- Ultime parole - grafica realizzata il 13 settembre 2012 da Francesco Favia
Cara vita,
ti odio profondamente. Quante volte mi hai illuso, quante
volte mi sembrava di avercela fatta ed invece tu con le tue strane circostanze
mi hai ributtato al tappeto.
Mi hai piegato lentamente, destro, sinistro, mi hai messo
all’angolo ed hai infierito senza pietà.
Sanguinante restavo in piedi e tentavo di reagire, ma tu ti
prendevi gioco di me, facendo finta di prenderle per poi ricolpirmi
pesantemente.
Quell’altro tuo compare del mondo che con la sora
ingiustizia hanno alimentato un fuoco già acceso ed intenso.
E ve la ridevate, pezzi di merda… Tutti e tre sul ring, a
prendermi calci. Esanime, giacevo disteso sul mio stesso sangue. L’arbitro non
esisteva. Quel cornuto, si è venduto per un pel di fica: si fa fottere da
quella troia dell’ingiustizia.
E sempre più forti quei colpi, quelle pedate mi toglievano
il respiro e mi annebbiavano la vista.
Ad un certo punto, spinto da un briciolo di orgoglio,
rimasuglio della mia anima, riesco ad alzarmi…
Prima che tu ed i tuoi complici mi finiate, salto fuori dal
ring, corro nello spogliatoio, mi sfilo i guantoni, apro l’armadietto e impugno
la mia cara rivoltella.
Bang!
Vaffanculo… E così sia.
Francesco Favia
29 gennaio 2008 ore
22:00
www.nonsolocronache.com
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