrivati e questi episodi mi hanno irritato particolarmente. Ho chiuso i rapporti con queste colleghe. I nuovi, come molta altra gente, alla fine vengono dietro a me, calcolando poco i soggetti insulsi che hanno provato a smerdarmi. Secondo me, perché la gente apprezza più chi svolge la propria attività con passione e col sorriso, e non la gente inacidita dal loro egoismo.
Voglio dire, la mia ragazza sta con me da cinque anni ormai, non solo mi adora, ma mi stima, perché sa che sono una persona con le palle che si è sempre sudato tutto e che non le ha mai fatto mancare niente. Se poi una donna vuole di più, non si accontenta, uagnun’ (ragazzi) mandatale a cagare, vi libererete di un’ approfittatrice e vi salverete la vita. Comunque questo è un altro discorso, non vorrei uscire fuori tema, ma molta gente che passa da Transcom corrisponde a questa tipologia di soggetto, donne fameliche di accasarsi con un uomo e comandarlo a bacchetta.
Come detto ci sono anche colleghi uomini che si gonfiavano, senza essere nessuno, questi però erano perlopiù ventenni. L’uomo invecchiando acquisisce saggezza e maturità, rispetto alla donna che s’incattivisce. Certo non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, ma come già detto, vi sto riportando le mie esperienze personali. Poi comunque li ho visti pentirsi i colleghi presuntuosi, che si sono accorti troppo tardi, quando magari non li hanno rinnovato il contratto, di essere passati da una grande azienda, ben organizzata, presente in tutto il mondo e che soprattutto pagava negli standard dovuti e precisa e puntale ogni mese. Anche chi se n’è andato per sua scelta, sentendosi sprecato per questo lavoro, poi mi ha contattato pentito della cazzata che aveva fatto, dandomi ragione.
Io non mi sono mai sentito sprecato, semmai sfruttato, ma ho sempre fatto con la massima dignità anche i lavori più umili.
A prescindere dal settore lavorativo, ad ogni modo, una cosa è fare, per fare un esempio, il commesso in un piccolo negozio di scarpe, una cosa farla, che ne so, alla Decathlon. Per me, che ho fatto tanti lavori, ho vissuto tante realtà, non conta il tipo di lavoro, ma la qualità del posto di lavoro. Senza dubbio, poi c’è gente che non ha voglia di lavorare o magari esce dall’università e pretende di andare a fare il manager in un’azienda. A queste persone dico di armarsi di umiltà e darsi da fare, invece di piangere e pretendere.
Lungi da me nel sostenre che l’Italia sia un Paese di bamboccioni, come dichiarò il Ministro Brunetta, perché ne conosco di gente con le palle quadrate, che si è fatta da sola o che comunque riesce ad andare avanti nonostante gli stipendi da fame, ma ci sono alcuni elementi che si cullano nella loro inettitudine, negando l’evidenza, quando io, prima di approdare in Transcom, ero disperato, perché mi sentivo un continuo inetto.

Francesco Favia


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I più di questi laureati non valgono un cazzo...

Serve gente povera, furba e affamata...



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Bellissima Toki, da dedicare a molta gente che conosco...



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‎"trecind euro o' mes e statt bbbun, e p la miser gi a ma leccà pur u cul"

Questo è quello che ho vissuto prima di Transcom e la gente in azienda si lamenta. Andasse a zappare... Sputano nel piatto dove mangiano, non sanno che a Bari gli sfruttatori, là fuori, li accoglieranno a braccia aperte



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Per chi mi disprezza

Una volpe, dopo aver sognato di raggiungere un grappolo d'uva, si sveglia accorgendosi che quel grappolo esiste davvero. L'animale affamato tenta con grandi balzi di staccare il grappolo ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, esclama: "tanto è ancora acerba!" (nel latino di Fedro: «Nondum matura est, nolo acerbam sumere»). La morale è:

È facile disprezzare quello che non si può ottenere.


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venerdì 18 febbraio 2011

Vuoto a perdere

(testo)


Sono un peso per me stessa
sono un vuoto a perdere
Sono diventata grande senza neanche accorgermene
e ora sono qui che guardo
che mi guardo crescere
la mia cellulite le mie nuove
consapevolezze (consapevolezze)

Quanto tempo che è passato
senza che me ne accorgessi
quanti giorni sono stati
sono stati quasi eterni
quanta vita che ho vissuto inconsapevolmente
quanta vita che ho buttato
che ho buttato via per niente
(che ho buttato via per niente)

Sai ti dirò come mai
giro ancora per strada
vado a fare la spesa
ma non mi fermo più
a cercare qualcosa
qualche cosa di più
che alla fine poi ti tocca di pagare

Sono un'altra da me stessa
sono un vuoto a perdere
sono diventata questa
senza neanche accorgermene
ora sono qui che guardo
che mi guardo crescere la mia cellulite le mie nuove consapevolezze(consapevolezze)

Sai ti dirò come mai
giro ancora per strada
vado a fare la spesa
ma non mi fermo più
mentre vado a cercare quello che non c'è più
perchè il tempo ha cambiato le persone
ma non mi fermo più
mentre vado a cercare quello che non c'è più
perchè il tempo ha cambiato le persone

Sono un'altra da me stessa
sono un vuoto a perdere
sono diventata questa
senza neanche accorgermene.


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Noemi si supera con “Vuoto a perdere”, ultimo capolavoro di Vasco Rossi

Canzone agrodolce, testo “vascorossiano” interpretato con coinvolgente grinta dalla talentosa Noemi



Suona forte sul web, per le radio, sui canali musicali in tv, al cinema. Suona forte il timbro di Vasco Rossi e Gaetano Curreri. Suona forte la splendida peculiare voce di Noemi. “Vuoto a perdere” ultimo singolo della cantante romana e colonna sonora del film “Femmine contro maschi” di Fausto Brizzi (che cura anche la regia del videoclip di questo splendido pezzo) è un inno alla vita, la vita che va, va avanti malinconicamente. Va avanti, ma arrivati ad un certo punto non ci si guarda più indietro, consci delle proprie consapevolezze.
Per chi dice che Vasco è finito, è un pensionato arricchito (comunque beato lui), ecco questa perla firmata insieme all’amico di sempre Curreri, che confezione come sempre le parole del Blasco con delle note più che perfette.
Eccelsa l’interpretazione di Noemi, degna della grinta di un giovane Vasco che fu.
Da ascoltare a palla e cantarla a squarciagola, mentre con la mente rimaniamo un po’ perplessi sulle nostre vite, brividi che volano via.

Francesco Favia

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martedì 15 febbraio 2011

Addio al calcio per Ronaldo. Un campione in meno.

Gli anni passano per tutti, anche per gli alieni dello sport


E dopo Baggio, Zidane, Maldini, è la volta di Ronaldo, un altro talento che lascia il calcio giocato. Ormai 34enne, al massimo avrebbe giocato ancora per qualche anno, ma per i suoi problemi fisici, che ne condizionavano il rendimento, tra i quali anche l'aumento di peso dovuto all'ipotiroidismo, malattia diagnosticatagli durante la sua permanenza al Milan, Ronaldo ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato.
Durante la conferenza stampa per annunciare l’addio al calcio, Ronaldo ha definito la sua carriera bellissima, meravigliosa ed emozionante. Sicuramente fruttuosa economicamente, meglio poi di noi lavoratori sta senz’altro, anche se non bisogna dimenticare le letterali lacrime versate sul campo, per i suoi atroci infortuni. Comunque la sua vita continua e anche la nostra, in attesa della prossima stella, dato che le superstar del calcio attuale come Messi o Cristiano Ronaldo, alla fin fine non hanno ancora trascinato le loro squadre alla vittoria di qualche trofeo. Magari si spera in Ibrahimović con l’aiuto di Cassano e Pato per conquistare l’Europa calcistica.
A noi non ci resta che pescare qualche vecchio videogame per far rivivere le gesta di Ronaldo o altri vecchi campioni sullo schermo dei nostri televisori
I prossimi ad appendere le scarpette al chiodo chi saranno? Del Piero e Totti?
E noi generazione di trentenni, eterni bambini, ci sentiamo sempre più vecchi, mentre il tempo passa e vede tramontare miti dello sport, della musica, del cinema.


Francesco Favia


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Stefano Bettarini, giustiziere della notte

Le rapine a mano armata sono bazzecole per Superstef

Stefano Bettarini, ex calciatore, e inutile presenza nella trasmissione domenicale “Quelli che il calcio e…” è stato aggredito in un tentativo di rapina, la scorsa notte, nei pressi del portone del suo stabile. Minacciato con una pistola, il prode Bettarini, ha comunque reagito, scaturendo una colluttazione che ha messo in allerta il portinaio che ha prontamente chiamato le forze dell' ordine. Chissà se erano davvero rapinatori o ex scommettitori inferociti o esausti spettatori della trasmissione della Ventura, però alla fine, bravo il toscano a mantenere il sangue freddo ed applicare la sua brute forza su quei brutti ceffi. Alla fine, a chi di noi piacerebbe essere aggredito... ma non credo che la vista di una pistola ci lascerebbe totalmente indifferenti. Comunque il guerriero se l’è cavata con una escoriazione alla fronte, buon per lui.

Francesco Favia
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Prenderei così tutti quelli che mi fanno girare i co...

scena tratta dal film "Quei bravi ragazzi" di Martin Scorsese


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mercoledì 9 febbraio 2011

A Bari si rappa la realtà con Walino, Toki e il Nano

Qui il neorealismo suona duro per le strade della città
In esclusiva, chiacchierata con Nico, in arte Walino

Walino, Toki, Il Nano, Giuan. La scena hip hop è viva e ben presente anche a Bari ed è tanta roba di qualità. Ognuno con le sue storie, ognuno con le sue rime, ognuno col suo stile, questi ragazzi di vita raccontano e descrivono ciò che vedono quotidianamente nelle strade di Bari. Spaccio, abusi, prepotenze. Se il rap è un mezzo di denuncia, ben vengano le rime su tali argomenti.
Attenzione però. Questi ragazzi denunciano anche abusi sulla propria persona e la rabbia verso certe ingiustizie che spesso accadono dalle nostre parti e l’ascoltatore ci si rispecchia e canta con loro, mentre la loro voce incazzata esce a palla dalle casse dello stereo.
Cliccatissimi su Youtube, in città tutti parlano di loro. Il segreto del successo? Raccontano verità.
Toki lo fa citando anche antichi modi di dire e detti tipici del capoluogo pugliese e sottolinea con orgoglio che è nato e cresciuto tra i quartieri Carrassi e San Pasquale, dove ha imparato quanto la vita è amara. Il pregio di Toki, a mio avviso, è la sottile ironia con la quale riesce a sdrammatizzare la cruda realtà di certi stili vita che molti baresi conducono.
Il Nano, ragazzo dotato di gran talento, canta, rigorosamente in lingua barese, che qui da noi si sputa sangue, manca il lavoro e chi se l’è creato deve pagare il pizzo ai malavitosi e Il Nano ci tiene a ricordare che con questa gente non si scherza, meglio non contraddirla per non andare incontro a spiacevoli conseguenze.
I temi sono molto simili si parla di baby spacciatori, rapine, scippi, ma quello che, sempre secondo il mio umile parere, colpisce nel segno, forte come un pugno, è il pezzo di Walino. Il suo vero nome è Nico, ma da sempre chiamato dai suoi compagni di quartiere Walin’ tutt’ stil, ovvero Pasqualino tutto stile, modo di dire barese che intende sottolineare la cura nel vestirsi di una persona.
In “Iè chess realdà” , in italiano “E’ questa la realtà”, racconta le vicissitudine degli abitanti del Quartiere. “U’ Quartir iun è ditt inda tutt la città” come cita la canzone. Enorme quartiere periferico, il quartiere San Paolo, più noto come CEP, acronimo di Centro Edilizia Popolare o acronimo anche di Centro Elementi Pericolosi, è lo scenario della canzone e del video, girato in bianco e nero tra le strade del suddetto quartiere.
Prodotto dallo Studio Cromiae il video incornicia volti, sguardi, edifici dormitori, elettrodotti, scantinati usati come luoghi di ritrovo e dove ci si dedica ad attività ludiche come la “passatella” o, nel caso di Walino, ci si dedica a fare musica. Walino, parole vere, dure, mai banali.
Su Facebook gli dico che mi ricorda un mio zio, credetemi, è uguale.
Mi risponde che sarà che noi povera gente ci somigliamo tutta. Mi dice di essere contento che il messaggio arrivi all’ascoltatore. “La sofferenz la tnime ind all ecchiè, ma sciam nanz u stess” Mi dice. “Hai ragione e credimi, non è retorica, la retorica la fanno Jovanotti, Caparezza, no noi poveracci che ci sbattiamo ogni giorno per due spicci” gli rispondo.
“Yes, man. Esatto non ci fermiamo mai, appena ti fermi sei perduto” Continua il discorso Walino
Io continuo con i complimenti e lo invito a fare un video sul pezzo “Ji so' zamb adaver”, lo trovo fortissimo quel pezzo. Gli confesso che ho tormentato anche la mia raga, in macchina lo mettevo a ripetizione.
“Ma sai che tu e gli atri ragazzi siete argomento di conversazione?” gli faccio “Una sera ne stavamo parlando a cena, e sostenevamo tutti che tu sei il più bravo.”
“Chi?” risponde incuriosito
“Credimi”ribadisco e delucido “Io con dei colleghi, e ti parlo di ultratrentenni”
“Io ho 30 anni quasi” mi dice, poi mi spiega “io sono stato il primo, poi tutti hanno cominciato a fare i video sul filone del mio.”
“Si, classe 1981, per questo viaggiamo sulla stessa linea” gli dico
“Yo!” mi fa “sono contento di essere motivo di conversazione.”“Continua così!”
“Grazie!”
“Tu, dopo Geryl, sei l'unico che mi ha colpito davvero tra i ragazzi di Bari”
“Grazie mille per il supporto e la fiducia.”
“E a Geryl, dopo che lo notai io, quando aveva pochissime visualizzazioni su Youtube, lo hanno poi notato quotidiani locali e poi Telebari, o per farti un altro esempio, io parlavo in giro di Checco Zalone, quando non se lo cagava nessuno su Telenorba, e poi ha sfondato” gli parlo da gran intenditore “Io ho occhio, continua così.” E mi dilungo “Poi a Geryl l'hanno preso a Verde di Rabbia, spero che anche a te propongano qualcosa, il talento va premiato. Mi dice che
su Telebari ci era andato a rilasciare un’intervista. Il giorno stesso, la sera, andai a vedere un suo live in un noto locale della città e devo dire che anche dal vivo, Walino e il suo gruppo “The Concept” spacca di brutto.
Rap, hip hop, musica amatoriale, neorealismo musicale? Definitela come volete questa musica, ma io conosco a fondo la parola sfruttamento.
Per esempio, ed è uno dei tanti casi, quando lavoravo sulle ditte di trasporti, prendevo 500 euro e lavoravo spesso dalle 5 di mattina fino alle undici di sera a volte. E quei spicci che davano quei bastardi, non li volevano nemmeno dare!!!! Li davano ad "acconti" e facevano i furbi, dicendomi che mi avevano dato una cifra avanti, che non corrispondeva, poi, a quanto effettivamente anticipato. Ovviamente arrivando sul pesante, a rischio di fargli chiamare la polizia, riuscii a farmi avere tutto. Kid kin d' merd. E questi al capannone avevano motori di grossa cilindrata, il motoscafo, macchinoni e poi ai camionisti, molti di questi albanesi,e a altri poveri a loro (ed io appresso a loro), gli davano 700-800 euro
E guidavano tutto il giorno su camion e camioncini fatiscenti col rischio di ammazzarsi.
Ma sono tutti così. Anche ad una ditta di infissi, uno degli ultimi lavori prima di Transcom (l’azienda per la quale lavoro da più di un anno ormai), il titolare aveva gippone, motore, commare (amanti) e poi doveva un sacco di stipendi all'operaio che gli portava avanti praticamente la ditta e a me se ne usciva con trecento-quattrocento euro al mese e mi rubava le giornate (non contandole) quel figlio di puttana. E mi spaccavo davvero la schiena, ricordo le porte blindate, inferriate, macigni da salire a piedi anche per sette, otto piani. Se non mi venne l’ernia quella volta, non credo che mi verrà più.
Tutto questo per dire di non prendere alla leggera questi ragazzi, loro cantano verità, l’amara realtà di una Bari e di un sud dedito alla sfruttamento e alle “malazioni”.

Francesco Favia


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lunedì 7 febbraio 2011

Buon compleanno Vasco

Ho visto l'ultimo video di Vasco, è arrivato a 59 anni... com'è invecchiato. Mi fa pensare a come passano gli anni e come sono passati anche per me... e come sono cambiati i tempi. La discografia non produce più grana, manco Vasco investe più nei video, sta continuamente in tour per mantenere il suo stile di vita, solo con i suoi live può continuare a far soldi a valanga.
Comunque lui è ancora qua. Buon compleanno Vasco
P.s.: bellissimo quest'ultimo singolo, ironico e provocatorio allo stesso tempo, molto orecchiabile. Da ascoltare e riascoltare.

Francesco Favia

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