www.nonsolocronache.com

LO SPAZIO PIU' CULT DELLA RETE
attualità, arte e cultura

Cerca nel sito

Condividi su...

Bookmark and Share

domenica 28 ottobre 2012

Tratto da PULP

Letture del Cisco





Charles Bukowsky - Pulp - Ed. Feltrinelli

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento







Basta poco per esser felici


idea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento





Cosimino's Angels


- Cosimino's Angels - idea & grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento







I PUPINI


idea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento





Il mondo è pieno di fiori


idea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento







Crisi economica


dea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento






Violence


- Violence - idea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento





PARTITO della GNOCCA

RIDIAMOCI SU... CHE LE LACRIME SONO ESAURITE...


idea, testo, grafica di Francesco Favia 

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento








lunedì 22 ottobre 2012

La mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria

Portare questa nave verso una rotta che nessuno sa, è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto



il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura, cosa sarò dove mi condurrà la mia natura?



...ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarà che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiare

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento




Charles Bukowski alla sua macchina da scrivere


Cartolina con Charles Bukowski alla sua macchina da scrivere nel 1988. Foto di Joan Levine Gannij, pubblicato dalla Island International Bookstore, Amsterdam. Per gentile concessione della Biblioteca Huntington, collezioni d'arte e giardini botanici.

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento



sabato 20 ottobre 2012

Evitare fregature? Su Facebook c'è NO AL KIRBY

Mix di pensieri di Francesco Favia tratti dal gruppo Facebook "No al Kirby!!!"

Francesco Favia, blogger
Da notare i titolari, i soci di quei call center dove pagano 3 euro lordi l'ora, ovvero poco più di 2 euro netti. Firmatissimi e con super auto di lusso. Questo non è nemmeno più da definirsi sfruttamento, ma è una vera e propria SPECULAZIONE della fame di lavoro. E' la legge del mercato, le basi della borsa. Molta domanda, si alza il prezzo del prodotto. Nel mercato del lavoro è l'esatto contrario, ma rende bene alle imprese. Poca offerta di lavoro, molta domanda di esso. Ok, ti diamo il lavoro, ma ti pago ai minimi termini. E questa storia non vale solo per gli imprenditori locali, ma anche per le multinazionali che spostano le loro sedi in nord Africa, in est Europa, Asia e anche nel mezzogiorno italiano. E noi, se ci va bene, riusciamo a conquistarci qualche lavoro a chiamata, qualche contratto a progetto con paghe al limite dell'elemosina.
venerdì 19 ottobre 2012 ore 20:03

in questo gruppo si cerca di evitare le fregature, di cooperare nel smascherare coloro che ci farebbero perdere tempo e carburante prezioso per dei colloqui fasulli. Altrimenti non avrebbe senso di esistere "No al Kirby". Il lavoro fisso non c'è, noi più che mandare curriculum non possiamo fare altro.
Venerdi 19 ottobre 2012 ore 19:50

La sua operazione però non ha avuto buon esito: “Me l’hanno devastato sentivo come dei corpi estranei che uscivano fuori. Ma lo rifarei, anche se con un chirurgo diverso. Perchè no? Potete fare anche un sondaggio mettete una ragazza orribile e una bella, poi speditela a un colloquio di lavoro. Secondo voi chi prendono?”. (leggo.it)
Giovedì 18 ottobre 2012 ore 16:07

Con la scusa della mia poca esperienza, e del "dover prima imparare", mi sono ritrovata tutti i giorni per 8 mesi a lavorare all'interno di un laboratorio da sola, senza nemmeno un'assicurazione (obbligatoria per uno stage), mentre il personale retribuito si "divertiva in giro a perdere tempo per l'ospedale". 
Durante questa lunga fase, otre alle umiliazioni ricevute e alle violenze psicologiche, i vengono promessi rimborsi spese per la benzina, l possibilita' di ottenere una collaborazione, e dunque nonostante tutto, pur di ottenere un lavoro che avesse a che fare con i miei studi, decido di provare, stringendo i denti e andando avanti nonostante le mortificazioni
non aveva senso non pagarmi, se non per poter dar vita ad uno schiavismo,e ad una subdola forma di ricatto (prima il lavoro gratis poi l'assuzione). Tuttavia gli è convenuto "truffarmi" a discapito della mia famiglia che per aiutarmi spese oltre 1000€ di benzina, e a discapito mio, che pur di trovare un lavoro ho accettato di piegare la testa,al punto di perdere la dignita' lavorando gratis, anzi andandoci a rimettere!!!! Oltre il danno poi, anche la beffa, quando decido di andarmene, il contrattista, che mi fece affiancamento mi fa anche presente di non essere stata una persona di volonta', e che fosse colpa mia di non aver ottenuto un contratto poichè mostrai poco impegno(dopo 8 mesi in cui tutti i giorni lavoravo al suo posto gratis????)
http://affaritaliani.libero.it/cronache/laureati-protesta171012.html?refresh_ce

·                                 ho fatto un riassunto, ma vi invito a leggere tutta la testimonianza
·                                
Cisco Man cmq non vale solo per i laureati, quante volte mi sono capitate situazioni simili
·                                
Cisco Man http://www.youtube.com/watch?v=ZgaGPuLDBG4esistono ancora 
gli sfruttati malpagati e frustrati 
mio fratello e' figlio unico sfruttato 
represso calpestato odiato
mio fratello è figlio unico rino gaetano immaggini suoni poesia
·                                
Cisco Man "e non ha mai vinto un premio aziendale"
Giovedì 18 ottobre 2012 ore 10:30

Se incontrate certe cape bianche che conosco, provate a fargli qualche domanda sul codice della strada. Se sono entrati con regolare concorso, avranno studiato, e saranno di certo preparatissimi.
Uahauahauahauahauahauaha. C'è chi è eterno disoccupato e precario e poi c'è certa gentaglia col posto fisso. M' ven u scitt
Martedì 16 ottobre 2012 ore 15:34

‎"E come mai sei venuta in Italia?" "Per cercare lavoro, mi servono soldi?" Ah capì..." "Tu conosce qualcuno dare lavoro?" "Si... come no... ce ne sono tanti... Proprio un mio amico stava assumendo. Offre vitto, alloggio, auto aziendale, si lavora solo tre mesi, il resto dell'anno sono tutte ferie pagate." "Ma tu prendere per il culo?" "Si, ma hai iniziato tu. Trovare lavoro in Italia..."
3 ottobre 2012 ore 20:55

Amici, colleghi precari e disoccupati, compagni si sventura. Io nei giorni scorsi ho adeguato il mio curriculum al formato europeo e ho tagliato il 90% della mia odissea lavorativa (90% che era già privato di tante altre esperienze). Spero che almeno adesso, qualcuno, non dico tanti, mi chiami almeno per un colloquio, non dico per lavorare, ma almeno per un primo incontro conoscitivo. Ora ho trovato un articolo proprio su come presentare un curriculum efficace. Spero che può tornarvi utile. http://affaritaliani.libero.it/economia/curriculum-dieci-errori-da-evitare191012.html    
E forza ragazzi. Io sono il primo a essere depresso, ma non voglio pensare che non ci siano soluzioni, speranze, che tutto sia perduto. Se così fosse, prepariamoci tutti ad andare a mangiare alla Caritas, a far la fila per un posto in un dormitorio o saltare la fila alla posta con un passamontagna e un taglierino. Su forza e coraggio... che ne abbiamo bisogno.
Venerdi 19 ottobre 2012 ore 20:38


e non consideriamo i contratti a progetto, ovvero il 90% delle offerte di lavoro, dove prima ti spolpano e poi ti gettano. E nonostante sia un contratto di collaborazione che non garantisce nulla, ma dovrebbe offrire piena autonomia, si viene comunque trattati alla stregua di Fantozzi.
Sabato 20 ottobre 2012 ore 11:25

e c'è chi lavora, magari col contratto fisso, e si lamenta perchè mille euro sono pochi. Devono dire grazie di averlo uno stipendio di questi tempi.
sabato 20 ottobre 2012 ore 9:30

Francesco Favia

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento









lunedì 15 ottobre 2012

La capa gira



© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento



Al tappeto


© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento


La ruota gira


© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento





Per chi dice di alzare le chiappe dalla sedia

Tratto dal gruppo Facebook "No al Kirby!!!"

Premesso che qui nel gruppo si parla di esperienze personali e non di sentito dire. Premesso che io personalmente non offendo nessuna di queste s.r.l. , ma anzi, più volte ho detto agli utenti “è un porta a porta, è un call center, se te la senti, prova”. Premesso che io scrivo da sempre e da sempre ci metto la faccia e il mio nome. Premesso che voi non conoscete la storia di ognuno di noi, tanto meno quella del sottoscritto, che da oltre dieci anni va sbattendo per il lavoro. Ho fatto di tutto: supermercati, ditte di trasporto, call center, inventari, volantinaggio, ect. Mi sono spaccato spesso letteralmente la schiena per due soldi e li ho dovuto anche rincorrere. Lo sappiamo, a Bari c’è la “malattia” di non pagare. E’ capitato anche che non abbia visto un euro, nonostante gli “ettolitri”  (parafrasando Mario Brega) di sudore versati. Vengo da due anni e mezzo di lavoro in un grosso call center, una multinazionale alla quale ho dato l’anima. Per premio mi hanno buttato fuori. Ero sereno nonostante i contrattini a progetto di un mese. Lo stipendio arrivava. Ora è quasi un anno che non riesco a trovare niente. Invio quotidianamente curriculum. A valanga. Sarà l’età, sarà il periodo. Andai a vivere anche da solo prendendo una stanza in affitto. Ovviamente in nero come di buona abitudine a Bari. Quindi alla faccia dei “bamboccioni”, mera invenzione politica, io tra precariato e sfruttamento, sono sempre riuscito a mantenermi. Affitto, bollette, imprevisti, assicurazione, bollo (una delle tasse assurde con le quali finanziamo papponi e escort accomodati su agiatissime poltrone istituzionali), benzina, fidanzate.
Comunque, cercando di mantenere la calma, vi racconto di come arrivai a quella multinazionale sopraccitata.
In Transcom ci sono capitato per caso, per arrotondare. In quel periodo lavoravo la mattina a Leroy Merlin, ennesimo lavoro sotto le festività procuratomi da un’agenzia interinale; il pomeriggio in Transcom sulla terribile campagna definita “Prospect” ovvero una sorta di porta a porta, nel tentativo di acquisire nuovi clienti per un importante gestore telefonico , quello che fanno tutti i medio piccoli call center;
la notte mi facevo 20/30 km per andare a fare degli inventari in altre multinazionali, sempre tramite agenzia interinale. In quel periodo poi ero in mezzo una strada, in pratica mi ospitavano i nonni.
In Transcom iniziai a guadagnare poche centinaia di euro alla volta, ma erano entrate sicure, a differenza di tanti altri lavori offertomi da “imprenditori” locali, che mi hanno spolpato vivo e alle volte nemmeno hanno pagato. Lo sfruttamento, miei cari fake e infiltrati, che ci invitato ad alzare le chiappe dalle sedia, a noi  povera gente, senza conoscerla e che magari se la guarda in faccia non ha nemmeno il coraggio di fiatare, lo sfruttamento IO lo conosco da tempo, da quando frequentavo le scuole superiori e l’estate andavo ad appendere locandine per mezza Puglia, su delle auto scassate, guidate da capizona sfigati peggio di me e dormendo nella controra sulle panchine come dei barboni.
Per un paio d’anni ho fatto anche l’università, una decina di esami li diedi e ogni tanto andavo a farmi sfruttare da quegl’altri “villacchioni” delle agenzie di volantinaggio.
Dopo aver lasciato l’università, decine e decine di lavori: commesso, rappresentante, nonché uagnone, o per meglio dire apprendista, ma siccome sono pignolo, preferisco definirlo schiavo, straccio da terra, presso ditte di trasporti, ditte edilizie varie, salumerie, supermercati, lavorando dalle 11 alle 15 ore al giorno. (Molte delle mie vicissitudini lavorative le ho spesso riportate in dei miei romanzi e racconti vari.)
In quest’epoca, in questo misero sud, va male a molti, ma non mi permetto di giudicare chi cerca di guadagnarsi il pane.
Vi ricordate la strage del maglificio di Barletta. La sopravvissuta sapete cosa disse? Prima guadagnavo 4 euro l’ora, ora nemmeno quelli, come farò?
Sono stato prolisso, lo so. Detto questo, invito i fake a tacere. In quanto fake, non sono degni di esprimersi, dato che si nascondono. Ultima cosa, ribadisco che non dovete MAI più permettervi di giudicarci e di dirci di andare a lavorare. Puntate il dito, ma voi che sostenete di non essere degli sfigati, cosa ci fate su Facebook, invece di produrre?

Francesco Favia

venerdì 12 ottobre 2012 ore 17:27

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento





venerdì 12 ottobre 2012

Vorrei tornare a una vita normale


© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento




giovedì 11 ottobre 2012

BASTA AI COLLOQUI TRUFFA

NO AL KIRBY!!!
idea & grafica Francesco Favia

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com 

Di' la tua, lascia un commento



mercoledì 10 ottobre 2012

Lavori truffa, le prese per i fondelli di certi "selezionatori"


Dal romanzo - Davanti a me -  di Francesco Favia, anno 2005, inedito.


Sotto il cielo grigio che rappresentava benissimo il suo stato d’animo, camminava angosciosamente con gli occhi che cercavano scritte: “cercasi…” Cercava qualsiasi cosa, ma c’era da superare la selezione anche per un posto da commesso.
In quel periodo lasciò il suo numero e il suo curriculum, che raccontava poco o niente, a svariate agenzie e aziende che costantemente gli dicevano che avrebbe avuto una telefona per un colloquio.
Ovviamente non gli arrivò nessuna telefonata, tranne una volta: gli fu comunicato da una segretaria, più giovane di lui, di presentarsi il lunedì mattina, alle otto e trenta, in giacca e cravatta. Un raggio di speranza gli illuminò gli occhi.
Il lunedì mattina si svegliò sereno, fece colazione, si tirò a lucido e speranzoso si recò all’ufficio. Camminava per la strada quasi fiero e si sentiva adulto e un po’ vecchio per via di quell’abbigliamento che dovette indossare e che non amava in particolar modo. Era contento, perché finalmente si sentiva vivo. Aveva qualcosa da fare. Si sentiva parte della società. Oh! Andava a lavoro…per giunta in ufficio e in giacca e cravatta!!
Sembrava troppo bello per essere vero, ed infatti…
In ufficio (anche se in ufficio ci sono degli impiegati e lì non c’era nessun impiegato…) Samuele  trovò altri giovani, forse più disperati di lui e con situazioni peggiori della sua, i quali seduti aspettavano il capoufficio.
Quando arrivò, cominciò a fare il lavaggio del cervello ai nuovi e, a volte chiedeva ai veterani di spiegare certi punti. I veterani non avevano l’entusiasmo che tanto avrebbero dovuto avere, secondo le parole di quel demente con la erre moscia che si presentava come capoufficio.
La perplessità di Samuele si intensificava.
Dopo le varie spiegazioni, ci fu una divisione in gruppi, capitanati ognuno dal ragazzo che da più tempo lavorava lì.
Samuele e il suo gruppo dovevano andare fuori città, in un paesino. Non sapeva ancora cosa gli aspettasse, pensava che avrebbe dovuto far domande alla gente e compilare dei moduli, perché così molto vagamente gli disse il tizio con la erre moscia in un breve colloquio. Durante il viaggio chiese informazioni ai suoi “colleghi” e gli chiese se si trovavano bene a lavorare per questa… azienda.
Sembravano, quasi di proposito, tutti entusiasti, eccetto il ragazzo che lavorava solo da qualche giorno.
Samuele sentiva dentro di sé che non sarebbe stato il suo lavoro, forse per istinto, forse per sesto senso o forse per le spiegazioni vaghe ricevute dai ragazzi nell’auto che lo intossicavano con la cenere e il fumo di sigarette.
Il suo presentimento si concretizzò, quando alle porte del paese chi guidava accostò. Dopo esser scesi tutti dall’auto, i giovani lavoratori aprirono il portabagagli dell’auto dal quale estrassero diversi libri. Praticamente con una serie di parole bisognava convincere la gente ad acquistare i libri - di bassissimo livello d’altronde, che andavano dai libri da colorare ai libri di ricette - , provando addirittura a dire che i soldi andavano in beneficenza ad una associazione… Altro che giovani lavoratori, giovani elemosinatori! Comunque per Samuele era solo il primo giorno (e anche l’ultimo) e doveva solo assistere per vedere come si faceva a raggirare la gente.
Samuele seguì il capogruppo. Bussarono alle porte di varie abitazioni: la maggior parte erano signore anziane che con la pensione a malapena arrivano alla fine del mese e che sostenevano (ed erano sincere, le persone sincere si riconoscono) di aver dato già qualcosa ad altri ragazzi che lo stesso vendevano libri per far del bene. Oppure c’erano casalinghe con mutui da pagare e il resto dei problemi che tante famiglie di mortali hanno (tra cui la famiglia di Samuele).
Beh a quell’ora chi volevano trovarci in casa?
Il capogruppo, dopo diversi tentativi falliti telefonò al suo compare in giro per il paese come loro due.
“Ehi! Vedi che qui sono già passati!”
Samuele, mentre guardava il “lavoratore” al telefono, pensava disgustato:
“Pensa te… non c’è solo un’associazione che va a fregare la gente…ma svariate!”
In più Samuele dovette sorbirsi gli atteggiamenti poco simpatici di superiorità che aveva quel ragazzo. Si sentiva superiore, perché era un capogruppo, ovvero un “manager” come diceva il tizio con la erre moscia: “Si comincia come agenti, per poi col tempo e con l’esperienza diventare manager e guadagnare di più”. Avete capito che tipo di lavaggio del cervello faceva il capoufficio con la erre moscia?
Agente? Manager? Chi ci casca non sa neanche il significato di quelle parole.
In più i “lavoratori” sostenevano che realmente parte del ricavato andava a finire ad un’associazione di disabili, ma il nostro Samuele era come san Tommaso, doveva vedere per credere.
Samuele capiva che avevano bisogno di lavorare, perché anch’egli era sulla stessa barca, ma…lavorare e non elemosinare o fregare la gente!
Samuele quella mattina, andò alla stazione di quel paesino, prese il treno e tornò a casa più afflitto di prima, con l’ottimismo che volò di nuovo via.

© riproduzione riservata

Altre testimonianze simili potete trovarle nel gruppo Facebook NO AL KIRBY!!!

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento



Vengono fuori gli animali più strani la notte



© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento


Sono tutte uguali

Questo è CULT



www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento

giovedì 4 ottobre 2012

Quando suona il telefono di un disoccupato

Sfoghi di Francesco Favia tratti dal gruppo Facebook “No al Kirby!!!

Francesco Favia

26 settembre 2012 ore 16:14

Il telefono non suona da una vita, nonostante la marea di curriculum inviati. Rispondi contento e speranzoso... e poi sono 'ste cagate. Dico... se voglio fare il venditore faccio domanda per ricoprire la posizione di venditore e non certo vengo a farmi prendere per i fondelli. Amministrazione, inserimento dati... e poi ti ritrovi in mezzo alla strada a fare il porta a porta.
Un minuto fa'. Suona il cell. "L'abbiamo selezionata per un colloquio." Io "Va bene, ma che azienda è?" "Dada srl" "Ma di che si occupa, non ricordo di aver mandato un curriculum. Se è un lavoro commerciale non m'interessa." "Come commerciale?" "Agente di vendita non m'interessa" La tipa va in panne, poi dice "Guardi, amministrazione, inserimento dati" "Lasci stare, non m'interessa. Salve" "Salve"
E ormai ho rinunciato definitivamente anche ai call center... Per tre euro lordi l'ora e la benza a 2 euro mi sto a casa che non ci rimetto nè di soldi, nè di autostima


4 ottobre 2012 ore 17:00

Mi hanno chiamato,solito iter. Chiedo di che si tratta, io non ho inviato nessun curriculum. Mi dicono le solite cazzate. Tanto sono tutte uguali, riconosci subito quando è una cagata, perchè non specificano niente.
La tipa ovviamente "non è vendita, non è call center"
Io fermo "guardi che non sono assolutamente interessato ad attività di vendita, non le faccio perdere tempo" . Ha insistito e ha detto che il mio curriculum l'hanno preso da Infojobs. Solitamente non ci vado nemmeno, mo' a questi vado, ho pensato, giusto perchè è vicino e perchè 'sta tipa sembrava convinta di quel che diceva. Al telefono dicono di chiamarsi kappavu, via Carulli, 54. Bah... non trovo niente su Google. Insisto e smanettando su internet ho trovato un indirizzo mail riferente a Key World Bari, kwbari@eccetera, eccetera. Quindi capite che non hanno avuto nemmeno le palle di dire che erano della Key world. Su internet c'è di tutto e di più... ovviamente in negativo su tale "società". Vi segnalo giusto il racconto di questo tizio napoletano alle prese con un colloquio alla keyworldhttp://forum.alfemminile.com/forum/f392/__f1216_f392-Key-world-azienda-seria.html Concludendo, ora non so se andarci e incazzarmi o fargli il bidone.

Francesco Favia

© riproduzione riservata

www.nonsolocronache.com

Di' la tua, lascia un commento