La crisi c’è davvero? Se c’è, chi ne risente ?
Disoccupazione e precariato in un’Italia allo sbando,
dove i soldi non hanno smesso di girare.
Francesco Favia, blogger afflitto |
È quasi un anno che cerco lavoro. Chi ha seguito il
mio blog, avrà letto delle mie vicissitudini lavorative e che l’apice della
serenità professionale lo ebbi in un grosso call center, una
multinazionale dell’outsourcing. Contrattini a progetto di un mese. Mi andavano bene. Lo stipendio arrivava. M’illusi anche di un’eventuale assunzione, ma
eravamo tanti. Siamo in tanti a cercar lavoro, è una guerra là fuori. Non
assume più nessuno. Non lo fanno le grandi aziende, figuriamoci le piccole. E’
vero, c’è la pressione fiscale più alta del mondo nel nostro Paese, le tasse
sono tante ed esagerate, piccoli e grandi imprenditori trasferiscono le proprie
attività all’estero, ma non tutti quelli che restano in Italia fanno la fame o
chiudono. E’ vero, c’è crisi. La crisi la sentono in molti, ma non tutti. La sentono
i disoccupati, i precari, gli esodati, gli stipendiati monoreddito con famiglia
a carico, molti imprenditori e liberi professionisti, ma ci sono molti che sono
in prima fila ad acquistarsi l’ultimo suv o smartphone. Una parentesi sulla
“mela” e simili. Se una persona lavora può levarsi qualsiasi sfizio. Io ho il
melafonino, ma quando lo presi lavoravo e soprattutto volevo un abbonamento per
ammortizzare i costi, dato che la arcaiche ricaricabili mi stavano
dissanguando. E comunque lo trovo un utilissimo strumento che agevola le
attività lavorative e personali. A me è servito tanto e lo sfrutto davvero a
360°. Chiudiamo parentesi, non voglio andare fuori tema. Il tema però è proprio
questo. I soldi ci sono. Girano. Il menefreghismo e la furbizia anche. Spesso
quelli firmatissimi da testa ai piedi, alla guida di supermacchinoni sono gli
stessi che hanno i collaboratori a progetto o con la partita iva o in nero.
Sono gli stessi che evadono le tasse e fanno le cose
sottobanco.
Sono gli stessi che rappresentano e rispecchiano la
nostra Italietta in parlamento.
A quasi trent’anni non ho mai avuto un reddito degno di
tal definizione, ma le tasse per le auto blu, i lussi e i megastipendi dei
parlamentari, io, povero fesso, le ho sempre versate.
E se davvero in Italia si facesse la fame, ci sarebbe
la rivoluzione. Non dico come quella del 1789, ma come quella del 2012 che sta
avvenendo in Spagna, Portogallo, Grecia, Francia.
Sono anni che vedo amici e conoscenti emigrare nel
nord Italia e spesso all’estero. Io aggrappato sempre a lavoretti in nero o
precari, senza soldi da parte per le tante spese che incombono sul vizio di
vivere, sono ancora stupidamente qui. Ora basta, sono davvero stufo. Giuro che
se dovessi riuscire a metter qualche soldo da parte, faccio le valigie e fuggo
anch’io da questa realtà meschina.
Leggo spesso di gente che era stanca di disoccupazione
e precarietà ed ora rivendica la loro serenità al mondo su forum e blog,
serenità conquistata fuori dal nostro Paese.
Qui non c’è posto per tutti, Sono stanco anch’io e mi
domando: “…ma perché vado a vedere le inserzioni di (pseudo)lavoro…” Mi
deprimono ancora di più. Cercano solo piazzisti e personale prettamente
femminile e ovviamente di bella presenza. In parole povere “bonazze”.
Oltre ad emigrare, ogni tanto salta in mente di
mettersi in proprio, così da essere io ad assumere la fig…ura femminile di
presenza. Ovviamente meglio prenderla a ridere, dato che ho esaurito le
lacrime. Poi ci ripenso, perché il rischio di passare dalla padella alla brace,
in Italia, è davvero alto. Allora insistiamo a trovare un’occupazione da
dipendente, da collaboratore, ma invio curriculum a valanga, niente. Il vuoto.
La desolazione in stile villaggio abbandonato del Far West.
Invio e invio curriculum, ci fosse qualcuno che mi
chiamasse per un colloquio. Nemmeno avessi scritto tra le competenze
“specializzato in spaccio e rapina a mano armata.”
E che ca…spita!
Con le candidature spontanee non si muove nulla,
allora proviamo con le inserzioni. E qui si evince lo specchio degli italiani
che votano e ammirano i potenti che mettono le gnocche nei consigli regionali o
in parlamento. Leggo e nemmeno m’incazzo più, ma mi cadono letteralmente le
braccia.
Vi riporto giusto un paio di esempi.
http://www.subito.it/offerte-lavoro/cesare-paciotti-bari-49865340.htm , annuncio fresco fresco, uno dei tanti... "addettA vendite,
bella presenza" se non è discriminazione questa... Poi dicono che le donne
non sono avvantaggiate.
http://www.subito.it/offerte-lavoro/addetta-alla-segreteria-ben-retribuita-bari-49860782.htm , uno dietro l'altro, non me li sto inventando, basta andare su subito.it
"AddettA alla segreteria, bella presenza" Perchè non mettere,
addettA a sotto la scrivania.
Sembra non esserci davvero speranza. Cerco di
cervellarmi per trovare una soluzione, ma mi vengono solo quelle idee che la
notte ti sembrano eccezionali e la mattina dopo ti rendi conto di quanto
fossero strambe.
Poi leggo questo fior fior di articolo su corriere.it.
http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_01/sorpresine-diventano-azienda_de0e6e4a-0bca-11e2-a626-17c468fbd3dd.shtml Dateci un’occhiata, sembra
un po’ l’idea della fabbrica di molliche. Inverosimile, ma a quanto pare questi
tre stanno facendo soldi a palate. Hanno anche un dipendente e guarda caso è
donna. Magari è la moglie o la compagna di uno dei tre soci. Mi sa che per
trovare lavoro o cambio sponda o cambio nazione.
Francesco Favia
2 ottobre 2012
© riproduzione riservata
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Francesco Favia, disoccupato |
www.nonsolocronache.com
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