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domenica 20 settembre 2009

La tragedia del sopravvivere

Quattro morti al giorno sul lavoro, non succede nulla. Sei militari morti, tutti in lutto?

Leggo sul sito de “L’Unità” un articolo che mi inquieta non poco. “Laureato, perde il posto da muratore e si uccide” Vi riporto un passo di questa notizia “L'uomo, che fino al 2000 ha lavorato come vigilantes in un istituto di sicurezza, da otto anni si arrangiava con lavori saltuari, contratti a tempo determinato presso il Comune e presso alcune ditte in attesa della chiamata per l'insegnamento. Ieri l'epilogo di una situazione economico-finanziaria e psicologica ormai devastante: la ditta, dove era impiegato come muratore da un paio d'anni, ha comunicato al quarantanovenne che da lunedì non avrebbe più lavorato.”
L’uomo che ha lasciato, oltre la moglie, due bambini di sei e tre anni, era laureato in Matematica e Fisica. La morte fa parte della vita, ma al sottoscritto dispiace molto più questa tragedia umana, di una persona che non riesce a tener testa alla vita, che altri tipi di tragedie, magari legate a conflitti bellici. Nessuno nei Paesi industrializzati è costretto a partire per certe missioni, chi ci va è consapevole che potrebbe incappare in un atroce destino. E non mi venite a dire che chi parte in certe terre, lo fa per la famiglia, perché mio padre è sempre stato lontano dai propri cari per portare qualche soldo in più, ma non è mai andato in guerra. Soldatini, vi piace giocare alla guerra, perché non provate ad imbarcarvi sui pescherecci come mio padre? Perché non andate a mangiare la polvere in qualche cantiere? Perché non andate a spaccarvi la schiena in qualche supermercato o in qualche ditta di trasporti? Non vi dico di mettervi sui libri, perché se non hai la giusta conoscenza, col titolo di studio ci si pulisce solo il culo, tanto vale andare a fare gli operai e guadagnare i soldi per una propria dignitosa indipendenza.
La vita, per quel che se ne dica, è brutta. E non ci son cazzi. Fa parte della natura, lottare per sopravvivere. Lo fanno tutti gli esseri viventi, esseri umani compresi. Chi dice che la vita è bella, la confonde con la bella vita, che la fanno quelli con tanti soldi, spesso non guadagnati onestamente. Funerali di Stato per uno che è morto di vecchiaia nel lusso di Montecarlo. Fanculo! Io farei un funerale di Stato per ogni povero Cristo che muore sputando sangue sul lavoro.
La vita può essere fatta di momenti belli o piccole cose piacevoli come possono essere la solidarietà fra colleghi, l’abbraccio di un amico, fare l’amore con la donna che si ama.
Per la gran parte del tempo si soffre e pur stringendo i denti, ci si accorge che gran parte degli sforzi restano vani.
Forse bisognerebbe passare dalla parte del ragionier Casoria, come diceva Totò ne “La banda degli onesti” o forse arrendersi e farsi ammazzare dalla vita. Perché il suicidio non è una morte voluta, ma solamente una resa, ci si lascia trasportare dalla corrente della depressione, finché la vita ti scaraventa di forza in una chiassosa cascata assassina.

Francesco Favia
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