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martedì 30 giugno 2009

Da Pier Paolo Pasolini a Michael Jackson, scissione tra uomo e personaggio

Casi e condanne di personalità dell’arte e della finanza. Differenze tra giustizia americana e giustizia italiana

Vorrei segnalarvi questo link http://www.loccidentale.it/autore/daniela+coli/su+pasolini+ricordiamoci+la+lezione+di+polanski.003286 , dove potete trovare un pezzo scritto da Daniela Coli su “L’Occidentale”. Il post è datato 21 giugno 2007 e coglieva la decisione di Walter Veltroni, allora sindaco di Roma, di far riaprire le indagini sull’uccisione di Pier Paolo Pasolini, per parlare di come si sarebbe dovuto condannare il suo andare con i ragazzini, prendendo l’esempio oltreoceano del caso Polanski.
A mia volta, vorrei cogliere la palla al balzo, per discutere di come alla gente famosa sia stato e sia concesso ciò che i comuni mortali non dovrebbero nemmeno osare pensare.
Daniela Coli ricorda al lettore delle insane abitudini dello scrittore di rimorchiare ragazzini di borgata “adescandoli col miraggio di una comparsata in uno dei suoi film, oppure anche solo con l’illusione di entrare nel suo giro dorato” o magari, aggiungerei io, semplicemente offrendogli un po’ di prezioso denaro.
La Coli cita, poi, anche un altro personaggio illustre, Roman Polanski , il regista del film cult, uscito nel ’68, il celebre “Rosemary's Baby”, nonché premio Oscar nel 2003 per la pellicola “Il pianista”.
Polanski, qualche anno dopo la brutale perdita di sua moglie incinta, trucidata dai compari del noto criminale Charles Manson, fuori di testa e sotto effetto di droghe e alcool sodomizzò una ragazzina di tredici anni. Condannato dal tribunale americano nel ’78, il regista fuggì in Europa per evitare il carcere.
Due esempi pesanti, di due grandi menti illustri del ‘900. Io per primo sono un estimatore di “Ragazzi di vita”, del demoniaco “Rosemary’s Baby” o anche, per assurdo della canzone “Gabri” di Vasco Rossi (per il quale rocker Polanski girò il video del singolo “Gli Angeli”), ispirata dall’indimenticabile trasmissione pomeridiana “Non è la Rai”, dove si esibivano non solo indiavolate quindicenni, sedicenni, diciassettenni, ma anche tredicenni e quattordicenni. Bah… non so se con l’avvento del XXI secolo siamo diventati più bigotti, ma le minorenni, seppur oggi istigate dal velinismo nel praticar la sfacciataggine, dovrebbero esser considerate poco più che bambine e non guardarle sotto certi punti di vista, soprattutto le under quindici.
E quello che vorrei puntualizzare fermamente è che se un pinco pallino qualunque molestasse una minorenne, verrebbe linciato, mentre una persona famosa è tuttavia tollerata da molti!
Io sono il primo a scindere l’artista dall’uomo, ma comunque, pur non denigrando le opere di certi maestri, gli uomini quanto tali, dovrebbero pagare le proprie colpe, soprattutto se così gravi.
Pasolini e Polanski sono solo due esempi, ma ultimamente ci sono stati diversi casi.
Nei scorsi mesi si è discusso molto sulla rete del fenomeno del web lanciato dalla Gialappa’s e da Maccio Capatonda, ossia Alessio Saro, alias Billy Ballo, che magari provocato o meno, doveva evitare di portare a spasso sulla sua cabriolet una tredicenne e passare la notte con lei, nemmeno fosse una comune ventitreenne.
Un altro caso è stato Michael Jackson, martoriato probabilmente da squallide illazioni, al solo scopo di spillargli denaro, ma col risultato di contribuire alla sua inarrestabile depressione che lo ha portato alla prematura morte. Jackson si è sempre dichiarato innocente ed effettivamente non ci sono mai state prove che confermassero le sue molestie, tant’è che fu assolto dai giudici. E’ difficile pensare che chi amasse tanto i bambini, da costruire a proprie spese un grande parco divertimenti nella sua proprietà privata, anche per quei bambini meno fortunati economicamente o prossimi alla morte, perché malati terminali, potesse esser capace di gesta a dir poco spregevoli.
Si potrebbe anche ipotizzare di un complotto architettato da potenti discografici, con i quali Jackson rifiutò di rinnovare il proprio contratto. Tutto si può supporre, però mentre molti ragazzi, tra cui Macaulay Culkin, descrissero Jackson come una persona eccezionale, non capace di certi atti, per Pasolini, invece, erano risaputi i suoi vizi, tant’è che fu così che andò incontro alla morte. E se davvero lo volevano far fuori Pasolini, in quanto esprimeva pesanti, seppur sacrosante, verità, si vede che i suoi nemici conoscevano benissimo le sue cattive abitudini.
Così come la sinistra gioca sui vizi del Premier per far cadere questa dittatura democratica. Un altro presunto caso di abuso su minori sembrerebbe essere quello di Silvio Berlusconi su Naomi Letizia, ma anche qui, si parla di supposizioni o illazioni della stampa di sinistra. Illazioni che si basano su un’evidenza, che seppur si cela nel dubbio, eclatante.
E se non è Berlusconi, è comunque abitudine di molta gente fare come Pasolini, promettere importanti gratificazioni economiche o professionali in cambio di gustose attenzioni sessuali. Il caso della D’Addario è esplicito, lo ha ammesso lei stessa che si aspettava un aiuto burocratico per delle concessioni edilizie. E’ tuttavia discutibile che la gran parte degli italiani giustifichi i comportamenti di Re Silvio, infatti dovrebbero sapere che tale tolleranza ad ognuno di loro non sarebbe concessa dall’opinione pubblica.
E’ ovvio che in Italia, come la pubblica opinione, la legge è uguale per tutti solo in teoria, soprattutto se si tratta di un uomo di immenso potere, non solo politico, ma soprattutto economico, ma nel gran puttanaio del nostro Paese, dove è normale darla per far carriera o avere altri tipi di favori, si dovrebbe condannare duramente chi plagia ragazzine, mostrandole in anticipo lo squallore della società.
Negli Stati Uniti, e la notizia è proprio di oggi, è stato condannato proprio un potentissimo, Bernard Madoff. Certo, la natura del reato è diversa da quella di cui vi sto parlano, ma è da apprezzare la fermezza della giustizia statunitense e della pesantissima sentenza emessa: centocinquant’ anni di carcere. In Italia tale Madoff si sarebbe fatto qualche anno di carcere, per poi passare ai domiciliari. Si pensi a Tanzi, condannato a dieci anni di reclusione, niente in confronto dei centocinquant’ anni di Madoff. Certo che insieme a Tanzi l’avrebbero dovuta pagare tutti quei potenti della politica, delle banche e dei giornali, organizzati con egli nella grande truffa ai piccoli risparmiatori.
In Italia se si ammazza qualcuno, con tutte le attenuanti inventate dagli avvocati, si può rimanere in carcere dai 15 ai 20 anni. Trent’anni se si è commesso un efferato delitto, magari legato alla mafia, al terrorismo o alla pedofilia. Negli States per tali reati, se non condannano a morte, comunque buttano la chiave, come urla la parodia di Franco Ordine.
Gli USA sono un Paese dove non tutto funziona con senso, ma credo che il mondo dovrebbe prender esempio dalla severità della sua giustizia. E non parlo delle discriminazioni che avvengono sulla gente di colore o sui poveri, perché quelle avvengono anche in Europa, nonché in Italia se non hai i soldi per pagare un avvocato decente, ma mi riferisco essenzialmente alle pene.
Se in Italia si condannasse pesantemente uno scippo, penso che ci sarebbero molti meno reati di pedofilia e di stupro.

Francesco Favia


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