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domenica 22 febbraio 2009

Mediaset colonizza Sanremo

La 59° edizione del Festival è vinta da Marco Carta. In finale anche l’inquietante presenza della De Filippi.

Il 59° Festival di Sanremo, bisogna ammetterlo, è stato un trionfo di ascolti. Merito di Bonolis e della sua conduzione fresca, scherzosa, frizzante, mai sottotono. Ho guardato per intero solo la finale, poiché ero a casa di amici. Ed è stato anche piacevole assistere allo spettacolo e commentare quel che accadeva in diretta.
Un Sanremo poco sanremese. Uno storico show televisivo, che si è adeguato ai canoni televisivi odierni. Televoto, polemiche, demagogia. Non sono mancati i titoli sui giornali che hanno definito questo Sanremo, un’edizione targata Raiset o Mediarai.
Al bando i fiori e la tradizione si è assistito ad uno spettacolo più elastico, i quali stando ai sondaggi, anche i giovanissimi hanno seguito e apprezzato.
Parlando della gara, la vittoria di Marco Carta, non può che suscitare polemiche. Canzone orecchiabile, lui un tipetto simpatico, ma resta comunque un ragazzo della Maria De Filippi. E caso strano, c’era anche lei nella serata finale. Presenza insignificante, si è fatta notare solo per la leccata di mucca che aveva in testa, il trucco pesante e abiti ridicoli, indossati non proprio con nonchalance.
A mio avviso, ascoltando un po’ le canzoni del Festival, guardando le esibizioni sul web non ho notato nessuna canzone che si contraddistinguesse dalle altre. Il livello qualitativo musicale non credo che si possa reputare basso. Probabilmente c’è stato di peggio in passato. Non ho ascoltato però niente di eccezionale. Sono stati affrontati nelle canzoni molti temi sociali, elevando la demagogia spiccia e elargendo retorica a profusione.

In finale sono arrivati, alla fin fine, le tre migliori. O forse no. Troviamo un troppo sottovalutato Sal Da Vinci, che ha una lunga carriera alle spalle, che non si può proprio definire gavetta. Cinema, teatro, musica hanno pervaso il suo cammino artistico, in cui ci sono stati dei momenti di difficoltà, che gli hanno fatto pensare a mollare tutto. Alla fine è arrivato a Sanremo, dove il pubblico l’ha ripescato e portato in finale. Dopo tanti anni ha calcato un palco importante e sono comprensibili le lacrime di commozione che gli sono scappate ieri sera, quando arrivato tra i primi tre, ha ricantato la canzone. L’impronta di Gigi D’Alessio nella sua canzone, purtroppo, si sente. Dico purtroppo, non perché le canzoni di D’Alessio non le gradisco, ma perché Sal Da Vinci non è l’imitazione del più noto artista partenopeo, ma è Sal Da Vinci. Non amo il genere e non credo che sia un delitto, ognuno è libero di avere i propri gusti, ma chi ha sempre seguito Sal Da Vinci, sa che egli ha una sua personalità e delle gran doti canore.
Hanno poi ragione quelli che hanno etichettato Povia come un furbo. La sua furbizia però lo ha ripagato, dando uno schiaffo a tutte le polemiche che si è voluto tirare addosso per farsi pubblicità.
Acclamato dalla platea dell’Ariston, si è visto in finale, un Giuseppe Povia piuttosto esaltato.
Alla fine, però è stata molto meglio la sua provocazione, contornata da una musica accattivante e orecchiabile, che altre canzoni buoniste presentate alla kermesse.
Lascia tuttavia perplessi la vittoria di Marco Carta. Proprio quest’anno che ha presenziato Maria De Filippi, ha partecipato un ragazzo lanciato da lei e per di più ha vinto il festival. Molti non sanno chi sia questo ventiquattrenne sardo. C’è chi ha anche criticato la sua presenza tra i big.
Resta però che il signor Carta ha una gran schiera di giovanissimi seguaci che comprando il suo disco, hanno permesso all’ex concorrente di “Amici” di affermarsi nell’olimpo della musica italiana.
I più maliziosi, ma anche i meno, non possono pensare che ci sia stata la volontà di Mediaset nel far trionfare il vincitore di “Amci”.
Dopo tante meteore lanciate dalla trasmissione condotta dalla De Filippi, c’era bisogno di una forte riscossa, che permettesse di ridare credibilità al programma scopritore di talenti. Soprattutto dopo il boom di Giusy Ferreri, nata artisticamente da un programma Rai. Il dar risalto ai talenti è solo un pretesto, l’anima del programma firmato Maria De Filippi e targato Mediaset, come molti sanno, sono solo le infuocate polemiche, al pari degli altri show della compagna di Maurizio Costanzo. Adesso che un ragazzo di “Amici” ha vinto Sanremo, sempre più giovinetti di belle speranze, prenderanno d’assalto Cinecittà per i vari provini. E, ahinoi, adesso sentiremo parlare di codesto programma ancora per molti anni.
Da sempre si pensa che Sanremo non sia proprio regolare. Clamorosa fu l’edizione alla quale presero parte Elio e le Storie Tese, i quali dominarono il festival, per poi non trovarsi primi proprio la sera finale.
Quest’anno niente classifiche, televoto da casa ed eliminazione diretta. La storia del televoto non ha mai convinto nessuno e Striscia la notizia, di recente, non ha fatto che dimostrare esplicitamente l’inganno di tale presunto metodo che decreterebbe la vittoria. D’altronde siamo in Italia, dove non sono regolari i concorsi pubblici, figuriamo una trasmissione dove girano tanti interessi economici.
Ci sono sempre stati gli interessi delle case discografiche a prevalere a Sanremo. Oggi grazie al web, che non solo ha portato la crisi del mercato discografico, ma porta al successo perfetti sconosciuti o comunque artisti indipendenti, il potere delle major è caduto. Entra in gioco il potere televisivo. Ecco che Mediaset ha colonizzato il festival di Sanremo, infilzando nel terreno della Rai, la bandiera del loro prodotto di punta, “Amici”.

Francesco Favia


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