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mercoledì 21 novembre 2012

Speculazioni su chi cerca lavoro

Il blogger Francesco Favia scrive perché il mondo deve sapere e per zittire quella gente che ignora la realtà e che parla a sproposito.

Stamattina come al solito sono reduce da poche ore turbolenti di sonno. Mi preparo a un’altra giornata di caccia al tesoro. La mattina sono spesso in giro a trovare delle soluzioni, il pomeriggio a un cappro di call center, dove la base oraria è 0 euro l’ora, per arrivare, passando dalle soglie di 1,50 l’ora, 3,50, all’utopistica paga di 6 euro l’ora. Ovviamente cifre tutte lorde. E nè da una parte, nè all'altra sto concludendo qualcosa. Oggi mi dedico nuovamente a consultare le offerte e compilare form di siti aziendali. Mi imbatto e mi registro all’ennesimo sito specializzato in offerte di lavoro. Secondo me, sono dei bluff. Mai chiamato da nessuna parte tramite questi siti. Un po’ come i social network ti obbligano a registrarti e si è obbligati ad acconsentire e a svendere, anzi a regalare i tuoi dati personali per scopi pubblicitari anche ad aziende terze. Un po’ come nel film Santa Maradona, nel quale Bart protesta per la consumazione obbligatoria in discoteca, ma si lamenta per la scarsità di scelte, e protesta domandando retoricamente e sarcasticamente che la consumazione sarebbe obbligatoria, nel senso che si è obbligati a scegliere quello che viene imposto. E rischia anche di essere menato.
Così funziona il mondo oggi e internet è solo uno specchio. O ci si adegua o le prendi.
Tornando a questi siti, ci si lascia allettare per l’apparente moltitudine di offerte, anche di importanti aziende, e dalla facilità e dall’istantaneità del candidarsi all’offerta d’interesse.
Una volta registratosi e inserito il curriculum, basta un clic per candidarsi.
Qui poi emerge un altro importante dato statistico, seppur ovvio. A ogni offerta di lavoro, che non sia quello di ricerca di piazzisti, si candidano svariate di centinaia di utenti. I dati sono ben messi in evidenza sotto gli annunci.
Un dato scoraggiante che fa ben capire come trovare un lavoro, magari anche mal pagato e precario, possa essere equiparato alla vincita di una lotteria.

Francesco Favia

mercoledì 21 novembre 2012 ore 10:28


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