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venerdì 30 novembre 2012

Cinema e scrittura. The Hurricane.


"Non potete giudicare quello che ho passato, perché nessuno di voi ci è passato." 
Tratto da - The Hurricane -

"Per me è stato un miracolo vedere di nuovo tanta luce in un essere umano. Quando sei arrivato era come se il giorno fosse senza sole, scuro e freddo. Poi, di colpo, e senza alcun preavviso, dei raggi hanno squarciato l'oscurità e la luce ha avvolto tutto." 

Dal film - The Hurricane -

"Scrivere è magia. Quando ho cominciato a scrivere, ho scoperto che non stavo solo raccontando una storia. Scrivere è un'arma. Ed è un'arma più potente di qualsiasi pugno. Ogni volta che mi sono messo a scrivere, mi sono levato sopra le mura di questa prigione e il mio sguardo andava oltre, al di là dello stato del New Jersey." 

Sempre tratto dal film - The Hurricane –

" colui che lamenta la mancanza di opportunità, dimentica che al di là di piccole porte spesso si trovano delle grandi stanze " 

Dal film - The Hurricane -

"La tua lettera, le emozioni, gli auguri, l'interesse e il calore balzavano letteralmente fuori dalla pagina, mentre leggevo il tuo messaggio. È stato come se tu avessi letto i miei pensieri e ti fossi proteso per dividere i tuoi con me, in un momento in cui io potevo ascoltarli." 
Sempre dal film - The Hurricane -

Le canzoni, i film, i libri, emozionano perché trasmettono emozioni, anche già vissute, per questo spesso ci rispecchiamo in tali forme d'arte e di comunicazione.
Francesco Favia
Venerdì 23 novembre 2012 ore 00:21
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Francesco Favia
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Sprecare la vita

Parole di  Charles Bukowski.
Fonte immagine, Facebook

Cisco, il mondo e gli incubi

Sentimenti intrinseci di rabbia e sofferenza. La restituzione. 

Nella vita ho imparato che qualunque cosa fai e soprattutto qualsiasi lavoro si svolga, che sia impiegatizio o da operaio, la gente ti giudicherà e ti criticherà. Antoine aveva ragione.



La gente è anche sempre pronta a invidiarti e a portarti sfiga se accenni a un sorriso o se magari fai vedere che non te la passi male economicamente.
Sono stato un attimo sereno e qualcuno mi ha esplicitamente invidiato. Ho perso tutto. E non riesco più a riprendere le redini della mia vita.
Gira molto su Facebook questa frase : “Non raccontare mai a nessuno i tuoi problemi. Al 20% non interesserà e il restante 80% sarà felice che tu li abbia.
Mi trova d’accordo ed eviterei di esprimere i cazzi miei al mondo, così come eviterei quella gente che si sente suprema, pronta lì a puntare il dito e a dire come fare e cosa fare. Ma chi, cosa, perché, ma che ne sapete della mia vita.

Parole di Vasco Rossi

Parole di Luigi Pirandello

Nel contempo sento di scrivere delle mie vicissitudini, per restituire al mondo una minima parte della mia sofferenza. Non è questione di vittimismo, sono dati di fatto. Chiamatela sfiga o inettitudine, ma da quando sono nato mi gira male. Poi, se vogliamo divagare nella retorica, c’è sicuramente chi sta peggio.

Egocentrici, un po' tutti lo siamo, chi esterna le proprie sensazioni con scritti, musica, dipinti, lo è ancora di più. Vogliamo tutti avere una voce che risuoni fra la gente, vogliamo tutti esser visti...ognuno a modo suo.
Tiziana Di Gravina


Incubi e lacrime

Ore 4:30 a.m. Svegliato come al solito dall'ennesimo incubo. Se continua così, di questo passo morirò nel sonno per qualche infarto. L'incubo di questa notte era la chiara metafora della mia lotta contro il mondo.

Le parole succitate sono tratte da un mio recente status della mia pagina personale di Facebook.
Facebook è diventato il mio Moleskine. Appunto di tutto, anche nel cuore delle notte, magari svegliato di soprassalto dai fantasmi del mio subconscio.
Avevo sognato un’ardua lotta con un gruppo ragazzi, miei coetanei. A un certo punto riesco ad afferrare per il collo il capobranco, ma nello stesso tempo vengo preso anch’io per il collo e più stringevo la mia mano per uccidere, più soffocavo io.
Il mondo mi sta facendo fuori e in me s’intensifica  un forte desiderio di repulsione ad esso.
Non sono così, sono le circostanze avverse a rendermi furioso. Quando le situazioni avverse perdurano da un anno, permettetemi di essere incazzato.
"Sorridi un po' di più nelle foto" mi scrivono su Facebook.
Se volete vedere delle foto nelle quali sorrido, dovete sfogliare altri album, quelli prima di 'sto merdoso 2012.
Non so più a che santo votarmi.

OGGI CHIEDERE E CERCARE LAVORO STA DIVENTANDO UMILIANTE QUASI QUANTO CHIEDERE L'ELEMOSINA!!!!!!!!! 
Fonte: utente Facebook

Poi magari qualcuno, che vuol darti una mano, non fa che alimentare il mio malessere.

Ho solo dei nemici fuori adesso 
... che mi vogliono tutti bene 
che mi dicono devi stare attento, devi stare meglio... 
'devi stare bene!' 
Come puoi pensare tu 
di difendermi da me 
lascia stare amico 
bevi un caffè... 
Abbiam bisogno di un ambulatorio 
di una chiesa, di un amore...di un pronto soccorso 

e chi sta male deve vergognarsi 

e anche chi è grasso 

...anche 'fare dei piaceri' (sai) 

si può sbagliare... 

magari tu volevi fare del bene 

e hai fatto male... 



E riprendendo le parole di un amico di Facebook, non so più cosa vuol dire sabato sera.
L'io pensante fa paura [cit.] E vorrei davvero certe volte spegnere la mente con un semplice click. Il vortice dei miei pensieri non si ferma nemmeno quando dormo. Al di là degli incubi notturni, un recente pomeriggio mi sentivo particolarmente stressato e giù di tono. Decisi di mettermi a letto. Mi addormentai. Un sonno profondo, un sonno pesante.
Era una sera, ero in macchina con papà. Ero disteso su di un fianco sui sedili posteriori della sua auto.  Occhi chiusi. Parlavamo di sci acrobatico. - Si, le classiche scene senza senso dei sogni. Mai seguito lo sci, nemmeno di sfuggita e mio padre conosce solo il mare. Comunque… - Mi si proietta più volte la scena di uno sciatore che effettua una capriola. Al rallenty, tipo rovesciata di Pelè nel leggendario film “Fuga per la vittoria”. Io resto in silenzio, sempre a occhi chiusi. Mio padre mi chiede a cosa stessi pensando. Rispondo, a quanti allenamenti e sacrifici saranno serviti per diventare così bravo. Mio padre dice che ci vuole anche talento innato per essere così. Non vedo più l’immagine dello sciatore, ma solo il volto di mio padre. Sono sempre steso sui sedili della Punto. Ho il volto paralizzato in un’ espressione di dolore, invoco "papà, papà" , e pian pano cresce un indescrivibile dolore, una sofferenza d'animo che non si può spiegare a parole. Come un vulcano, strabordano le lacrime e le grida.
E tutt’ora, mentre descrivo questo sogno, grazie a degli appunti che presi quando mi risvegliai, mi si inumidiscono gli occhi.
Ho paura che io abbia superato la soglia della tristezza e della preoccupazione...
Il sogno si materializzò. E la mia espressione paralizzata dal dolore represso, restò tale anche quando il cervello uscì dal sogno. Ero desto, ma sempre con gli occhi ben serrati. E qualche secondo dopo, l’argine della mia resistenza non resse. Aveva retto per tanti mesi. Un fiume in piena di lacrime m’invase. Avreste dovuto vedermi. Mi facevo pena da solo. Distorcermi dal dolore. Solo che non era un dolore fisico. Disperato in singhiozzi e pianto, affogato nell'impotenza, neanche stessi vivendo un lutto.
Dopo un bel po’ mi calmai, ma stetti male tutto il resto della giornata.
Va be',  cosa volete che v'importi.

Vorrei che ci fosse un solo giorno in cui io non debba sentirmi così confuso e non debba provare la sensazione di vergognarmi di tutto.
Jim Stark (James Dean)

Francesco Favia

Venerdì 30 novembre 2012

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Francesco Favia, blogger

- Potere del Photoshop -
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giovedì 29 novembre 2012

Coolio, Gangsta's Paradise

Mentre cammino attraverso la valle dell'ombra della morte, 
do' un'occhiata alla mia vita e mi rendo conto che non mi e' rimasto niente

 

Il potere e' nei soldi, i soldi sono nel potere

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mercoledì 28 novembre 2012

Come uccidere qualcuno senza lasciare tracce

Qui il rischio di far venire un infarto al malcapitato è davvero elevato



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mercoledì 21 novembre 2012

Speculazioni su chi cerca lavoro

Il blogger Francesco Favia scrive perché il mondo deve sapere e per zittire quella gente che ignora la realtà e che parla a sproposito.

Stamattina come al solito sono reduce da poche ore turbolenti di sonno. Mi preparo a un’altra giornata di caccia al tesoro. La mattina sono spesso in giro a trovare delle soluzioni, il pomeriggio a un cappro di call center, dove la base oraria è 0 euro l’ora, per arrivare, passando dalle soglie di 1,50 l’ora, 3,50, all’utopistica paga di 6 euro l’ora. Ovviamente cifre tutte lorde. E nè da una parte, nè all'altra sto concludendo qualcosa. Oggi mi dedico nuovamente a consultare le offerte e compilare form di siti aziendali. Mi imbatto e mi registro all’ennesimo sito specializzato in offerte di lavoro. Secondo me, sono dei bluff. Mai chiamato da nessuna parte tramite questi siti. Un po’ come i social network ti obbligano a registrarti e si è obbligati ad acconsentire e a svendere, anzi a regalare i tuoi dati personali per scopi pubblicitari anche ad aziende terze. Un po’ come nel film Santa Maradona, nel quale Bart protesta per la consumazione obbligatoria in discoteca, ma si lamenta per la scarsità di scelte, e protesta domandando retoricamente e sarcasticamente che la consumazione sarebbe obbligatoria, nel senso che si è obbligati a scegliere quello che viene imposto. E rischia anche di essere menato.
Così funziona il mondo oggi e internet è solo uno specchio. O ci si adegua o le prendi.
Tornando a questi siti, ci si lascia allettare per l’apparente moltitudine di offerte, anche di importanti aziende, e dalla facilità e dall’istantaneità del candidarsi all’offerta d’interesse.
Una volta registratosi e inserito il curriculum, basta un clic per candidarsi.
Qui poi emerge un altro importante dato statistico, seppur ovvio. A ogni offerta di lavoro, che non sia quello di ricerca di piazzisti, si candidano svariate di centinaia di utenti. I dati sono ben messi in evidenza sotto gli annunci.
Un dato scoraggiante che fa ben capire come trovare un lavoro, magari anche mal pagato e precario, possa essere equiparato alla vincita di una lotteria.

Francesco Favia

mercoledì 21 novembre 2012 ore 10:28


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Perchè scrivi solo cose tristi? Perchè quando sono felice esco.

Luigi Tenco

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sabato 17 novembre 2012

La vita è un bambino prepotente


Mi hanno sottratto la vita e non riesco a riprendermela...

Questa bella metafora della mia amica Dèsirèe  rispecchia bene la mia situazione... 

La vita è come quel bambino prepotente che quando giocavi da piccolo ti rubava la palla e la lanciava lontano lontano o la teneva su in alto col braccio alzato mentre tu non ci arrivavi per afferrarla.. ''la rivuoi? prova a prenderla se ci riesci! ehehe'' 

Francesco Favia

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Misantropia

Fonte immagine: Facebook

Parlando con un amico degli atteggiamenti stronzi della gente...

...di quelli che fanno gli sbruffoni, in un gruppo di persone, magari per farsi notare dalle ragazze...



"allora... sto tipo si stava prendendo un po' troppa confidenza... Favia qua, Favia là, anche per fare lo sbruffone con le ragazze, dottor Favia, a caricatura... qualche frase in dialetto... l'altro giorno gli risposi col vocione, in barese, alzando un po' i toni, ma parlando del niente, tutt'appost e l' chiacchr... Da allora, mi saluta in italiano, scandendo "ciao" e s' n' va, in sostanza, salut e camin. L'ha capita finalmente che non mi deve rompere i coglioni."


"se ti fai vedere tranquillo, la gente si prende la confidenza... poi dice che uno non dev'essere asociale" 



"la gente vuole essere intimorita, altrimenti pensa di esser in diritto di fare "il di più" 



"mi hai conosciuto, sono una persona tranquilla, mi piace ridere e scherzare, se posso, cerco di esser generoso, ma non mi si deve mancare di rispetto, a maggior ragione, perchè io non mi sogno di fare il cretino con la gente"


...e poi si parlava della gente spocchiosa in generale, che non lo fa di proposito, presuntuosa, e che non si accorge di quanto possa sembrar patetica
...poi uno non dev'essere misantropo.

Francesco Favia 


17 novembre 2012 ore 11:10

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sabato 3 novembre 2012

Dati ISTAT, disoccupazione record. In crescita l’occupazione femminile.

Il mondo deve sapere che nel progredito occidente c'è tanta gente che non sa come fare per sbarcare il lunario.



Condivido appieno questo pensiero di Beppe V.

"....la vera crisi in questo momento e' per chi non ha un lavoro...chi e' precario ..per chi lavora in un call center a 500 EURO al mese...per i pensionati a 600 euro al mese...per chi nn possiede nulla....per chi 'arabatta' quotidianamente....il resto del Paese cmq sta bene...e mi fa rabbia veder loro lamentarsi...e sentir loro comprare Iphone..Ipad per i loro figli....siate piu' veri..e ringraziate quello che avete....c'e' chi sta peggio..ma veramente peggio di voi...e soffre in silenzio...dignitosamente...grazie...."

- Beppe –

Beppe è uno dei tanti. Io anche. Il mondo deve sapere che nel progredito occidente c'è tanta gente che non sa come fare per sbarcare il lunario.
Recentemente al telegiornale hanno parlato di dati ISTAT sulla disoccupazione in Italia.  Sembra  tocchino punte dell’11% nell’intero Paese. Mai peggio di così negli ultimi 20 anni. Quello che mi sta rimbombando in testa da mesi è “chi te lo deve dare un lavoro con quel che costa fiscalmente, oltre alla paga di per sé”
Il colmo è che rispetto al passato non riesco nemmeno a trovare qualche lavoretto in nero. Le porte sembrano tutte chiuse per il sottoscritto, neanche fossi un ex galeotto.
I disoccupati tra i 15 e i 24 anni, sempre secondo l’ISTAT, superano il 35%. Impressionante. Roba da repubblica sudamericana.
Altro aspetto che questa volta non mi stupisce, ma ci tengo a evidenziarlo, è che l’occupazione femminile è in crescita, mentre gli uomini fanno sempre più fatica a trovare lavoro.
Come detto, non mi stupisce. Continuo quotidianamente a trovare inserzioni rivolte alle sole donne, come già scritto in un altro post. L’apoteosi sono i bar. Cercano personale anche senza esperienza e specificano anche senza mezzi termini che vogliono solo belle figliole.
Uno dei primi lavori che provai a trovare dopo la scuola fu anche come “ragazzo del bar”, ma a 19-20 mi dicevano che ero troppo grande. Ora prendono anche le trentenni russe, senza esperienza e che a malapena parlano la nostra lingua.
E’  una guerra fra poveri là fuori. Sono sempre più nervoso è frustrato e ormai tendo continuamente a polemizzare. Non mi resta che scrivere, nonostante mi sembri di parlare al vento.

Francesco Favia

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