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domenica 21 febbraio 2010

60° festival della canzone italiana tra fischi e polemiche

Spudoratamente Sanremo, ma trionfa la normalità della Clerici

Si è sempre un po’ dubitato della limpidezza della gara canora sanremese, ma in questa splendida edizione del 2010, non si è sfiorato, ma oltrepassato di gran lunga l’incredibile. Incredibilmente spudorati, per via di soldi o cos’altro, hanno fatto giungere nelle prime tre posizioni “artisti” alquanto discutibili. Non vorrei fare illazioni o essere polemico, ma la polemica era sotto gli occhi di tutti, anzi nelle orecchie di tutti. Fischi a iosa per il trio delle meraviglie composto da un musicalmente riesumato Pupo, un inascoltabile principe di ‘sto stivale, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, decisamente nel posto sbagliato con una canzone sbagliatissima. Più che retorica è proprio paracula quel loro schifo di canzone.
Per il resto la vittoria di Scanu non mi sorprende, anzi se ci scommettevo, avrei vinto un po’ di soldi.
Canzoncina orecchiabile, cantata dai figliocci di Mediaset. Bisogna dire che Scanu è pessimo come voce e come presenza scenica e dovrebbe baciare i piedi ad Alessandra Amoroso. Non ho mai seguito né lei né tanto meno la trasmissione che l’ha lanciata, ma ascoltandola a Sanremo devo dire che se sta avendo successo, se lo merita tutto. Davvero brava, eccezionale nell’interpretazione, la sua calda voce trasmette forti emozioni.
La vincitrice in assoluto è infine solo lei, Antonella Clerici. Naturale, simpatica, dolce e soprattutto come hanno detto in tantissimi, tra i quali anche Povia sul palco, l’Antonellona è soprattutto normale. Una persona normale con tanta gioia di vivere. E’ quello che si vorrebbe vedere in televisione. Forse è per questo che il Grande Fratello ha successo, perché ci si aspetta di vedere in tv la gente normale.
Se in un mondo ridotto alla pazzia, cerchiamo la normalità in televisione, non vi stupite se gente che non ha niente di normale, vuol propinare al mondo canzoni che inneggiano alla normalità, ossia alla giustizia e al lavoro. “Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare a chi ha sofferto veramente” canta Pupo. Beh alla fine il vendersi e il leccare i piedi è normale, è normale in quest’amore di società.

Francesco Favia




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venerdì 19 febbraio 2010

Dedicata a tutti quegli STRONZI che sembrano avere una vita perfetta!!!

6°brano dell'album del 1996 del Blasco "Nessun pericolo...per te"



"Anche se non rischi mai anche se di te non si sa niente mai Anche se non ce l'hai un'amante, un vizio strano... qualcosa dai....
NEANCHE UN PICCOLO DIFETTO... PRATICAMENTE PERFETTO E ALLORA DI' CHE COSA VUOI E DA CHI!!!"

sabato 13 febbraio 2010

Il vecchio albo pretorio và in soffitta!


Articolo 32 comma 5 legge 18/6/2009 n° 69 e integrazioni
Dal 01 Luglio 2010 le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno più effetto di pubblicità legale.
Avranno effetto di pubblicità legale solamente gli atti e i provvedimenti amministrativi pubblicati sui siti web

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Non fatevi trovare impreparati !
Fino al 30 giugno 2010 l’attivazione del vostro albo pretorio informatico, con noi è COMPLETAMENTE GRATUITA

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Nessuna spesa per l’acquisto di Personal Computer, stampanti, scanner ecc..

Nessuna spesa per l’acquisto di software o per consulenze informatiche

Il personale incaricato alla pubblicazione non dovrà avere alcuna conoscenza informatica
Non è previsto alcun costo per la formazione del personale incaricato

Nessun impatto tecnologico con i sistemi informatici esistenti

Velocità e sicurezza costantemente monitorate e garantite


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Albo-online via Aleardo Aleardi 40 – 21013 Gallarate (va)


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mercoledì 10 febbraio 2010

Operai Fiat lanciano appello a Fiorello

La classe operaia chiede aiuto a chi nella vita gli è andata bene
Sempre più gente gettata per strada. Sempre più operai sul lastrico. Il cinismo è una prerogativa dei manager?

Leggo su Repubblica.it dell’appello lanciato su Facebook da parte degli operai siciliani della Fiat nei confronti del loro conterraneo Fiorello. “Caro Fiore, da siciliano non dovresti fare spot per l'azienda che sta per mandare a casa più di duemila nostri conterranei. Dacci una mano, dillo chiaro e forte che sei dalla nostra parte".
Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese è una delle tante fabbriche in procinto di chiudere o di realizzare forti tagli, magari per la crisi o magari più semplicemente per spostare la produzione all’estero, lì dove i costi di produzione e il personale costano molto meno. Gente che dopo 15, 20 anni di servizio verrà sbattuta in mezzo a una strada. Famiglia, mutui, spese? Cazzi loro. Ai ricchi manager non gliene può fregar de meno. Non sappiamo quanto al simpatico Rosario Fiorello possa star a cuore la sorte dei lavoratori Fiat, ma di certo in questo mondo ognuno pensa al proprio tornaconto, a prescindere in questo caso da impegni contrattuali, difficili da rescindere.
Signor Favia, lei scrive sempre più raramente, ma quando scrive, parla sempre di tali problematiche, di crisi, di lavoro. E signor Favia è sempre più acido! Cosa le prende?
Mi prende un disgusto tale che fra un po’ muoio soffocato dal mio vomito. E siamo tutti acidi come ‘sto cazzo di vomito, chi più chi meno. Un povero disgraziato ti chiama da un maledetto call center per guadagnare onestamente qualche spicciolo: “Vaffanculo!” dall’altra parte della cornetta, magari maledicendolo pure. Vaffanculo, perché anche chi si sente molestato nella sua privacy, avrà avuto una giornata di merda a lavoro. Siamo tutti cinici ed egoisti. Poveri, ricchi, belli e brutti. Non dobbiamo stupirci se a chi va bene nella vita, non gliene può fregar niente di chi sta inguaiato. Se fosse il contrario, nessuno penserebbe a lui. Fiorello ha fatto tanta gavetta da giovane e magari gli diedero anche dello scansafatiche perché non faceva l’operaio o un lavoro normale. Eppure sicuramente si sarà ammazzato di lavoro nel far l’animatore. Ora se non rispondesse ad appelli solidali, lo capirei. Questo mondo è una giungla, dove il debole viene sopraffatto dal vincente. Siamo tutti dei Gordon Gekko, nel bene o nel male. Sul lavoro subiamo continuamente torti ed umiliazioni. E non importa se si è lavoratori dipendenti o liberi professionisti. Per portare il pane a casa, bisogna sottostare sempre a qualcosa o a qualcuno e cedere ai compromessi. A volte basta di credere di avere il posto fisso per essere arroganti con un povero precario, poi se le cose vanno storte per imprevisti della vita, si piange miseria. Impariamo tutti ad essere rispettosi di chi cerca di portare il pane a casa onestamente. Certamente i furbi ci sono in tutte le categorie, ma non a caso esistono le associazioni dei consumatori.
Provate a dar una barca di soldi ad un povero Cristo che sgobba come un mulo, 8-10 ore al giorno per sfamarsi e per dormire in un letto caldo e vedrete come darà vita ai propri desideri di rivalsa, diventando uno dei peggiori esseri della Terra.
Lasciamo stare Fiorello, lui di certo non è San Francesco e non rinuncerà mai al denaro. La situazione per quei poveri lavoratori e per le loro famiglie è di certo drammatica, come lo è per altro per tanti precari come il sottoscritto. Bisogna prendersela con il Governo, con se stessi, non lo so. Forse sarebbe meglio non esser mai nati. E se non siete benestanti, non mettete al mondo pargoletti, probabili futuri disgraziati in questo schifosissimo mondo puzzolente.

Francesco Favia




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