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venerdì 30 novembre 2012

Cisco, il mondo e gli incubi

Sentimenti intrinseci di rabbia e sofferenza. La restituzione. 

Nella vita ho imparato che qualunque cosa fai e soprattutto qualsiasi lavoro si svolga, che sia impiegatizio o da operaio, la gente ti giudicherà e ti criticherà. Antoine aveva ragione.



La gente è anche sempre pronta a invidiarti e a portarti sfiga se accenni a un sorriso o se magari fai vedere che non te la passi male economicamente.
Sono stato un attimo sereno e qualcuno mi ha esplicitamente invidiato. Ho perso tutto. E non riesco più a riprendere le redini della mia vita.
Gira molto su Facebook questa frase : “Non raccontare mai a nessuno i tuoi problemi. Al 20% non interesserà e il restante 80% sarà felice che tu li abbia.
Mi trova d’accordo ed eviterei di esprimere i cazzi miei al mondo, così come eviterei quella gente che si sente suprema, pronta lì a puntare il dito e a dire come fare e cosa fare. Ma chi, cosa, perché, ma che ne sapete della mia vita.

Parole di Vasco Rossi

Parole di Luigi Pirandello

Nel contempo sento di scrivere delle mie vicissitudini, per restituire al mondo una minima parte della mia sofferenza. Non è questione di vittimismo, sono dati di fatto. Chiamatela sfiga o inettitudine, ma da quando sono nato mi gira male. Poi, se vogliamo divagare nella retorica, c’è sicuramente chi sta peggio.

Egocentrici, un po' tutti lo siamo, chi esterna le proprie sensazioni con scritti, musica, dipinti, lo è ancora di più. Vogliamo tutti avere una voce che risuoni fra la gente, vogliamo tutti esser visti...ognuno a modo suo.
Tiziana Di Gravina


Incubi e lacrime

Ore 4:30 a.m. Svegliato come al solito dall'ennesimo incubo. Se continua così, di questo passo morirò nel sonno per qualche infarto. L'incubo di questa notte era la chiara metafora della mia lotta contro il mondo.

Le parole succitate sono tratte da un mio recente status della mia pagina personale di Facebook.
Facebook è diventato il mio Moleskine. Appunto di tutto, anche nel cuore delle notte, magari svegliato di soprassalto dai fantasmi del mio subconscio.
Avevo sognato un’ardua lotta con un gruppo ragazzi, miei coetanei. A un certo punto riesco ad afferrare per il collo il capobranco, ma nello stesso tempo vengo preso anch’io per il collo e più stringevo la mia mano per uccidere, più soffocavo io.
Il mondo mi sta facendo fuori e in me s’intensifica  un forte desiderio di repulsione ad esso.
Non sono così, sono le circostanze avverse a rendermi furioso. Quando le situazioni avverse perdurano da un anno, permettetemi di essere incazzato.
"Sorridi un po' di più nelle foto" mi scrivono su Facebook.
Se volete vedere delle foto nelle quali sorrido, dovete sfogliare altri album, quelli prima di 'sto merdoso 2012.
Non so più a che santo votarmi.

OGGI CHIEDERE E CERCARE LAVORO STA DIVENTANDO UMILIANTE QUASI QUANTO CHIEDERE L'ELEMOSINA!!!!!!!!! 
Fonte: utente Facebook

Poi magari qualcuno, che vuol darti una mano, non fa che alimentare il mio malessere.

Ho solo dei nemici fuori adesso 
... che mi vogliono tutti bene 
che mi dicono devi stare attento, devi stare meglio... 
'devi stare bene!' 
Come puoi pensare tu 
di difendermi da me 
lascia stare amico 
bevi un caffè... 
Abbiam bisogno di un ambulatorio 
di una chiesa, di un amore...di un pronto soccorso 

e chi sta male deve vergognarsi 

e anche chi è grasso 

...anche 'fare dei piaceri' (sai) 

si può sbagliare... 

magari tu volevi fare del bene 

e hai fatto male... 



E riprendendo le parole di un amico di Facebook, non so più cosa vuol dire sabato sera.
L'io pensante fa paura [cit.] E vorrei davvero certe volte spegnere la mente con un semplice click. Il vortice dei miei pensieri non si ferma nemmeno quando dormo. Al di là degli incubi notturni, un recente pomeriggio mi sentivo particolarmente stressato e giù di tono. Decisi di mettermi a letto. Mi addormentai. Un sonno profondo, un sonno pesante.
Era una sera, ero in macchina con papà. Ero disteso su di un fianco sui sedili posteriori della sua auto.  Occhi chiusi. Parlavamo di sci acrobatico. - Si, le classiche scene senza senso dei sogni. Mai seguito lo sci, nemmeno di sfuggita e mio padre conosce solo il mare. Comunque… - Mi si proietta più volte la scena di uno sciatore che effettua una capriola. Al rallenty, tipo rovesciata di Pelè nel leggendario film “Fuga per la vittoria”. Io resto in silenzio, sempre a occhi chiusi. Mio padre mi chiede a cosa stessi pensando. Rispondo, a quanti allenamenti e sacrifici saranno serviti per diventare così bravo. Mio padre dice che ci vuole anche talento innato per essere così. Non vedo più l’immagine dello sciatore, ma solo il volto di mio padre. Sono sempre steso sui sedili della Punto. Ho il volto paralizzato in un’ espressione di dolore, invoco "papà, papà" , e pian pano cresce un indescrivibile dolore, una sofferenza d'animo che non si può spiegare a parole. Come un vulcano, strabordano le lacrime e le grida.
E tutt’ora, mentre descrivo questo sogno, grazie a degli appunti che presi quando mi risvegliai, mi si inumidiscono gli occhi.
Ho paura che io abbia superato la soglia della tristezza e della preoccupazione...
Il sogno si materializzò. E la mia espressione paralizzata dal dolore represso, restò tale anche quando il cervello uscì dal sogno. Ero desto, ma sempre con gli occhi ben serrati. E qualche secondo dopo, l’argine della mia resistenza non resse. Aveva retto per tanti mesi. Un fiume in piena di lacrime m’invase. Avreste dovuto vedermi. Mi facevo pena da solo. Distorcermi dal dolore. Solo che non era un dolore fisico. Disperato in singhiozzi e pianto, affogato nell'impotenza, neanche stessi vivendo un lutto.
Dopo un bel po’ mi calmai, ma stetti male tutto il resto della giornata.
Va be',  cosa volete che v'importi.

Vorrei che ci fosse un solo giorno in cui io non debba sentirmi così confuso e non debba provare la sensazione di vergognarmi di tutto.
Jim Stark (James Dean)

Francesco Favia

Venerdì 30 novembre 2012

© riproduzione riservata

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Francesco Favia
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1 commento:

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