Storia di una principessa e di un fabbricante di sogni
C’era una volta una principessa. Era una principessa bellissima da una lunga chioma profumata.
E c’era una volta un piccolo fabbricante di sogni.
Ognuno dei due viveva in un suo mondo.
La principessa viveva nel benessere della nobiltà.
Aveva tutto: servitori, gioielli e tanti pretendenti ricchissimi.
Il fabbricante viveva nel benessere della fantasia.
Aveva tutto... e niente.
Un bel giorno di una brutta vita si incontrarono per
caso.
La principessa passeggiava tranquillamente per i
prati dopo essere fuggita per un po’ alla noiosa vita di corte.
Ad un tratto vide un bel giovane che stava
stralunato sull’erba.
“Ciao!” disse spontaneamente la principessa.
“Ciao…” rispose sorpreso il piccolo sognatore.
“Che fai?” chiese la ragazza.
“Non si vede?” rispose quasi seccato il ragazzo.
“Dormivi???”
“No. Faccio quello che non si vede.”
“Cioè?” domandò incuriosita.
“Sogno!” declamò il ragazzo.
“Ahh… ma sai che sei strano…”
“…Ma sai che sei antipatica?!?”
“Sei cattivo…”
“Io…sei tu che non ti fai gli affari tuoi.”
Da quel giorno cominciarono a parlarsi ed a vedersi
appena potevano.
“Sai, ho
paura di innamorarmi, ma ho ancora più paura di innamorarmi di te.” Confidò il
fabbricante di sogni. “Tu sei troppo bella ed hai centinaia di pretendenti,
perché dovresti scegliere me, perché soffrire inutilmente…tanto non c’è bisogno
di guardare in una sfera magica per capire che mi rifiuterai.”
“E’ vero non sei l’unico che mi corteggia…” disse la
principessa
“Ehi bella…guarda che io non ti ronzo attorno!”
esclamò questo ragazzo perso che si perdeva negli occhi della bella fanciulla.
“Mi piacerebbe, però…”
Il ragazzo non fece in tempo ad approfondire il
discorso che la principessa sparì.
La ragazza tornò al castello. Era triste, perché
pensava che non avrebbe più rivisto il fabbricante di sogni. Forse si sentiva
in colpa per come lo aveva lasciato o forse era solo l’indecisione che la
faceva sentire così perplessa.
Il nostro sognatore nel frattempo era sdraiato sul
prato, respirava il profumo dell’erba e dei fiori e ascoltava il fruscio
dell’acqua del ruscello.
Osservava il cielo e le strane forme delle bianche
nuvole.
Si addormentava e ogni volta che si addormentava
quella dea chimerica appariva nei suoi sogni.
E quando si svegliava, non gli restava altro che
inseguire quel sogno.
Il ragazzo per dimenticare la principessa decise di
partire, di andare il più lontano possibile da lei, per cercare di
dimenticarla.
La principessa andò al ruscello ed errò per i prati
circostanti alla sua ricerca. Incontrò delle signore pienotte e colme di vita
che cantavano e lavavano i panni nel ruscello.
“Mi scusi” domandò la principessa ad una di quelle
donne “avete visto per caso un giovane uomo? Di solito è sempre qui, da queste
parti…”
“Forse ho capito…”
disse un’altra donna che sentì il discorso “sta parlando di quel
vagabondo, l’ho visto allontanarsi, seguendo il ruscello, con una sacca sulle
spalle.”
La principessa ringraziò e corse al castello.
La principessa avendo capito che avrebbe potuto non
rivedere più il fabbricante di sogni, sentì una sensazione di vuoto, capì di
essersi innamorata di lui.
Spinta dalla follia dell’amore, la sera scappò dal
castello, prese un cavallo dalla stalla, raggiunse il ruscello e galoppò fino
alla fine del corso d’acqua.
Galoppò per svariate ore, illuminata solamente dalla
luce della grande luna piena che c’era quella sera e che si rifletteva
nell’acqua che scendeva a valle fino a raggiungere il mare.
Arrivata al mare, cavalcò sul bagnasciuga.
Era stanca e quasi rassegnata dall’idea di aver
perso per sempre l’amore della sua vita, quando ad un tratto come un fulmine a
ciel sereno vide il sognatore accovacciato sulla sabbia che udiva il dolce
suono delle onde.
Scese dal cavallo e si avvicinò a lui con un
sorriso, metafora di un sospiro di sollievo.
Muta, guardava il giovane sognatore.
Il principe del regno dei sogni, poi si voltò verso
di lei e disse:
“Senti un po’…” richiamò l’attenzione della giovane
principessa “…ma se io mi fidanzassi con un’altra?”
La fanciulla galleggiava in un silenzio che valeva
più di mille parole.
“Crederesti che io ti abbia preso in giro…”
sosteneva il fabbricante di sogni “Allora che devo fare? Morire in solitudine,
perché la principessina che ho qui di fronte non si sa decidere!!”
Il fabbricante di sogni guardò la principessa negli
occhi.
I due giovincelli avevano negli occhi una strana
luce, avevano due sguardi teneri.
La principessa che tanto si mostrava forte, non
seppe resistere ai dolci occhi del piccolo sognatore e lo baciò.
Un romantico bacio incorniciato da una scenografia
spettacolare: l’alba donava al cielo sfumature meravigliose e il mare
rifletteva una luce magica.
Passeggiarono mano nella mano sulla spiaggia e si
godevano quei momenti, quella luce, quei colori, quelle sensazioni.
Il tutto sembrava materiale per un pittore
impressionista, ma era molto di più di un
vecchio dipinto… Era un giovane amore nato per crescere.
Francesco Favia
Racconto scritto nel 2002 tra i
banchi di scuola
© riproduzione riservata
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www.nonsolocronache.com
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Mi stava per venire da piangere...
RispondiEliminaAnche se questo racconto è molto fantasy... non può essere una storia vera, ma io da brava bambina mi sono calata nella storia... quindi complimenti!
ti ringrazio per i complimenti
RispondiElimina