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giovedì 29 dicembre 2011

Franco Califano, Nun me portà a casa





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Chiuso per sfiga




MOH E CHE CAZZ! NON PUOI FARE UN PEPITO
CHE TI MENANO AD UCCIDERE... 

Francesco Favia

SABATO, 19 GENNAIO 2008

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Desiderio di dissolvenza



Vorrei dissolvermi
come una nuvola di fumo,
come  una vibrazione sonora,
consumarmi come una sigaretta,
essere aspirato dal tempo,
e non mi dite che sono un blasfemo,
che devo accettare questo splendido dono che è la vita…
Al diavolo!!!

So io cosa devo fare
e sopportare
per arrivare
con lo stomaco pieno la sera.

Buonanotte,
domani un’altra giornata di merda
mi attende.

Francesco Favia

26/05/2006, ore 20:58

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sbalordito il diavolo rimase quando comprese quanto osceno fosse il bene

"se l'amore è vero amore, niente può separare due persone fatte per stare insieme", ieri dopo tanti anni mi sono rivisto "Il Corvo". Gran figata di film

 

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mercoledì 28 dicembre 2011

Goliardico, il nuovo Benigni, ironizza sulle donne mature

…se e’ un po’ cadente, vabbe’ pazienza …compensa bene con l’esperienza! 

 “Meglio ‘tarda’ …che mai !” è il video di una canzone con cui Goliardico, cantautore di origine livornese, elogia in maniera scherzosa e non volgare la bellezza delle donne mature, invitando contemporaneamente l’uomo “cacciatore” ad accontentarsi nei momenti di “magra”. Curiosità: nel filmato Goliardico fa un cameo (cameriere del bar) al minuto 2’ 42’’. La canzone è anche la sigla del “Radiogiornale Bestiale”, una trasmissione condotta dallo stesso Goliardico ogni domenica mattina alle 10.00 su Ciao Radio (www.ciaoradio.com), un’emittente radiofonica locale bolognese. 
Nel suo sito www.goliardico.com potrete trovare anche altri suoi brani musicali appartenenti al genere comico-demenziale.

Lettore di NonSoloCronache

 

MEGLIO “TARDA”… CHE MAI!
(testo e musica di Francesco Venturini)

UN BEL GIORNO LA VOGLIO TROVARE
QUELLA CHE MI FA BATTERE IL CUORE
MA PER ORA VA BENE LO STESSO
ANCHE QUELLA DA UNA BOTTA E VIA DI SESSO

CON GLI AMICI LA SERA A BALLARE
IN MISSIONE SI VA A RIMORCHIARE
MAI UNA VOLTA TORNASSERO I PIANI
RISULTATO SEMPRE SOLI COME CANI

MEGLIO TARDA CHE MAI
MEGLIO TARDA CHE MAI
GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO
DA TROPPO TEMPO NON BATTO CHIODO
MEGLIO TARDA CHE MAI
MEGLIO TARDA CHE MAI
SE E’ UN PO’ CADENTE VA BE’ PAZIENZA
COMPENSA BENE CON L’ESPERIENZA

TU RIBATTI MA COME MA E’ UN CESSO
IO NON SCENDERO’ MAI COSI ’ IN BASSO
FOSSI IN TE MI VERGOGNEREI TANTO
VAI CON QUELLA E TE NE FAI PERFINO UN VANTO

GUARDA AMICO SARA’ PURE VERO
MA NEANCHE L’AVESSERO D’ORO
SE LA TIRANO GIOVANI E BELLE
E’ COSI’ CHE RESTERANNO POI ZITELLE

MEGLIO TARDA CHE MAI
MEGLIO TARDA CHE MAI
LO SO CHE IN FONDO NON E’ UN GRAN CHE
MA E’ SEMPRE MEGLIO DEL FAI DA TE
MEGLIO TARDA CHE MAI
DI UNO STERILE VIA-VAI
FINCHE’ DI MEGLIO NON CI SARA’
VADO E COLPISCO LEI CHE CI STA

MI SONO MESSO IL PIU’ BEL VESTITO
STASERA SENTO E’ LA VOLTA BUONA
TIRATO A LUCIDO PROFUMATO
MASCHIO LATINO CHE NON PERDONA
PUOI ANCHE DARMI DELL’ALLUPATO
SE VUOI FAI PURE CHI SE NE FREGA
VEDREMO DOPO CHI E’ LO SFIGATO
CHI DI NOI DUE SI FARA’ UNA…

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martedì 27 dicembre 2011

Capodanno a New York, film da evitare

Cast prestigioso riempie un film decisamente vacuo

Se non volete buttare soldini in questi tempi di crisi e non volete reggere per due ore il peso di un’irrespirabile  noia proiettata sul megaschermo di un cinema, evitate di andare a vedere “Capodanno a New York”
Apoteosi della sdolcinatezza mady in U.S.A, pellicola di un’imbarazzante retorica, collage di banalissimi dialoghi e scontatissime scene, questo prodotto cinematografico ai miei sensi  si è mostrato ributtante e per me è bocciatissimo.
L’unico punto forte del film è sicuramente il cast, un cast importante per un prodotto decisamente mediocre.
Halle Berry, Jessica Biel, Jon Bon Jovi, Robert De Niro, Sarah Jessica Parker, Michelle Pfeiffer, Hilary Swank, James Belushi, Alyssa Milano e tanti altri nomi importanti cuciono questa scialba commedia banal-sentimentale.
Commediola soft inaspettata per chi in Italia, visto il titolo, si aspettava un goliardico filmaccio trash, in questo caso magari in stile American Pie e non proprio un cinepattone italiano.
Personalmente ho visto questo film la sera di Natale con amici. Abbiamo optato per questo “Capodanno a New York” in mancanza di valide alternative e sostanzialmente attratti dal cast, dunque l’obbiettivo dei produttori di investire in nomi rilevanti, probabilmente qualche frutto l’avrà dato. Tuttavia al di là del film pessimo, si rischia di trovarsi in sala bande di truzzi, intenti a far casino, presi dalla noia di questo film tutt’altro che avvincente.
Frustrazione di aver gettato soldi + film inguardabile + mocciosetti cafoni dal fiato puzzolente = alto rischio di rissa.
Se consideriamo anche che la sera di Natale molta gente si riversa nelle sale, sale, tra traffico e ressa al botteghino, il livello di stress, quindi sarebbe stato sicuramente meglio essersi visto un film tra le accoglienti mura domestiche.
L’unica cosa divertente è stata vedere gente di ogni età tirata a lucido, firmatissima dalla testa ai piedi, tutti con i melafonini ben in vista. Alla faccia della crisi. Questo, però, è  un altro discorso.

Francesco Favia


Halle Berry

Jessica Biel

Jon Bon Jovi

Robert De Niro

Sarah Jessica Parker

Michelle Pfeiffer

Hilary Swank

James Belushi

Alyssa Milano

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sabato 24 dicembre 2011

venerdì 23 dicembre 2011

Bando alle ipocrisie...

...diciamoci la verità

"Come cazzo è possibile che ad un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l'opportunità di farlo?"


"La vita mi faceva semplicemente orrore. Ero terrorizzato da quello che bisognava fare solo per mangiare dormire e mettersi addosso qualche straccio. Così restavo a letto a bere. Quando bevi il mondo è sempre lì fuori che ti aspetta, ma per un pò almeno non ti prende alla gola."

Charles Bukowski, tratto da "Factotum"


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Ragazzo muore affogato nel water

Orrida prepotenza termina in tragedia

New York, U.S.A. Un adolescente muore annegato nel water della Saint Patrick High School, aggredito e messo di forza a testa in giù nella tazza da una banda di teppistelli ispanici. 
Il quindicenne J.J. Jameson, tenuto per diversi minuti a testa in giù, sotto il getto dello sciacquone, non ce l’ha fatta a resistere all’ indegna tortura,  morendo asfissiato.
Probabilmente se fosse stato soccorso prontamente si sarebbe potuto salvare, ma i quattro bulli, vedendo il ragazzo privo di coscienza, lo hanno abbandonato sul lurido pavimento, scappando vigliaccamente. Non c’è stato nulla da fare al ritrovamento del ragazzo riverso nel suo tragico destino. Fermati i responsabili.

Francesco Favia

Fonte: dal web

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Governo Monti, dopo le tasse, gli aumenti e le pensioni, adesso si pensa ad attuare la riforma del lavoro.

L’Italia, le nostre vite, affidate ad un governo tecnico
Riusciranno a salvarci? L’editoriale di Francesco Favia


Governo un po’ medico, un po’ supereroe

Tra le riforme delle manovra “salva Italia” del Governo Monti, fa molto discutere negli ultimi giorni la riforma del lavoro ed in particolare il punto dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ovvero quello che afferma che il licenziamento è valido se avviene per un giustificato motivo.
Subito c’è stato l’alt dei sindacati, pronti a criticare le proposte della Ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Un governo tecnico essenzialmente voluto dall’Europa, per salvare la nostra nazione da ulteriori tracolli, che avrebbero ulteriormente danneggiato non solo l’economia europea, ma probabilmente anche l’immagine nel nostro continente al cospetto del resto del mondo.
Per il momento le azioni di questo governo tecnico hanno lasciato l’amaro in bocca a molti italiani, dinanzi alle diverse tasse e i diversi aumenti imposti. Molti poi che erano prossimi alla pensione, ormai rimandata di diversi anni, sono rimasti letteralmente basiti. Sarà dura per un ultrasessantenne continuare a fare l’operaio, alzare pesi, fare turni di notte o anche resistere allo stress di alte tipologie di lavoro, all’apparenza non particolarmente usuranti. Sarà dura per le loro coronarie.
Azioni che sono servite per salvare un malato terminale, per usare la frequente metafora adoperata dai rappresentanti di questo supereroico governo.
Adesso stanno lasciando non pochi aloni di perplessità le intenzioni del governo di migliorare le condizioni lavorative in Italia, cercando di aumentare le possibilità di assunzioni e cercando, finalmente, di abolire il precariato.


Articolo 18, agnello sacrificale


Senz’altro è da capire chi ha un lavoro da tanti anni e vorrebbe difenderlo, ma non credo che l’articolo 18 sia sostanzialmente un’arma di difesa. Paradossalmente spesso diventa un’arma di suicidio, causa spesso di mobbing e di forti pressioni psicologiche e soprusi dell’azienda che per anni ha sfamato il lavoratore. Ciò non toglie che magari il lavoratore abbia contribuito fortemente alla produttività aziendale, ma se così fosse, non si avrebbe motivo di licenziare il dipendente.
A volte però si abusa di questo diritto e ci si appella troppo facilmente ai sindacati, specie quando un sindacato stesso ha inserito un lavoratore in un determinato contesto lavorativo; altre volte i sindacati prendono ulteriormente in giro, chi magari si era sudato il posto, dando un’ ulteriore beffa a un povero Cristo, impotente davanti alla compiacenza tra azienda e sindacato.
Dunque se il sacrificio di quest’agnello servisse ad abolire tutte le forme di precariato, che sia fatto fuori l’articolo 18.
Tanto in questo periodo di crisi, è facile trovare giuste cause da parte delle aziende. Mancanze di commesse, perdita di appalti, non si vende più, non si fattura più e via con i tagli del personale. 
A questo punto, crisi per crisi, cercassero di favorire le assunzioni, quindi contratti a tempo indeterminato per tutti, da subito, con maggiori tutele col passare degli anni e quindi con l’acquisizione dell’anzianità di servizio.
Certo se si mettesse in pratica tutto questo, dovrebbero mettere in pratica anche quello che hanno detto sugli ammortizzatori sociali.
E se i sindacati non sono d’accordo è perché hanno i loro interessi da difendere, non certo quelli dei lavoratori. Negli  ultimi anni hanno perso gran parte della loro credibilità, con un provvedimento del genere perderebbero gran parte della loro presunta utilità.
Alcuni esponenti delle classe politica sostengono che non si eliminerebbe la precarietà, essendo alla fin fine dei contratti a tempo indeterminato molto instabili, che favoriscano il potere di licenziamento.
Al sottoscritto, cittadino del Sud, preoccupa in realtà un altro aspetto. L’aumentare del lavoro nero, molto presente prima che lo legalizzassero con i vari contratti di collaborazione privi di ogni tutela e qualsiasi minimo diritto. Assumere un lavoratore costa, è non sarà di certo il favorire l’azienda a licenziare un dipendente ad agevolare le assunzioni.


Un malato che non vuole guarire


L’Italia è un malato che non vuole guarire, un tossico che non vuole disintossicarsi.
Gli evasori sono tanti, tantissimi e spesso a farne le spese sono i lavoratori stessi, con contratti e buste paga non corrispondenti alla realtà del lavoro svolto.
L’Europa chiede che il nostro Paese si adegui alle più forti economie mondiali, quindi partendo dalla base della produttività, i lavoratori. Quindi contratti più stabili, ma più flessibili, ma con più facilità di reinserimento nel mercato del lavoro. Così funziona spesso all’estero. Ce la farà l’Italia, Paese di piccole imprese di artigiani, di piccole fabbriche, di imprese agricole a restare al passo coi tempi?
Un Paese dove la globalizzazione si è dovuta adeguare, dove spesso le multinazionali per ottenere gli appalti, si sono visti comunque costretti ad assumere gli amici di amici!
Un Paese fermo da 15 anni, dove la mia generazione non ha ottenuto nessuna stabilità, dove i raccomandati sono fieri di ammettere di aver avuto un posto perché conoscevano Tizio o Caio, e dove molti miei coetanei sopravvivono a progetto!
Un Paese costretto ad emigrare, perché qui non c’è posto!
Un Paese vittima dell’industria universitaria, produttrice di masse di disoccupati sognanti un posto stabile nel terziario che abbonda in un Paese obsoleto, dove noi meridionali e gli immigrati riuscivamo, fino a non molto tempo fa’, a stabilizzarci in qualche fabbrica del nord.
Io non so che fine faremo. Abbiamo toccato il fondo già da un po’. Sprofonderemo come la Grecia?
Per il 2012, anno della fine del mondo secondo le profezie Maya, è prevista recessione, il prodotto interno lordo diminuirà.
Mi stupirei se presto terminerà questa flessione, dato che non si è fatto che creare generazioni di precari, impossibilitati a crearsi un futuro e di conseguenza a spendere, bloccando di fatto l’economia del Paese in un assurdo e forse voluto circolo vizioso.
La politica è fatta di chiacchiere. Le chiacchiere, si sa, non riempiono lo stomaco. Il governo Monti ha fatto i fatti, operati poco graditi per il momento, anche se molti concordano sulla necessità di questi aumenti, queste tasse. Speriamo che continuino attuando una rigorosa riforma del lavoro, adeguando l’Italia al resto del mondo civilizzato.

Francesco Favia

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Tutto sul lavoro e sulla crisi economica, leggi




lunedì 19 dicembre 2011

Every breath you take

Video & testo

 

Every breath you take 

Every move you make 

Every bond you break 

Every step you take 

I'll be watching you 


Every single day 
Every word you say 
Every game you play 
Every night you stay 
I'll be watching you 

O can't you see 
You belong to me 
How my poor heart aches with every step you take 

Every move you make 
Every vow you break 
Every smile you fake 
Every claim you stake 
I'll be watching you 

Since you've gone I been lost without a trace 
I dream at night I can only see your face 
I look around but it's you I can't replace 
I feel so cold and I long for your embrace 
I keep crying baby,baby please!!! 

Every move you make 
Every vow you break 
Every smile you fake 
Every claim you stake 
I'll be watching you 


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domenica 18 dicembre 2011

Apatia



Come la cacca restiamo fermi,
immobili,
con tante fastidiose mosche che ci ronzano
intorno
con  squilli polifonici e vibrazioni ruspanti.

L’apatia pervade i nostri pori.
Non ci resta che canticchiare per non pensare al suicidio
o darci da fare per ottenere la pseudo felicità del denaro.

C’è tanta voglia di morire,
ma chissà cosa ci trattiene dal voler continuare a vivere…
Voler continuare…
Insomma, si continua…
Si vive,
male,
ma si vive…

L’unica vera libertà,
forse,
è davvero morire…
forse non sarà vera,
ma comunque ci si libera dalle responsabilità,
dai sensi di colpa,
dai rompipalle…

Si manda tutto a fanculo
e non ci si vede più.

Francesco Favia

26 maggio 2006, ore 20:38


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venerdì 16 dicembre 2011

Finale di poesia




…compagna mia,
non andare via…


Francesco Favia


26 maggio 2005 



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Maledetto malessere



Pervaso da ansia lacerante,
la paranoia sembra essere il mandante…
Sto male e non capisco il perché…
Ma l’origine del mio male non so qual è…
Forse un giorno, fra un mese o fra cent’anni,
avranno fine i miei malanni…
Non so se morirò a causa di un incidente o di una malattia,
ma alla fine cosa conta, cosa vuoi che sia…
Forse mi farò un buco qui, proprio sulla tempia,
ma se non vuoi, allora cercherò di far sì che la luce non si spenga.

Francesco Favia

giovedì 10 gennaio 2008 ore 00:20


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Uomo intelligente

Da Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij


‎Forse io mi credo un uomo intelligente proprio e solo per questa ragione, che in tutta la vita non m'è mai riuscito di portare a termine nulla

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martedì 13 dicembre 2011

Francesco, 20 anni, muore nell’allestimento del palco di Jovanotti per un pugno di euro

Francesco Pinna, icona di una generazione, manifesto di un’epoca… altro che Simoncelli.

Ennesima tragedia sul lavoro. Morire per 5 euro l’ora.  Questa volta la morte bianca sta suscitando un certo clamore, in quanto avvenuta durante l’allestimento del palco per il concerto di Jovanotti a Trieste dell’ “Ora Tour”, al momento sospese tutte le date.
La vittima è un ragazzo. Una vita di solo 20 anni, ormai spezzata. Francesco Pinna è morto così, lavorando per pochi euro. Un ragazzo del posto, di Trieste. Studiava e si dava da fare per guadagnare qualche soldo per mantenersi. Assoldato probabilmente per coadiuvare il lavoro dello staff fisso.
Probabilmente molta gente, molti ragazzi, che in quest’epoca precaria lavorano tramite agenzie di lavoro interinale o agenzie che lavorano a commesse e pagano a cottimo, si saranno riconosciuti in Francesco, morto nel montaggio del palco di un ricco artista di successo.
Nella disgrazia avvenuta, si contano anche sette feriti, tutti uomini, tutti molto giovani, tra i quali, uno ricoverato nel reparto di rianimazione.
Francesco Pinna, foto tratta da Facebook




Ora quello che mi domando, e non sono il solo dato i commenti che ho letto in giro per la rete, si può morire così, in questo modo, a soli 20 anni per pochi euro? E magari si eleva ad eroe un Marco Simoncelli o un Pietro Taricone che hanno avuto una vita fortunata e sono morti per un gesto azzardato, per il gusto del brivido, per la sfida di superare loro stessi? 
Al pilota romagnolo si svolsero addirittura i funerali in diretta televisiva! Fino ad allora ai più era solo una copia di Valentino Rossi!


Con tutto il rispetto dovuto alle loro anime e alle loro famiglie, in giro la stragrande maggioranza della gente si ammazza di LAVORO e spesso muore sul LAVORO!
Sono discorsi che sostengo da tempo con amici e colleghi, ora lo scrivo, cazzo!
Noi siamo il popolo, noi siamo la gente che si sbatte, che soffre, che non riesce ad arrivare a fine mese, che pieni di debiti tiriamo la cinghia e sopportiamo le angherie sul LAVORO!
Rientriamo la sera dopo otto, dieci ore di lavoro esausti fisicamente e psicologicamente e magari scarichiamo la nostra frustrazione a casa con chi ci è vicino.
Siamo noi gli eroi, non loro, non gli artisti, non i calciatori, non i politici! E noi precari, lavoratori anomali, consuetudine di questi tempi moderni, non siamo eroi, siamo di più, siamo dei martiri! Dei santi, poiché miracolosamente, senza  certezze e con pochi soldi riusciamo comunque ad andare avanti e costruirci una vita. L’Italia è il Paese della partita iva, rappresentanti, promotori, artigiani, avvocati, mediatori, ma molti di questi lavoratori fanno la fame!
Vi prego non chiamatela demagogia, perché non sono né un politico, né un artista affermato. Sono un povero cristo come tanti, uno dei tanti pezzenti che viene calpestato ogni giorno dalla vita e che sputa sangue per pochi euro.
Dobbiamo smetterla di venerare calciatori, cantanti, politici. Si possono amare le gesta sportive, le canzoni, i fatti. Per il resto quella gente non è tanto meglio di noi. Sono persone con i loro pregi e i loro difetti. Persone che fanno del business che i “comuni mortali” alimentano.
Smettiamola di andare alle partite, al teatro, ai concerti, ai comizi. Se proprio non possono far a meno di esibirsi, questi individui e chi gli sta dietro dovrebbero abbassare i prezzi dei biglietti per assistere alle loro esibizioni. In questi tempi di crisi e di sfruttamento lavorativo, pagare 50, 100 euro per assistere ad una partita, ad un concerto, ad un’opera teatrale è un insulto alla dignità dell’uomo che la mattina presto si alza e affronta la giornata per portare il pane a casa.
Basta idolatrare gli imbecilli e mi auguro che quest’ennesima morte sul lavoro - così eclatante perché la vittima è giovanissima ed è scomparsa in un contesto molto rilevante -  possa iniziare a dare più importanza alla gente che si incontra ogni giorno, che lavora , non ai cosiddetti divi.

Francesco Favia


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