In questi giorni non si fa che parlare del caso di Eluana Englaro che sembra esser giunto ad un triste epilogo. Triste però è tutta la sua vicenda e amare sono le condizioni in cui è costretta a vivere. Sempre se uno stato vegetativo si possa chiamare vita.
Il tema è estremamente delicato, tanto che creare una legge apposita, sembra essere un’impresa assai ardua.
C’è chi dibatte poi sul fatto di quanto sia cosciente Eluana, se percepisce quel che le accade intorno e se possa soffrire con la graduale eliminazione di idratazione e alimentazione.
Certo è che una questione etica, sulla quale i politici dovrebbero prendere una decisione, si è tramutata in una sporca strumentalizzazione politica.
Tutti dicono la loro, ovviamente anche la Chiesa. Intanto Eluana è lì, da 17 anni e il padre e i suoi cari soffrono. E c’è chi ha additato Beppino Englaro come un cinico mostro, stanco di una situazione insostenibile. Egoismo, secondo molti. Probabilmente il signor Englaro ci ha pensato molto prima di prendere la sofferta decisione di iniziare una lotta per il diritto di morire, per metter fine ad un’esistenza inesistente. Grande sarà il dolore per la perdita definitiva della sua adorata figlia. Non sarà sicuramente un sollievo.
È un dilemma difficile, mai affrontato in Italia. Appartiene ad un passato recente il caso Welby, ma lì c’era il diretto interessato a chiedere di porre fine all’accanimento terapeutico.
Nel caso di Eluana, si grida all’omicidio, perché la ragazza non può esprimere il desiderio di rimanere in vita; ma Eluana è un corpo che respira. Non vive. Non avrebbe senso una vita immobile.
La questione, ripeto, è davvero delicata. Nemmeno gli esperti, i medici, i politici hanno le idee chiare in merito, dunque la mia è solo l’impressione di una persona che apprende tutto quello che i mass media espongono sulla battaglia in corso.
Ho voluto tuttavia dire la mia, anche se da persona poco coraggiosa, spesso mi astengo ad esprimermi su temi così duri.
Mi auguro solo che qualunque decisione venga presa, sia accolta con serenità e che non fosse usata per secondi fini dai politicanti e affini.
A mio parere se si deciderà di dar pace ad Eluana, non si compirà un omicidio, ma un atto d’amore.
Francesco Favia
www.nonsolocronache.com
Il tema è estremamente delicato, tanto che creare una legge apposita, sembra essere un’impresa assai ardua.
C’è chi dibatte poi sul fatto di quanto sia cosciente Eluana, se percepisce quel che le accade intorno e se possa soffrire con la graduale eliminazione di idratazione e alimentazione.
Certo è che una questione etica, sulla quale i politici dovrebbero prendere una decisione, si è tramutata in una sporca strumentalizzazione politica.
Tutti dicono la loro, ovviamente anche la Chiesa. Intanto Eluana è lì, da 17 anni e il padre e i suoi cari soffrono. E c’è chi ha additato Beppino Englaro come un cinico mostro, stanco di una situazione insostenibile. Egoismo, secondo molti. Probabilmente il signor Englaro ci ha pensato molto prima di prendere la sofferta decisione di iniziare una lotta per il diritto di morire, per metter fine ad un’esistenza inesistente. Grande sarà il dolore per la perdita definitiva della sua adorata figlia. Non sarà sicuramente un sollievo.
È un dilemma difficile, mai affrontato in Italia. Appartiene ad un passato recente il caso Welby, ma lì c’era il diretto interessato a chiedere di porre fine all’accanimento terapeutico.
Nel caso di Eluana, si grida all’omicidio, perché la ragazza non può esprimere il desiderio di rimanere in vita; ma Eluana è un corpo che respira. Non vive. Non avrebbe senso una vita immobile.
La questione, ripeto, è davvero delicata. Nemmeno gli esperti, i medici, i politici hanno le idee chiare in merito, dunque la mia è solo l’impressione di una persona che apprende tutto quello che i mass media espongono sulla battaglia in corso.
Ho voluto tuttavia dire la mia, anche se da persona poco coraggiosa, spesso mi astengo ad esprimermi su temi così duri.
Mi auguro solo che qualunque decisione venga presa, sia accolta con serenità e che non fosse usata per secondi fini dai politicanti e affini.
A mio parere se si deciderà di dar pace ad Eluana, non si compirà un omicidio, ma un atto d’amore.
Francesco Favia
www.nonsolocronache.com
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ANELITO AL TRAPASSO
RispondiEliminaGrande il dono della vita
finché vale al grande scopo
dello Spirito incarnato
di realizzarsi e realizzare
il compito assegnato
in dote ad ognun nato!
Ma quando coglie sventura
di gravi malattie o incidenti
che menomano e spengono
oltre limite le facoltà cognitive
giace inerte l’involucro fisico
eppur biologicamente reattivo
a stimoli curativi innaturali
variazioni meteo e dei bioritmi
Mentre lo spirito imprigionato
soffre e anela libero il volo
per tornare alla Casa del Padre!
Testo di Poeta Anonimo
In dedica a Eluana Englaro