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martedì 30 giugno 2009

Da Pier Paolo Pasolini a Michael Jackson, scissione tra uomo e personaggio

Casi e condanne di personalità dell’arte e della finanza. Differenze tra giustizia americana e giustizia italiana

Vorrei segnalarvi questo link http://www.loccidentale.it/autore/daniela+coli/su+pasolini+ricordiamoci+la+lezione+di+polanski.003286 , dove potete trovare un pezzo scritto da Daniela Coli su “L’Occidentale”. Il post è datato 21 giugno 2007 e coglieva la decisione di Walter Veltroni, allora sindaco di Roma, di far riaprire le indagini sull’uccisione di Pier Paolo Pasolini, per parlare di come si sarebbe dovuto condannare il suo andare con i ragazzini, prendendo l’esempio oltreoceano del caso Polanski.
A mia volta, vorrei cogliere la palla al balzo, per discutere di come alla gente famosa sia stato e sia concesso ciò che i comuni mortali non dovrebbero nemmeno osare pensare.
Daniela Coli ricorda al lettore delle insane abitudini dello scrittore di rimorchiare ragazzini di borgata “adescandoli col miraggio di una comparsata in uno dei suoi film, oppure anche solo con l’illusione di entrare nel suo giro dorato” o magari, aggiungerei io, semplicemente offrendogli un po’ di prezioso denaro.
La Coli cita, poi, anche un altro personaggio illustre, Roman Polanski , il regista del film cult, uscito nel ’68, il celebre “Rosemary's Baby”, nonché premio Oscar nel 2003 per la pellicola “Il pianista”.
Polanski, qualche anno dopo la brutale perdita di sua moglie incinta, trucidata dai compari del noto criminale Charles Manson, fuori di testa e sotto effetto di droghe e alcool sodomizzò una ragazzina di tredici anni. Condannato dal tribunale americano nel ’78, il regista fuggì in Europa per evitare il carcere.
Due esempi pesanti, di due grandi menti illustri del ‘900. Io per primo sono un estimatore di “Ragazzi di vita”, del demoniaco “Rosemary’s Baby” o anche, per assurdo della canzone “Gabri” di Vasco Rossi (per il quale rocker Polanski girò il video del singolo “Gli Angeli”), ispirata dall’indimenticabile trasmissione pomeridiana “Non è la Rai”, dove si esibivano non solo indiavolate quindicenni, sedicenni, diciassettenni, ma anche tredicenni e quattordicenni. Bah… non so se con l’avvento del XXI secolo siamo diventati più bigotti, ma le minorenni, seppur oggi istigate dal velinismo nel praticar la sfacciataggine, dovrebbero esser considerate poco più che bambine e non guardarle sotto certi punti di vista, soprattutto le under quindici.
E quello che vorrei puntualizzare fermamente è che se un pinco pallino qualunque molestasse una minorenne, verrebbe linciato, mentre una persona famosa è tuttavia tollerata da molti!
Io sono il primo a scindere l’artista dall’uomo, ma comunque, pur non denigrando le opere di certi maestri, gli uomini quanto tali, dovrebbero pagare le proprie colpe, soprattutto se così gravi.
Pasolini e Polanski sono solo due esempi, ma ultimamente ci sono stati diversi casi.
Nei scorsi mesi si è discusso molto sulla rete del fenomeno del web lanciato dalla Gialappa’s e da Maccio Capatonda, ossia Alessio Saro, alias Billy Ballo, che magari provocato o meno, doveva evitare di portare a spasso sulla sua cabriolet una tredicenne e passare la notte con lei, nemmeno fosse una comune ventitreenne.
Un altro caso è stato Michael Jackson, martoriato probabilmente da squallide illazioni, al solo scopo di spillargli denaro, ma col risultato di contribuire alla sua inarrestabile depressione che lo ha portato alla prematura morte. Jackson si è sempre dichiarato innocente ed effettivamente non ci sono mai state prove che confermassero le sue molestie, tant’è che fu assolto dai giudici. E’ difficile pensare che chi amasse tanto i bambini, da costruire a proprie spese un grande parco divertimenti nella sua proprietà privata, anche per quei bambini meno fortunati economicamente o prossimi alla morte, perché malati terminali, potesse esser capace di gesta a dir poco spregevoli.
Si potrebbe anche ipotizzare di un complotto architettato da potenti discografici, con i quali Jackson rifiutò di rinnovare il proprio contratto. Tutto si può supporre, però mentre molti ragazzi, tra cui Macaulay Culkin, descrissero Jackson come una persona eccezionale, non capace di certi atti, per Pasolini, invece, erano risaputi i suoi vizi, tant’è che fu così che andò incontro alla morte. E se davvero lo volevano far fuori Pasolini, in quanto esprimeva pesanti, seppur sacrosante, verità, si vede che i suoi nemici conoscevano benissimo le sue cattive abitudini.
Così come la sinistra gioca sui vizi del Premier per far cadere questa dittatura democratica. Un altro presunto caso di abuso su minori sembrerebbe essere quello di Silvio Berlusconi su Naomi Letizia, ma anche qui, si parla di supposizioni o illazioni della stampa di sinistra. Illazioni che si basano su un’evidenza, che seppur si cela nel dubbio, eclatante.
E se non è Berlusconi, è comunque abitudine di molta gente fare come Pasolini, promettere importanti gratificazioni economiche o professionali in cambio di gustose attenzioni sessuali. Il caso della D’Addario è esplicito, lo ha ammesso lei stessa che si aspettava un aiuto burocratico per delle concessioni edilizie. E’ tuttavia discutibile che la gran parte degli italiani giustifichi i comportamenti di Re Silvio, infatti dovrebbero sapere che tale tolleranza ad ognuno di loro non sarebbe concessa dall’opinione pubblica.
E’ ovvio che in Italia, come la pubblica opinione, la legge è uguale per tutti solo in teoria, soprattutto se si tratta di un uomo di immenso potere, non solo politico, ma soprattutto economico, ma nel gran puttanaio del nostro Paese, dove è normale darla per far carriera o avere altri tipi di favori, si dovrebbe condannare duramente chi plagia ragazzine, mostrandole in anticipo lo squallore della società.
Negli Stati Uniti, e la notizia è proprio di oggi, è stato condannato proprio un potentissimo, Bernard Madoff. Certo, la natura del reato è diversa da quella di cui vi sto parlano, ma è da apprezzare la fermezza della giustizia statunitense e della pesantissima sentenza emessa: centocinquant’ anni di carcere. In Italia tale Madoff si sarebbe fatto qualche anno di carcere, per poi passare ai domiciliari. Si pensi a Tanzi, condannato a dieci anni di reclusione, niente in confronto dei centocinquant’ anni di Madoff. Certo che insieme a Tanzi l’avrebbero dovuta pagare tutti quei potenti della politica, delle banche e dei giornali, organizzati con egli nella grande truffa ai piccoli risparmiatori.
In Italia se si ammazza qualcuno, con tutte le attenuanti inventate dagli avvocati, si può rimanere in carcere dai 15 ai 20 anni. Trent’anni se si è commesso un efferato delitto, magari legato alla mafia, al terrorismo o alla pedofilia. Negli States per tali reati, se non condannano a morte, comunque buttano la chiave, come urla la parodia di Franco Ordine.
Gli USA sono un Paese dove non tutto funziona con senso, ma credo che il mondo dovrebbe prender esempio dalla severità della sua giustizia. E non parlo delle discriminazioni che avvengono sulla gente di colore o sui poveri, perché quelle avvengono anche in Europa, nonché in Italia se non hai i soldi per pagare un avvocato decente, ma mi riferisco essenzialmente alle pene.
Se in Italia si condannasse pesantemente uno scippo, penso che ci sarebbero molti meno reati di pedofilia e di stupro.

Francesco Favia


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venerdì 26 giugno 2009

E’ morto Michael Jackson

La sconvolgente notizia emerge dalla rete

Era circa l’una del mattino. Ero ancora in balìa del mio cazzeggio quotidiano sul web, quando ad un tratto scorgo su Facebook, un gruppo con la foto di Michael Jackson e la scritta “Ci mancherà”.
Pensavo che si riferisse al Michael dei tempi d’oro o ad uno scherzo di cattivo gusto, a maggior ragione per via che l’aveva pubblicato Belzebù Satana, uno dei tanti strani personaggi fantasiosi che ho tra gli amici del noto social network. Ci clicco tuttavia e nella descrizione del gruppo, leggo “E’ morto Michael Jackson”. Rimango per una frazione di secondo pietrificato.
Vado a verificare sul sito dell’ANSA ed ho la conferma. Inizio poi a girovagare tra Youtube, blog e siti d’informazione, nonché sui siti dei maggiori quotidiani nazionali. La notizia è fresca, ma la rete è in fermento. La prima a darla, è stata proprio un sito web, www.tmz.com
Vengono anche pubblicati video su Youtube di fan quasi in lacrime che raccontano la loro passione per la musica di Jacko, mostrando in camera i vinili del grande artista scomparso. Dopo pochi minuti dalla messa in onda, sono stati inseriti, sempre su Youtube, i vari telegiornali della notte che hanno dato per primi la notizia sulla tv italiana.
In tutto questo via vai di notizie, nel 2009 Facebook ha avuto la meglio sui principali organi d’informazione, per quanto riguarda il mio caso, confermando l’assurdo fenomeno nato dalla mente di Mark Zuckerberg.
C’è chi scrive che amava la sua musica, amava l’artista e non l’uomo e i suoi errori. Effettivamente era idolatrato senza dubbio per ciò che ha prodotto musicalmente e per i suoi strabilianti passi di danza. Diverso forse sarebbe per una rockstar che magari affascina anche per i propri eccessi.
Michael era il re del pop, colui entrato nel Guinnes per le copie di dischi venduti. “Thriller” su tutti.
Le sue gesta eccentriche nella vita privata erano solo pane per i giornalisti e le accuse di pedofilia, seppur gravi, nonostante l’assoluzione da parte dei giudici, interessano poco ai fan, che scindono l’uomo dall’artista.
E’ una grave perdita, milioni di fan e mostri sacri dello show business si dichiarano sconvolti. Qualcuno sul web invece scrive “Evviva, un pedofilo in meno”. E chi lo dice che non fu tutta una montatura per spillargli denaro? Macaulay Culkin era molto amico della popstar e non ha mai detto di essere stato molestato. Jackson era un bambino cresciuto, non penso fosse un pedofilo. Poi i fatti li sanno solo i diretti interessati. E' normale che se fosse stato un pedofilo, ci fu a questo punto un grave errore nell'assolverlo. Tutta la vita di Jackoson d'altronde fu un alleggiare di dubbi, dalle vicende familiari, amorose, di salute, economiche, passando da quelle giudiziarie fino ad arrivare al mistero della sua morte.
Quando ero bambino ricordo che i suoi videoclip erano molto programmati, la sua musica si sentiva spesso. Mia madre stessa ama molto la canzone “Billie Jean”.
E lo scorso inverno, in un bar, una sera, avevano messo un dvd di un suo vecchio concerto e ricordo che mi emozionai davvero tanto. Era davvero un gran ballerino.
Mi piace ricordare l'artista degli anni '80 e al massimo quello dei primi anni '90 che faceva il testimonial alla Pepsi. Poi partì col cervello, si sa.
Se penso che avevo il videogame per il Sega Master System II di Smooth Criminal!!!! Vojo tornà bambino!!!
Ormai era scomparso dalle scene, anche se si apprestava ad un ritorno con delle date a Londra, che adesso a quanto pare creerà non pochi problemi legali, dato che si erano già venduti parecchi biglietti. Era sparito da tempo il Michael di una volta, ma adesso insieme ai vecchi cartoni giapponesi, ai vecchi telefilm, a Bim Bum Bam, Solletico è un'altra parte della mia infanzia che non c'è più.

Francesco Favia


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mercoledì 24 giugno 2009

Michele Emiliano distrugge il suo avversario al ballottaggio. La città va avanti.

Vince l’onestà, vincono i fatti, vince un amatissimo cittadino barese, vince Michele Emiliano

Erano quattro gatti a vedere quella gran donna della Tatangelo. Da Emiliano c’era il delirio.
Forse i sostenitori del PdL non sono avvezzi alle “cozzalate di piazza”, così come qualche berlusconiano ha dichiarato su Facebook, sostenendo che “preferivano restare concentrati nell’attesa della schiacciante vittoria”. La schiacciante vittoria c’è stata, ma da parte di Michele Emiliano, com’è ormai noto, riconfermando l’entusiasmo dimostrato dai baresi, proprio nell’ultimo comizio prima dell’epilogo del ballottaggio.
Silvio, si sa, chiude le piazze adesso, i suoi seguaci appartengono ad un elite. Per vincere le elezioni, conta però il numero di votanti. E con la vittoria di Michele Emiliano, c’è stata la vittoria della città. Perché la città è fatta di persone per bene, di gente normale, che lavora duramente ogni giorno o cerca disperatamente un posto, un ruolo in questa giungla. La gente che lotta per sopravvivere è la stessa gente che vive la città. Vivendo la città, ci si accorge dei tanti miglioramenti avvenuti nel capoluogo pugliese. Oggettivamente, pur rispettando le idee della gente di destra, della gente normale, che suda anch’essa per portare il pane a casa, non si poteva davvero dare le redini della città nelle mani di chi la rovinò in dieci anni. Non ci si poteva fidare di chi prese in giro la cittadinanza, speculando col denaro pubblico.
Michele Emiliano è stato accusato di populismo, ma alla fine tutti i politici fanno uso della demagogia più spiccia.
Destra, sinistra, non è questa la questione. Michele Emiliano ha sempre sostenuto di essere lontanissimo dalle idee comuniste. Se si vive a Bari, si deve pensare alla città. Bisogna pensare che fino a non molto tempo fa’, tutta la gente che viene in città dal periferico quartiere San Paolo, ci impiegava quasi mezzora con l’autobus, adesso dieci minuti con la metropolitana. Io, personalmente, avevo una ragazza, molti anni fa’, che abitava in quella zona e posso affermare che quel tragitto era un’odissea.
Il populismo fa parte della politica, solo che Emiliano la fiducia delle periferie l’ha ripagata. Ha riqualificato i quartieri San Paolo; Loseto, dove prima non c’erano nemmeno i segnali stradali, lo so benissimo, perché ci abita da vent’anni mia nonna; ha dato poi nuova linfa al famigerato Enziteto, rinominato San Pio dalla sua amministrazione.
Simeone Di Cagno Abbrescia in periferia non ci ha mai messo piede, non solo in campagna elettorale, ma nemmeno quand’era sindaco (angor c’ frecn u’ rolex).
Perché si sarebbe dovuto votare una persona che se ne infischia della cittadinanza e che comprò le case a Barivecchia con due soldi, restaurandole col denaro del comune per poi rivendendole al triplo, se non al quadruplo? Capisco che per molti, e forse anche per me, il mito sia Gordon Gekko, personaggio del film “Wall Street”, interpretato egregiamente da Michael Douglas, ma quei soldi usati da Di Cagno Abbrescia erano di noi cittadini baresi e l’ex sindaco approfittò di tutta la fiducia concessagli dalla cittadinanza. Questi sono fatti, questa è storia. I baresi sembra che non l’abbiano dimenticata e i risultati del ballottaggio parlano chiaro.
Non credo che si sia mai visto un sindaco portato così in trionfo da migliaia di baresi, camminare per le strade seguito da una folla che lo acclama e che urla impazzita quando dal palco parla, nemmeno ci si trovasse di fronte una rockstar. Ed io non so se quella dei trentamila posti di lavoro sia una cazzata da campagna elettorale e non sono uno di quelli che difende a priori tutto quello realizzato da Michele Emiliano, tant’è che francamente penso che la pista ciclabile, come sostengono quelli del centrodestra, sia davvero un’opera inutile, dando davvero l’impressione di uno spreco di denaro pubblico, ma molti cittadini comunque l’apprezzano com’è giusto che sia.
Resta comunque il fatto che chi amministrò prima di Michele, combinò molteplici danni in città, speculando non poco col denaro pubblico. Michele ha concretizzato le sue promesse, ha fatto i fatti, perché i baresi non avrebbero dovuto concedergli ancora fiducia?
Michele, come Nichi. La gente li chiama per nome. Se la gente li ama è perché non è gente arrogante e impettita; come ha detto D’Alema con loro vince il cambiamento e un modo diverso e più umano di fare politica.

Francesco Favia



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venerdì 19 giugno 2009

Scandalo italiano

Silvio, Patrizia e la Bari bene

Ennesimo scandalo si abbatte sul Silvio nazionale, che riduce il tutto a “spazzatura gettatagli addosso dalla sinistra”. Un po’ come i magistrati che lo condannano solo perché “schierati”.
Una nuova Noemi, porta alla luce nuovi retroscena sui party di Silvio e company. Patrizia D’Addario, in arte Patrizia Brummel, escort prestata alla politica, sistema che l’ha prontamente disillusa, parla dei suoi cachet per la partecipazione nell’ottobre e nel novembre del 2008 a due serate a Palazzo Grazioli.
Frequentava il gran puttanaio della “Bari bene” , dedita alla scalata sociale, nutriva anche ambizioni artistiche, infatti seguendo la corrente del “velinismo”, non si faceva mancare book fotografici e contatti con varie agenzie della città, una delle quali, la “Stadium Pictures” della quale risultava socia amministratrice. Cercava contatti anche con le televisioni locali e come confermatomi dal direttore di Telebari Miki De Ruvo, cercò di proporre, insieme ad un presentatore, tale Gianni Roman, uno show; il prode De Ruvo gli rifilò un due di picche. Quando Miki De Ruvo lasciò temporaneamente Telebari, sembra che riuscirono a prender dei contatti con Francesco Monteleone.
Destra o sinistra, la tizia mi sembra un gran troione, impressione del tutto personale, non querelatemi come D’Alema, anche perché se mi si vuol mandar per stracci, già lo sono, essendo un disoccupato nullatenente. Mi rimane giusto la libertà di pensiero e questo portatile, sempre fino a quando il parlamento italiano non si deciderà davvero di oscurare i blog, Youtube e Facebook come in Iran o in Cina o in Corea del Nord.
Berlusconi mi sembra un uomo come tutti noi, amante della fregna, ma che dovrebbe tutelare maggiormente la sua privacy, dato che rappresenta il popolo italiano e con la parte del puttaniere, la nostra immagine di Paese, già disastrata, non può che peggiorare.
Tra i difensori del Berlusca, c’è chi sostiene che la D’Addario abbia spifferato tutto per ripicca, poiché non è riuscita a farsi eleggere e anche perché non ha ottenuto determinati favori, come certe licenze edilizie. Bah… leggendo il curriculum vitae di questa signora (qui è molto dettagliato http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-8/bonini-patrizia/bonini-patrizia.html?rss?ref=rephpnews ) mi sembra che abbia voluto solo un po’ di notorietà che cercava da sempre e, perdendo la tranquillità di una vita normale, si è voluta ispirare all’altra amichetta di Silvio, la Noemi.
Forse Berlusconi ha ragione quando parla di violazione della privacy, dato che sono riusciti a far foto in una proprietà privata in Sardegna e noi popolo siamo solo invidiosi di tutto quel troiame che è emerso. Su Berlusconi ci sarebbe molto da dire (Lodo Alfano, leggi ad personam, inciuci con la mafia e tanti altri misfatti) , ma non mi sento di puntare il dito per una cosa che farebbe volentieri anche il sottoscritto se avesse soldi e potere. Anch’io mi circonderei di strafighe ciucciacazzi da usare e gettare via, perché è così che vogliono esser trattate, dato che si vendono per soldi e favori.

Francesco Favia


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Ci siamo... Oscuramento internet

E' passato l'emendamento D'Alia. LEGGETE E FATE GIRARE, E' IMPORTANTE PER TUTTI

L'attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D' Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet".
Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della
attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l' apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile. E' ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E' in gioco davvero la democrazia!!!

Tratto da Facebook, nel quale spazio molti utenti lo stanno postando


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giovedì 18 giugno 2009

L'anti-berlusconismo ha rotto le palle!!!!

Si punta il dito, ma in concreto restano le chiacchiere

Sono mesi ormai che Repubblica, Espresso, Corriere della Sera e altre testate ci martellano nel tentativo di smascherare vere o presunte "cazzate" a vario titolo del piccolo Arcoriano. Ma questo lo sapevamo già. E non è certo uno sfogo in difesa del Cavaliere, indifendibile sotto ogni aspetto (morale, politico, economico, umano). Quanto piuttosto un richiamo, un tentativo di sveglia per quell'accolita di social-democratici senza palle e senza idee chiamato PD. Sarebbe tanto difficile, per un partito che si "vende" per essere di sinistra, proporre l'abrogazione della legge Biagi, che ha distrutto il mercato del lavoro, ben oltre gli intenti del giuslavorista ignobilmente ucciso dalle BR? Oppure promuovere una economia sociale, dove finalmente le banche, anziché essere "Istituti di Accumulo", diventino "Istituti di Credito" che si occupino di promuovere lo sviluppo di artigianato, piccola imprenditoria, acquisto di case e terreni ai privati? O anche valorizzare la sanità pubblica? Pensate al controsenso: trovare un posto in un ospedale è diventato un terno al lotto. Il buon Marrazzo (ex paladino ed oggi Robin Hood dé noantri) chiude Forlanini, San Giacomo e Nuovo Regina Margherita. E già, perché oggi la sanità è gestita dai Manager, non è più fatta di personale medico e paramedico al servizio dei cittadini. Oggi la sanità si gestisce in partita doppia, dare e avere. E allora è meglio dirottare i malati verso le strutture private convenzionate, prendere il personale dalle cooperative esterne anziché assumerlo, con costi per lo stato ben superiori, ma cosa più redditizia quando si vanno a chiedere i voti!! Parliamoci chiaro. Citando una battuta del film "Ferie d'agosto" viene da dire: "Voi de sinistra, nun ce state a capì più un cazzo... Ma da mò!". E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: immigrazione selvaggia, a danno soprattutto degli onesti che in Italia cercano e trovano speranza di una vita migliore. Quartieri come Tor Bella Monaca che hanno un teatro che non serve a niente. Roma ha un traffico indiano, ma in compenso ha un auditorium ed una bella teca intorno all'Ara Pacis. E via così, l'elenco è interminabile.
Ma il perché la "sinistra" non faccia tutto questo è lampante: nelle aziende "PD" il ricorso al precariato è massiccio. I supermercati IPERCOOP si servono di cooperative che tengono per le palle i lavoratori, licenziandoli alla prima assenza e tenendoli senza contratto e senza contributi. Addirittura a qualcuno fanno pagare scarpe e divise obbligatorie per la 626. Repubblica ed Espresso licenziano (gli esuberi ammonterebbero a circa 350 unità). I sindacati gestiscono imperi dai bilanci più misteriosi di una società Off-Shore, i signori del PD siedono nei consigli di amministrazione di banche, aziende energetiche, telefoniche e via così. Aziende che licenziano, "esternalizzano", vanno in India, Cina e Romania per pagare due soldi la manodopera.
Ma, si sa, oggi, per essere "spiritosi", basta mandare una vignetta su Berlusconi, un filmatino, una scosciata della Brambilla. Tutti in attesa di un avviso di garanzia per l'Arcoriano, per dire "L'avevamo detto, noi". Ma forse si dimentica che il Berlusca le elezioni le ha stravinte e lo ha fatto perché non esistevano avversari, perché le idee hanno fatto molti più danni, ma per personaggi come Veltroni, Rutelli, Di Pietro, Franceschini (e chi più ne ha più ne metta) sembrano un lusso.
Di conseguenza, l'alternativa al Cavaliere è il Cavaliere. I nomi cambiano, ma il modus operandi è sempre lo stesso. Un'altra cosa che non cambia mai sono i fregati: cioé noi

Francesco Scipione



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