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venerdì 27 febbraio 2009
Divorzio davanti al notaio
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Si torna al nucleare... EVVIVA, EVVIVA!!!
Francesco Scipione
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domenica 22 febbraio 2009
Mediaset colonizza Sanremo
Un Sanremo poco sanremese. Uno storico show televisivo, che si è adeguato ai canoni televisivi odierni. Televoto, polemiche, demagogia. Non sono mancati i titoli sui giornali che hanno definito questo Sanremo, un’edizione targata Raiset o Mediarai.
Al bando i fiori e la tradizione si è assistito ad uno spettacolo più elastico, i quali stando ai sondaggi, anche i giovanissimi hanno seguito e apprezzato.Parlando della gara, la vittoria di Marco Carta, non può che suscitare polemiche. Canzone orecchiabile, lui un tipetto simpatico, ma resta comunque un ragazzo della Maria De Filippi. E caso strano, c’era anche lei nella serata finale. Presenza insignificante, si è fatta notare solo per la leccata di mucca che aveva in testa, il trucco pesante e abiti ridicoli, indossati non proprio con nonchalance.
A mio avviso, ascoltando un po’ le canzoni del Festival, guardando le esibizioni sul web non ho notato nessuna canzone che si contraddistinguesse dalle altre. Il livello qualitativo musicale non credo che si possa reputare basso. Probabilmente c’è stato di peggio in passato. Non ho ascoltato però niente di eccezionale. Sono stati affrontati nelle canzoni molti temi sociali, elevando la demagogia spiccia e elargendo retorica a profusione.
In finale sono arrivati, alla fin fine, le tre migliori. O forse no. Troviamo un troppo sottovalutato Sal Da Vinci, che ha una lunga carriera alle spalle, che non si può proprio definire gavetta. Cinema, teatro, musica hanno pervaso il suo cammino artistico, in cui ci sono stati dei momenti di difficoltà, che gli hanno fatto pensare a mollare tutto. Alla fine è arrivato a Sanremo, dove il pubblico l’ha ripescato e portato in finale. Dopo tanti anni ha calcato un palco importante e sono comprensibili le lacrime di commozione che gli sono scappate ieri sera, quando arrivato tra i primi tre, ha ricantato la canzone. L’impronta di Gigi D’Alessio nella sua canzone, purtroppo, si sente. Dico purtroppo, non perché le canzoni di D’Alessio non le gradisco, ma perché Sal Da Vinci non è l’imitazione del più noto artista partenopeo, ma è Sal Da Vinci. Non amo il genere e non credo che sia un delitto, ognuno è libero di avere i propri gusti, ma chi ha sempre seguito Sal Da Vinci, sa che egli ha una sua personalità e delle gran doti canore.Hanno poi ragione quelli che hanno etichettato Povia come un furbo. La sua furbizia però lo ha ripagato, dando uno schiaffo a tutte le polemiche che si è voluto tirare addosso per farsi pubblicità.
Acclamato dalla platea dell’Ariston, si è visto in finale, un Giuseppe Povia piuttosto esaltato.
Alla fine, però è stata molto meglio la sua provocazione, contornata da una musica accattivante e orecchiabile, che altre canzoni buoniste presentate alla kermesse.
Lascia tuttavia perplessi la vittoria di Marco Carta. Proprio quest’anno che ha presenziato Maria De Filippi, ha partecipato un ragazzo lanciato da lei e per di più ha vinto il festival. Molti non sanno chi sia questo ventiquattrenne sardo. C’è chi ha anche criticato la sua presenza tra i big. Resta però che il signor Carta ha una gran schiera di giovanissimi seguaci che comprando il suo disco, hanno permesso all’ex concorrente di “Amici” di affermarsi nell’olimpo della musica italiana.
I più maliziosi, ma anche i meno, non possono pensare che ci sia stata la volontà di Mediaset nel far trionfare il vincitore di “Amci”.
Dopo tante meteore lanciate dalla trasmissione condotta dalla De Filippi, c’era bisogno di una forte riscossa, che permettesse di ridare credibilità al programma scopritore di talenti. Soprattutto dopo il boom di Giusy Ferreri, nata artisticamente da un programma Rai. Il dar risalto ai talenti è solo un pretesto, l’anima del programma firmato Maria De Filippi e targato Mediaset, come molti sanno, sono solo le infuocate polemiche, al pari degli altri show della compagna di Maurizio Costanzo. Adesso che un ragazzo di “Amici” ha vinto Sanremo, sempre più giovinetti di belle speranze, prenderanno d’assalto Cinecittà per i vari provini. E, ahinoi, adesso sentiremo parlare di codesto programma ancora per molti anni.
Da sempre si pensa che Sanremo non sia proprio regolare. Clamorosa fu l’edizione alla quale presero parte Elio e le Storie Tese, i quali dominarono il festival, per poi non trovarsi primi proprio la sera finale.
Quest’anno niente classifiche, televoto da casa ed eliminazione diretta. La storia del televoto non ha mai convinto nessuno e Striscia la notizia, di recente, non ha fatto che dimostrare esplicitamente l’inganno di tale presunto metodo che decreterebbe la vittoria. D’altronde siamo in Italia, dove non sono regolari i concorsi pubblici, figuriamo una trasmissione dove girano tanti interessi economici.
Ci sono sempre stati gli interessi delle case discografiche a prevalere a Sanremo. Oggi grazie al web, che non solo ha portato la crisi del mercato discografico, ma porta al successo perfetti sconosciuti o comunque artisti indipendenti, il potere delle major è caduto. Entra in gioco il potere televisivo. Ecco che Mediaset ha colonizzato il festival di Sanremo, infilzando nel terreno della Rai, la bandiera del loro prodotto di punta, “Amici”.
Francesco Favia
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Grande Fratello. Paolo Mari esagera con le provocazioni e viene squalificato.
Nuovo stratagemma degli autori del Grande Fratello per mantenere alti gli ascolti. Forse non è proprio nuovo. Sulla scia delle pazzie di Federica Rosatelli che hanno portato a notevoli picchi d’ascolto, gli autori hanno ben pensato di introdurre nella casa, un altro psicopatico. Paolo Mari, un po’ modello, un po’ idraulico, un po’ schizzato paranoico. Entrato insieme ad un altro personaggio, Tommaso De Mottoni, presunto aristocratico, tutti si aspettavano da quest’ultimo, che sembra sia abituato a lucidare le scarpe con lo champagne, gesti di follia. Invece no, quasi per riabilitare l’immagine dell’alta borghesia, il ruolo del pazzo, è stato affidato al proletario che arrotonda facendo il modello. Scontato che questi strani esseri siano stati fatti entrare per scompigliare gli equilibri della casa, il bel Paolo ha esagerato con le provocazioni. I concorrenti che forse sono meno stupidi di quel che possono apparire allo spettatore da casa, hanno mangiato la foglia e si sono adeguati ad assecondarlo e a ignorarlo. Ed è forse per questo motivo che Paolo avrà esagerato, poiché forse non stava riuscendo nell’intento di provocare reazioni violente, come magari richieste dai perfidi autori. Paolo ha puntato il dito contro i concorrenti, li ha minacciati, ha usato espressioni molto colorite. Niente. Nessuna reazione. “E’ un pazzo” dicono tra di loro gli abitanti della casa “Non puoi prendertela con chi è malato.” Tra di loro c’è anche chi sostiene che sia uno abituato a fare “sniff sniff” e che sia in crisi di astinenza.
Quando però Paolo inizia a girare nudo, sempre per provocazione, il Grande Fratello è costretto a oscurare le immagini, sospendere e isolare il concorrente e alla fine squalificarlo.
Forse era proprio quel che voleva la redazione del GF. Adesso la Marcuzzi e Signorini, avranno modo lunedì sera di trattare di un nuovo scottante argomento e grandi ascolti saranno assicurati.
Francesco Favia
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Brunella Filì racconta la sua espressione estetica
mercoledì 18 febbraio 2009
59° Festival di Sanremo. Serata d’apertura tra eleganza e cultura.
Avete visto Sanremo? O avete fatto come me e altri milioni di italiani che si sono sorbiti quel supplizio solo un po', giusto l'inizio, per poi cambiare canale?
Partenza di gran classe con la sigla cantata da Mina che intona “Nessun dorma”. Seppur sembra difficile che molti italiani possano resistere ad un Sanremo senza addormentarsi davanti a tale costosissimo show. Il 59° festival della canzone italiana apre i battenti con gran stile e Bonolis si mette a citare anche Cesare Pavese “a che serve passare dei giorni se non si ricordano?” Di certo di Sanremo non si ricorda mai nessuno. A proposito, chi vinse l’anno scorso?
Tornando alla sigla di apertura, mi è parso che la voce di Mina fosse ben lontana da quella di un tempo. Comunque sia è stata creata l'atmosfera ricercata da Bonolis e il suo staff, ossia una sobria eleganza culturale.
E la perla della prima sera del festival, è stata proprio colui che sta esportando la nobile cultura italiana in giro per il mondo. L’immenso Roberto Benigni.
Benigni non si tocca. Genio puro, è quel che resta di veramente artistico in un' Italia dominata da reality e film su adolescenti straviziati e i loro amori. Grandioso fu il suo regalo di Natale con la sua interpretazione di "Pierino e il lupo", della quale performance, ne parlai su NonSoloCronache. Restano comunque troppo pochi i momenti di buona televisione e se Sanremo fosse uno di quelli, tuttavia non ha la capacità di entusiasmare come uno show di Benigni ,o per assurdo, di un brillante Fiorello.
Sono l’una del mattino, dunque prima di sentenziare, sarà meglio attendere i verdetti dell’auditel e sapremo quanto saranno veritiere le parole di Del Noce, che ha dichiarato che se gli ascolti non premiassero il festival, esso correrebbe forti rischi di sparire dalla televisione.
Francesco Favia
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martedì 17 febbraio 2009
Grande Fratello. Il black-out stende un velo pietoso.
Tra le puntate della prima serata del Grande Fratello, quella andata in onda ieri, è stata senza dubbio la più deludente. Gli ascolti restano molto alti, ma il livello proposto oltre che basso, si è dimostrato anche obsoleto, scontato e insensato.
Sarà stato per i picchi d’ascolto che hanno causato le accese discussioni lo scorso lunedì, gli autori ieri hanno puntato molto sulla tele-rissa. Si sono viste meno lacrime in compenso. Si è assistito, però, a storie irreali, se non fasulle, come quella del belloccio dalla faccia di bronzo, quel che si fa chiamare Marco, il Tom Cruise dei poveri, il quale si è isolato ai confini di Roma, per una profonda meditazione, che gli avrebbe chiarito le idee, ribaltando i suoi sentimenti nei confronti dall’ex “fidanzata” Lea. Ma come? Non le saltò addosso piagnucolando, per poi andare a riferire a Vanessa con un beffardo sorriso di grande felicità che non l’amava, in quanto il suo cuore appartiene alla “plurievocata” ex, che forse non era nemmeno ex?
Storie surreali, che fanno esclamare al telespettatore “ma vaffanculo, va!” Esplicitamente fasulle che c’è da pensare se tra gli autori del programma, non ci siano anche quelli che curano le trasmissioni della De Filippi. E se ci fosse proprio la signora Costanzo in persona?
Andrebbe bene anche il fatto che tutto fosse finto, perché chi guarda la televisione, vorrebbe solo godersi un po’ di spettacolo. L’importante è che ci sia lo show e non importata quali siano gli ingredienti. Storie strappalacrime, storie d’amore o di vita, risse televisive o pacate discussioni, l’importante è fare spettacolo, indipendentemente dalla veridicità o meno di quel che viene proposto. Tuttavia bisognerebbe dire agli autori di curare meglio le sceneggiature, poiché vanno bene le storie inscenate, ma dovrebbero essere almeno credibili.
Lo spettatore vuole godersi un intrattenimento televisivo, essere incuriosito, coinvolto, ma non preso per i fondelli. La puntata di ieri sera del Grande Fratello esortava lo spettatore a cambiare canale, ponendo una domanda retorica: ma gli autori di questa porcheria di trasmissione, mi credono davvero così stupido che io mi beva tutte queste stronzate? E magari chi si è posto questa domanda, non ha cambiato canale per il semplice fatto che voleva vedere dove l’assurdità potesse arrivare. Ecco la spiegazione del perché gli ascolti non abbiano perso molti colpi.
Lo scontento comunque è ben leggibile in rete, molte sono le critiche, ma dalle critiche si evince come gli stessi detrattori, il sottoscritto per primo , abbiano seguito la puntata.
Molti si domandano come si faccia a dare ancora spazio ad una Federica che era stata squalificata per un comportamento profondamente deplorevole e non solo per il ben noto lancio del bicchiere.
Si mormora, sempre in rete, che uno dei due nuovi concorrenti, il nobile Tommaso, non abbia un soldo e che sia il lacchè della Marina Ripa di Meana, portandole a spasso il cane e che non sia il proprietario di una casa editrice. Si legge sul web che è gay e che il suo compagno faccia l'inviato comico sulla Rai e sia di Camaiore (MS). La gente si domanda: perché prendere in giro così l'intelligenza di chi guarda la televisione?
Io mi domando se non stessimo perdendo il nostro potere intellettivo, dato che ci ostiniamo a guardare questo genere di trasmissioni. D’altro canto, questa minestra passa il convento.
Oltre all’ingresso di Tommaso, era previsto l’ingresso di Paolo, un fighissimo idraulico che si dedica anche a posare in qualità di modello e al quale non mancano partecipazioni televisive.
Sembra che abbia fatto anche il corteggiatore in quell’altro scempio di programma, Uomini e Donne. L’ingresso ce lo siamo perso, dato che il collegamento con la casa è saltato per un “grave guasto tecnico”, ma questa mattina su Canale 5, in collegamento con Mattino 5, Alessia Marcuzzi ha detto che Paolo si è buttato sulla maggiorata di plastica, Cristina. Probabilmente il Grande Fratello l’ha assoldato, perché nel curriculum, il bel Paolo, vantava un’esperienza da corteggiatore televisivo. Suo compito sarà quello di rubare qualche cuore.
Quasi anonimo il siparietto della prova canora col ritorno dal passato della prosperosa Sabrina Salerno. C’è stato ancora un po’ di spazio per l’ex hostess Daniela, che ha acceso un dibattito con Signorini, in nome sempre della tanto amata tele-rissa, ottima procuratrice di ascolti come già detto in precedenza e l'uscita dell'insignificante Nicola.
Questo è tutto, non c’è stato niente di particolarmente emozionante. L’unica cosa che ieri forse ha tenuto col fiato sospeso, potrebbe esser stato il black-out, il quale non solo ha interrotto il collegamento con la casa, ma ha anche tenuto i concorrenti al buio. Alessia Marcuzzi, ha letto teatralmente in diretta del guasto, comunicando che gli abitanti della casa più spiata d’Italia, non correvano pericolo.
Un’ultima cosa da dire, prima di concludere questa mia aspra opinione, è: CHI CAZZO SE NE FREGA!!!! Chi se ne frega dei concorrenti al buio, di quel coglione che si lucida le scarpe col champagne, di quella che rivendica i suoi diritti di lavoratrice in tv e di quel buffone di Marco e dei suoi dilemmi amorosi. Chi se ne frega. L’Italia va a rotoli, il mondo sta vivendo una catastrofe economica e la gente si lascia ipnotizzare dalla tv spazzatura.
A me non resta che scrivere di queste cazzate, perché è di questo che la gente vuol leggere e non delle fabbriche e delle aziende che chiudono, lasciando famiglie in mezzo ad una strada e che ciò non sta avvenendo solo nel nostro Paese, ma anche nelle blasonate potenze come il Giappone e gli Stati Uniti.
La televisione ci sta propinando personaggi e contenuti sempre più cattivi. Bene, il mio blog si adeguerà a tale cattiveria.
Francesco Favia
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venerdì 13 febbraio 2009
Studio Aperto e il suo presunto giornalismo
Il taglio giornalistico è di una nefandezza estrema e in confronto Michele Santoro è un giornalista imparziale. La faziosità dei reporter di Studio Aperto è inconcepibile, tanto più che incita alla violenza e alla xenofobia.
Ieri, giovedì 12 febbraio, la trasmissione da me incriminata, stava trattando del successo che Mediaset ha avuto lunedì sera, grazie al Grande Fratello, che ha surclassato i vari approfondimenti sulla morte di Eluana Englaro in onda sulle altre reti.
Fin qui, tutto normale. Dando a Cesare, quel che è di Cesare, molti italiani hanno preferito sapere le sorti di Federica e company, piuttosto che assistere all’ennesima speculazione mediatica sulla povera Eluana, che vorrebbe solo riposare in pace.
Successivamente ci sono stati un tris di servizi. Il primo sulla strabordante Cristina Del Basso. Un altro su colei che non si sa se mai abbia posseduto un senno, la famigerata Federica Rosatelli.
E l’ultimo sul montenegrino che parla come Valentino Rossi o il suo emulo, Marco Simoncelli.
È stato tutto un inneggiare al Grande Fratello con l’esplicito messaggio subliminale, che fa sì che ci siano sempre più partecipanti ai provini per prender parte a tali trasmissioni.
Una giornalista è andata a casa di Cristina, dove l’ha accolta sorridente la mamma. Una signora che si dimostrava fiera e orgogliosa davanti alle immagini della figlia seminuda che scorrevano sul televisore. Ha anche dichiarato che sua figlia è libera di fare le sue scelte, anche di posare eventualmente per un calendario. Beh certo, l’importante è fare un sacco di soldi, al diavolo la dignità.
Sono state anche fatte vedere delle interviste ad alcune ex colleghe della maggiorata. La giornalista che cercava di carpire affermazioni di invidia dalle lap dancer, a queste povere criste, ha anche detto praticamente che la tettona grazie al Grande Fratello si farà i soldi e loro resteranno a umiliarsi davanti a uomini bavosi. E c’è chi si è limitata a risponderle “ancora per poco”. A mio avviso, le ragazze si sono contenute, dato che sono state fortemente istigate a mandar a quel paese l’intervistatrice.
Per quanto riguarda la schizofrenica Rosatelli, la trentunenne romana già si atteggia da gran diva. Probabilmente è proprio così e il suo modo di fare altezzoso lo ha sempre avuto, a prescindere dalla notorietà. Per niente pentita, sarebbe disposta a stare davanti a migliaia di persone che le lancino pomodori, purché sia lei al centro dell’attenzione. L’intervistatrice che l’assecondava, facendo quasi percepire allo spettatore, che non solo il suo comportamento nella casa sia stato normale, ma, anzi, giusto. Sicuramente è stato azzeccato per la produzione, dato i picchi di ascolto che ha procurato il suo modo di fare. Stando ai dati auditel, purtroppo c’è da presumere che non ci libereremo così facilmente della gallina Rosatelli.
Quel che proprio mi ha fatto cadere le braccia, è stato il servizio su Ferdi.
La troupe di Live è andata nella città dove vive e lavora Ferdi. Tutti gli vogliono bene e parlano del ragazzo montenegrino come di un gran simpaticone.
Un ragazzo che poteva avere un destino diverso, ma ha voluto cogliere l’opportunità che gli ha concesso la vita, approfittando per studiare e guadagnarsi con l’onesto lavoro qualche soldo.
E invece si sente la voce della giornalista che paracula le dichiarazioni lasciate dai conoscenti e amici di Ferdi e ribadisce più volte come il Grande Fratello possa cambiare la reputazione di un ex clandestino, di un ex accattone, di un rom. Queste le testuali parole dell’inviata Patrizia Caregnato.
Un giovane intelligente che ama studiare, ma guarda caso, quando la madre adottiva parla di questo, dicendole che le ha comprato i libri, appare Ferdi nel confessionale che non riesce a coniugare un verbo arduo anche per un italiano. La cabina di montaggio può essere un’arma davvero tagliente.
Il servizio si conclude così: “Ferdi, l’unico orfano adottato da una famiglia grande come l’Italia”. Retorica o ironia vomitevole, dato che Ferdi è uno dei tanti ragazzi con dei genitori affidatari, che dimostra la propria riconoscenza alla propria famiglia, vivendo una vita dedita al sacrificio e all’onestà. Ferdi avrà bisogno degli italiani per arrivare fino alla fine, ma una famiglia e degli amici ce li ha e sembra essergli molto affezionato.
Può anche essere che Ferdi voglia speculare col passato della sua infanzia per intenerire il pubblico, ma ho come l’impressione che sia spinto a far ciò dagli autori. Per il resto mi sembra un ragazzo normale che abbia anche messo da parte il suo lontano passato, nonostante il Grande Fratello voglia farlo riemergere.
Montenegrino, albanese, francese, italiano, tedesco. La gente non si giudica dalla nazionalità, ma dall’onestà. Lasciamo stare poi che Studio Aperto utilizzi i termini montenegrino, albanese, rumeno con tono sprezzante.
Tornando al Grande Fratello, esso può esser visto come una svolta, ma resta il fatto che spesso i partecipanti più viscidi si sono fatti largo in qualche modo nel mondo dello spettacolo; i ragazzi onesti sono tornati a fare il proprio lavoro, conducendo una vita tranquilla.
In conclusione, è inutile che certe trasmissioni montino i video a loro piacimento, la gente non è stupida e sa riconoscere i concorrenti deplorevoli e chi con un po’ di umanità. Quest’anno c’è stato il caso eclatante di Federica Rosatelli e se qualcuno in tv vuol smorzare i suoi toni, su internet gli utenti vorrebbero linciarla. In passato abbiamo visto altra gente insopportabile che poi ha fatto da prezzemolo in vari programmi.
La televisione diventa sempre più una grande discarica di rifiuti umani, noi spettatori almeno possiamo consolarci col web, l’unico mezzo di comunicazione veritiero.
Francesco Favia
"Idillio infranto", il primo vero film pugliese
Erano tempi dove il pudore e l’onore erano colonne portanti nella vita di una persona. Ci troviamo negli anni ’30, ad Alberobello, un paesino dell’ entroterra barese, che seppur meta turistica oggi, era un paese che viveva essenzialmente di allevamento e agricoltura. E le donne si rifiutarono di prender parte alle riprese; le si possono vedere solo insieme a parte degli abitanti nella scena finale dei balli folcloristici. Gonne lunghe fino alle caviglie, grembiuli e fazzoletti in testa. Queste erano le nostre nonne e bisnonne. Si andava ancora a cavallo e si lavorava di braccia. Era la campagna pugliese. Immagini di un tempo che fu, contornati dal silenzio di questo film muto che lambisce la pelle e ci procura dei piacevoli brividi. Esce allo scoperto dopo sessant’anni e dopo quasi ottanta di anni, oggi, è messo a disposizione a chiunque lo voglia vedere, basta avere un computer ed un collegamento internet. Riesumato nel 1990 da una cassapanca, la pellicola ha dato vita ad una ricerca appassionante dei protagonisti dell’epoca. Nello Mauri, il regista, anch’egli recitò nel film, insieme a Mario Passi, pseudonimo di uno dei protagonisti; quest’ultimo sembra che fosse marchigiano, ma non sono stati trovati testimonianze o documenti a confermare tutto ciò. Ida Mantovani, la protagonista, proveniva da Milano e già prese parte ad altri lavori filmici come “Le mani sugli occhi” e “La leggenda di Wally”.Con lo pseudonimo di Filippo il Bello, Pasquale Jacobellis interpretò il ruolo del protagonista. Jacobellis, in simbiosi col suo personaggio, aveva realmente terminato gli studi universitari in città, ovvero Bari. Finite le riprese, si trasferirà a Pescara, dove diverrà un affermato medico chirurgo. Durante il restauro della pellicola, si è riuscito a rintracciare la famiglia, la quale credeva che la storia del film fosse solo una leggenda che il loro papà Pasquale andava raccontando. Dirce Greselin, l’antagonista, sembra svanita nel nulla. Si dice che fosse la moglie del regista, ma non si sa di più. I restanti ruoli femminili furono interpretati dalla moglie e dalla suocera di Raul Perugini, l’operatore, che sarà l’unico a continuare a lavorare nel settore e perderà la vita nel dopoguerra, durante le riprese di un documentario in Argentina. Qualche altro attore e figurante non erano altro che gli amici e i lavoranti del produttore, il proprietario terriero Orazio Campanella, il quale non disdegna anche lui di comparire. Per via dei costi elevati, non fu distribuito. Fu proiettato raramente in qualche festa di paese. Al film vennero dedicate poche righe sul Corriere Cinematografico, il 18 marzo 1933, ma oggi, restaurato, se ne possono ammirare degli assaggi su Youtube, nonché lasciare dei commenti in merito. Questi spezzoni sono presenti nel documentario “Alla ricerca del film perduto” di Angelo Amoroso d’Aragona, promosso dall’Associazione Transtv e in collaborazione con la More Production e il contributo della Regione Puglia, assessorato al Mediterraneo. All’opera di restauro hanno partecipato la Cineteca Nazionale, la Teca del Mediterraneo e il Club delle Imprese per la Cultura.Una vera perla su Youtube che si trasforma in macchina del tempo. Merita di esser guardata e commentata. Un filmato di qualità, davvero pregiato e che forse non merita di trovarsi nello stesso contenitore dove si trovano i filmati stupidi di ignoranti ragazzuoli che hanno i telefonini come prolungamento dei loro arti superiori, ma tant’è, questo è il bello della democrazia e della libertà della rete.
Francesco Favia
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martedì 10 febbraio 2009
Eluana e il rispetto della vita
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sabato 7 febbraio 2009
Viva Giuseppe Gatì
Il 29 dicembre 2008 Vittorio Sgarbi arrivava in ritardo alla presentazione del suo libro, presso la Biblioteca Comunale “La Rocca” di Agrigento. Ad attenderlo in una sala affollata, c’erano anche dei ragazzi per contestare chi osò dare del mafioso proprio a chi cerca di combattere questo storico fenomeno criminale. Vittorio Sgarbi fu anche condannato dalla procura di Torino a otto mesi di reclusione e al pagamento di cento milioni di lire per questo motivo, ossia di aver diffamato Giancarlo Caselli. Sgarbi, infatti, su un articolo comparso sul quotidiano "La Stampa" nel '96, definì i magistrati di Torino come “giudici mafiosi che arrivano dal Piemonte e che sequestrano la Sicilia”.
Tra i ragazzi pronti a contestare l’intellettuale Vittorio, emerse a gran voce un ragazzo di Campobello di Licata, provincia agrigentina. Con un grido disperato, come definito da Beppe Grillo sul suo blog, ha gridato “viva Caselli, viva il poop antimafia”, dopo aver dato a Sgarbi del volgare e del pregiudicato. Strattonato, preso a calci, Giuseppe lottò per esprimere la verità.
I suoi compagni scapparono, salvando la telecamera. Benedetto sia internet, grazie a Youtube e ai blog, i fatti sono ben documentati e alla portata di tutti.
Giuseppe fu trattenuto per delle ore per degli “accertamenti”.
Ecco il racconto dello stesso Giuseppe, tratto dal suo sito http://www.lamiaterraladifendo.it/
"Con alcuni amici l’altro giorno mi sono recato presso la biblioteca comunale di Agrigento per contestare con volantini e videocamera Vittorio Sgarbi. Ci siamo soffermati su due punti in particolare: la condanna in via definitiva per truffa aggravata ai danni dello stato, e quella in primo e secondo grado, poi andata prescritta, per diffamazione del giudice Caselli. Dopo quasi due ore di ritardo ecco che arriva, in sala la gente rumoreggia e fischia. Subito dopo aver preso la parola, naturalmente con qualche volgarità annessa, inizia la nostra contestazione. Nel video non si vedono o sentono certe cose. Sono stato subito preso e spintonato da un vigile, mentre qualcuno tra la folla mi rifilava calci e insulti. Sgarbi, prima chiedeva che venisse sottratta la videocamera alla mia amica, e dopo cercava lui stesso di impossessarsene. Ma è importante sapere cosa succede dopo. I miei amici vanno via perchè impauriti, mentre io vengo trattenuto dai vigili. Si avvicina un uomo in borghese, che dice di appartenere alle forze dell’ordine e cerca di perquisirmi perchè vuole la videocamera (che ha portato via la mia amica). Io dico che non puo’ farlo e lui mi minaccia e mi mette le mani addosso. Arriva un altro personaggio, e minaccia di farmela pagare, ma i vigili lo tengono lontano. Dopo vengo preso e portato in una sala appartata della biblioteca, dove la polizia prende i miei documenti e il telefonino. Chiedo di vedere un avvocato(ce n’era addirittura uno in sala che voleva difendermi), per conoscere i miei diritti, ma mi rispondono di no. Mi identificano più volte e mi perquisiscono. Poi mi intimano di chiamare i miei amici, per farsi consegnare la videocamera, ma io mi rifiuto. Arriva di nuovo il presunto appartenente alle forze dell’ordine in borghese e mi dice sottovoce che lui dirà di esser stato aggredito e minacciato da me. Non mi fanno parlare, non mi posso difendere. Dopo oltre un’ora e mezza mi dicono che non ci sono elementi per essere trattenuto ulteriormente, mi fanno fermare il verbale di perquisizione e mi congedano con una frase che non posso dimenticare: “Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro…”."
Circa un mese dopo, Giuseppe Gatì morirà in un incidente sul lavoro. Sembra che un filo elettrico scoperto sia stata la causa incidentale di tale tragedia. Anche Peppino Impastato, presunto terrorista, morì incidentalmente perché trasportava esplosivo. È inutile adesso fare paragoni e soprattutto illazioni, anche se molta gente non riuscirà a non pensare male. Il danno, poi, è che oggi con internet i pensieri diventano facilmente pubblici.
Chi ha amato Giuseppe Gatì e chi si sta innamorando della sua dolcezza, che traspare sulle foto e sui filmati in rete, non può che sperare che gli investigatori facciano il loro dovere e chiariscono le cause che hanno spezzato troppo presto una vita. Gli stessi amici di Giuseppe confermano che era un ragazzo estremamente dolce, dedito all’onestà e al lavoro.
Giuseppe voleva difendere quello in cui credeva. Credeva nella legalità. Amava la sua terra e lo dimostrava continuamente:
"Io ho deciso di rimanere qui, perchè non devo essere io ad emigrare per non sporcarmi le mani per cercare un lavoro, ma deve andare via chi questa terra l’ha martoriata.Ho creato un piccolo spazio cartaceo che periodicamente metto in giro (volantini e manifesti) al quale ho dato il nome di QUI CAMPOBELLO LIBERA (il mio paese infatti si chiama Campobello di Licata in provincia di Agrigento).Ancora sono il solo ad occuparmene, ma confido di risvegliare qualche bell’anima; il mio spazio si occupa di informare i cittadini di ciò che i media nazionali oscurano o censurano: condannati in parlamento, leggi vergogna, inciuci ecc.Ho già avuto i primi commenti negativi, ma non mi fermo qui. Questa è la mia terra e io la difendo."
Queste le parole di un ragazzo amante delle sue origini, che poteva emigrare o comunque svolgere il proprio lavoro, vivendo una vita tranquilla.
E invece no, perché sentiva che non poteva rimanere passivo:
"La Sicilia non è bella, è bellissima, ed io voglio lottare per far si che questa vituperata terra possa rinascere.
Cerco di fare cio’, portando dentro di me il ricordo di gente come Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Beppe Alfano….e tutti coloro hanno dato la vita per ridare dignità alla Sicilia e ai siciliani."
La sua lotta non è sta facile. Al contrario di Piero Ricca, lui era un lavoratore ed era figlio di un lavoratore. Non aveva le spalle coperte. Certo è da apprezzare anche l’impegno di Ricca, ma Giuseppe non poteva permettersi di dire, se mi tocchi ti denuncio. Al di là dei contesti completamente differenti da quelli milanesi, Giuseppe non era figlio di persone importanti.
Il padre, coordinatore cittadino del PD, gli avrà trasmesso la passione per la lotta politica probabilmente, ma padre e figlio erano gente abituata a sudare per portare a casa la pagnotta. Adesso Giuseppe non suderà più. Riposerà e per sempre il suo ricordo rimarrà nei cuori e nelle menti di chi lo ha conosciuto e di chi lo sta conoscendo grazie alla rete.
Francesco Favia
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Hip hop, musica del nuovo millennio
venerdì 6 febbraio 2009
Eluana Englaro, strumentalizzazione di un caso
Il tema è estremamente delicato, tanto che creare una legge apposita, sembra essere un’impresa assai ardua.
C’è chi dibatte poi sul fatto di quanto sia cosciente Eluana, se percepisce quel che le accade intorno e se possa soffrire con la graduale eliminazione di idratazione e alimentazione.
Certo è che una questione etica, sulla quale i politici dovrebbero prendere una decisione, si è tramutata in una sporca strumentalizzazione politica.
Tutti dicono la loro, ovviamente anche la Chiesa. Intanto Eluana è lì, da 17 anni e il padre e i suoi cari soffrono. E c’è chi ha additato Beppino Englaro come un cinico mostro, stanco di una situazione insostenibile. Egoismo, secondo molti. Probabilmente il signor Englaro ci ha pensato molto prima di prendere la sofferta decisione di iniziare una lotta per il diritto di morire, per metter fine ad un’esistenza inesistente. Grande sarà il dolore per la perdita definitiva della sua adorata figlia. Non sarà sicuramente un sollievo.
È un dilemma difficile, mai affrontato in Italia. Appartiene ad un passato recente il caso Welby, ma lì c’era il diretto interessato a chiedere di porre fine all’accanimento terapeutico.
Nel caso di Eluana, si grida all’omicidio, perché la ragazza non può esprimere il desiderio di rimanere in vita; ma Eluana è un corpo che respira. Non vive. Non avrebbe senso una vita immobile.
La questione, ripeto, è davvero delicata. Nemmeno gli esperti, i medici, i politici hanno le idee chiare in merito, dunque la mia è solo l’impressione di una persona che apprende tutto quello che i mass media espongono sulla battaglia in corso.
Ho voluto tuttavia dire la mia, anche se da persona poco coraggiosa, spesso mi astengo ad esprimermi su temi così duri.
Mi auguro solo che qualunque decisione venga presa, sia accolta con serenità e che non fosse usata per secondi fini dai politicanti e affini.
A mio parere se si deciderà di dar pace ad Eluana, non si compirà un omicidio, ma un atto d’amore.
Francesco Favia
www.nonsolocronache.com
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mercoledì 4 febbraio 2009
Lettera aperta ad Eluana Englaro
Francesco Scipione
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martedì 3 febbraio 2009
Colpi bassi del Grande Fratello
Ieri si è assistito alla sofferta scelta della hostess, Daniela Martani, della quale tanto si è parlato sui giornali e in televisione nei giorni scorsi. Sensatamente ha scelto la realtà e bisogna ammettere che un po’ rammarica vedere una ragazza rinunciare ai propri sogni. Oddio, la Martani non è proprio una ragazza ed a certi sogni di gioventù forse avrebbe dovuto rinunciarci da tempo. Fatto sta’ , che il metterla di fronte ad una così difficile decisione davanti a tutt’Italia, sembra essere stato uno dei diabolici piani degli autori. È difficile pensare che non fossero a conoscenza della vita professionale della hostess romana e la stessa Martani aveva inizialmente mentito agli spettatori, dicendo nel clip di presentazione di essere in una situazione indefinita ed il suo futuro professionale era fortemente incerto. Non si trovi la scusante che quel filmato fu realizzato molto tempo prima della prima puntata, poiché si poteva benissimo tagliare quel momento in cui la Martani si erige a vittima, tanto più che aveva ottenuto il contratto a tempo indeterminato e avrebbe dovuto riprendere a lavorare, dato che non gli era stata concessa nessuna aspettativa.
L’obbiettivo di chi cura la trasmissione è stato tuttavia raggiunto: far parlare della trasmissione per tutta la settimana, così da avere il boom di ascolti il lunedì sera. La Martani, toccato il cielo con un dito, è dovuta scendere desolatamente sulla Terra. Ci si aspetta però la sua presenta nei vari salotti televisivi per molto tempo, dato che il licenziamento da parte della Cai sembra comunque inevitabile.
Un altro colpo basso del Grande Fratello a discapito dei concorrenti, è stato inferto in questo caso alla farmacista napoletana Annachiara, all’ormeggiatore genovese Alberto, alla barista milanese Vanessa e allo studente, calciatore e presunto sciupafemmine di Ferrara, Marco.
Alessia Marcuzzi, ieri sera nel corso della diretta li ha chiamati in disparte. Prima l’assillante napoletana e al bel ormeggiatore, successivamente Vanessa e a Marco.
Dopo avergli fatto vedere delle clip, dove a loro volta le due “coppie” si scambiavano tenerezza, sono stati riuniti tutti e quattro nella stanze delle sorprese. Alberto e Vannessa intuiscono quel che sarebbe accaduto. La Marcuzzi chiede ai diretti interessati se poteva mostrare un filmato. Per Alberto non ci sono stati problemi e Vanessa quasi costretta, ha acconsentito. Ecco che si è presentato alla loro vista il bacio appassionato tra questi ultimi. Immediata la reazione violenta di Annachiara contro Alberto, la quale d’istinto lo colpisce alla testa. Il genovese è sembrato infastidito dal suo gesto. Intanto è calato il silenzio, interrotto dopo un po’ dall’irruente Annachiara che sembra voler puntare il dito contro Vanessa. Il dito è stato subito piegato dai due ragazzi che prendono immediatamente le difese della sua rivale.
Quel che doveva esser la parte frivola della serata, come definita dalla biondissima presentatrice, si è rivelata una vera carognata nei confronto dei quattro ragazzi.
D’altronde è stata la parte migliore della puntata di ieri, dove oltre al “caso Martani”, si è dovuto assistere nuovamente ad uno sketch in stile Maria De Filippi, ossia Ferdi che rivede dopo tanti anni sua madre, seppur in un video. Per quanto queste storie strappalacrime possano esser un toccasana per gli ascolti, si rischia di esser ripetitivi. Molte meglio, dunque, gli intrecci da soap opera per catturare l’attenzione del pubblico.
Francesco Favia