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mercoledì 4 febbraio 2009

Lettera aperta ad Eluana Englaro


Carissima Eluana,
la tua prova sta per giungere alla fine. Sono felice per te, perché sparisca l'immane zavorra che ha ancorato la tua anima alla vita-non-vita che ti ha accompagnata in questi ultimi (quasi) due decenni. Sono contento per tuo padre, che con grande dignità e fermezza ha saputo far valere le tue ragioni: senza mai urlare, senza mai essere becero, senza accusare, senza "buttarla in caciara".Cosa che non si può dire di coloro che, negli intenti formali, intendevano difendere la "tua vita", o coloro che a questi si contrapponevano, solo per spirito di contraddizione o per gioco delle parti. Le circolari minatorie, gli interventi deliranti di Santa Madre Chiesa,
sempre più lontana dal tenero messaggio di Cristo. Un Papa intento ad odiare omosessuali, divorziati, conviventi. Un Papa più intento ad allontanare che ad avvicinare a Dio.Tu non hai sentito, per tua fortuna, questi clamori. Tu dormi e non sai di dormire, vivi e non sai di vivere. Tra poco saprai tutto: l'amore dei più e l'odio degli stolti. Capirai che il dono di un genitore verso un figlio è la vita e non la sopravvivenza. Quella a cui tanti ti hanno condannato finora.Ora volerai e, da lassù, nel Paradiso dove sarai, abbi misericordia di coloro che questa parola la pronunciano solo come vuota tiritera.Ti abbraccio, Eluana, ovunque tu sia e ovunque andrai. Aiutaci e aspettaci.

Francesco Scipione


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