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mercoledì 24 giugno 2009

Michele Emiliano distrugge il suo avversario al ballottaggio. La città va avanti.

Vince l’onestà, vincono i fatti, vince un amatissimo cittadino barese, vince Michele Emiliano

Erano quattro gatti a vedere quella gran donna della Tatangelo. Da Emiliano c’era il delirio.
Forse i sostenitori del PdL non sono avvezzi alle “cozzalate di piazza”, così come qualche berlusconiano ha dichiarato su Facebook, sostenendo che “preferivano restare concentrati nell’attesa della schiacciante vittoria”. La schiacciante vittoria c’è stata, ma da parte di Michele Emiliano, com’è ormai noto, riconfermando l’entusiasmo dimostrato dai baresi, proprio nell’ultimo comizio prima dell’epilogo del ballottaggio.
Silvio, si sa, chiude le piazze adesso, i suoi seguaci appartengono ad un elite. Per vincere le elezioni, conta però il numero di votanti. E con la vittoria di Michele Emiliano, c’è stata la vittoria della città. Perché la città è fatta di persone per bene, di gente normale, che lavora duramente ogni giorno o cerca disperatamente un posto, un ruolo in questa giungla. La gente che lotta per sopravvivere è la stessa gente che vive la città. Vivendo la città, ci si accorge dei tanti miglioramenti avvenuti nel capoluogo pugliese. Oggettivamente, pur rispettando le idee della gente di destra, della gente normale, che suda anch’essa per portare il pane a casa, non si poteva davvero dare le redini della città nelle mani di chi la rovinò in dieci anni. Non ci si poteva fidare di chi prese in giro la cittadinanza, speculando col denaro pubblico.
Michele Emiliano è stato accusato di populismo, ma alla fine tutti i politici fanno uso della demagogia più spiccia.
Destra, sinistra, non è questa la questione. Michele Emiliano ha sempre sostenuto di essere lontanissimo dalle idee comuniste. Se si vive a Bari, si deve pensare alla città. Bisogna pensare che fino a non molto tempo fa’, tutta la gente che viene in città dal periferico quartiere San Paolo, ci impiegava quasi mezzora con l’autobus, adesso dieci minuti con la metropolitana. Io, personalmente, avevo una ragazza, molti anni fa’, che abitava in quella zona e posso affermare che quel tragitto era un’odissea.
Il populismo fa parte della politica, solo che Emiliano la fiducia delle periferie l’ha ripagata. Ha riqualificato i quartieri San Paolo; Loseto, dove prima non c’erano nemmeno i segnali stradali, lo so benissimo, perché ci abita da vent’anni mia nonna; ha dato poi nuova linfa al famigerato Enziteto, rinominato San Pio dalla sua amministrazione.
Simeone Di Cagno Abbrescia in periferia non ci ha mai messo piede, non solo in campagna elettorale, ma nemmeno quand’era sindaco (angor c’ frecn u’ rolex).
Perché si sarebbe dovuto votare una persona che se ne infischia della cittadinanza e che comprò le case a Barivecchia con due soldi, restaurandole col denaro del comune per poi rivendendole al triplo, se non al quadruplo? Capisco che per molti, e forse anche per me, il mito sia Gordon Gekko, personaggio del film “Wall Street”, interpretato egregiamente da Michael Douglas, ma quei soldi usati da Di Cagno Abbrescia erano di noi cittadini baresi e l’ex sindaco approfittò di tutta la fiducia concessagli dalla cittadinanza. Questi sono fatti, questa è storia. I baresi sembra che non l’abbiano dimenticata e i risultati del ballottaggio parlano chiaro.
Non credo che si sia mai visto un sindaco portato così in trionfo da migliaia di baresi, camminare per le strade seguito da una folla che lo acclama e che urla impazzita quando dal palco parla, nemmeno ci si trovasse di fronte una rockstar. Ed io non so se quella dei trentamila posti di lavoro sia una cazzata da campagna elettorale e non sono uno di quelli che difende a priori tutto quello realizzato da Michele Emiliano, tant’è che francamente penso che la pista ciclabile, come sostengono quelli del centrodestra, sia davvero un’opera inutile, dando davvero l’impressione di uno spreco di denaro pubblico, ma molti cittadini comunque l’apprezzano com’è giusto che sia.
Resta comunque il fatto che chi amministrò prima di Michele, combinò molteplici danni in città, speculando non poco col denaro pubblico. Michele ha concretizzato le sue promesse, ha fatto i fatti, perché i baresi non avrebbero dovuto concedergli ancora fiducia?
Michele, come Nichi. La gente li chiama per nome. Se la gente li ama è perché non è gente arrogante e impettita; come ha detto D’Alema con loro vince il cambiamento e un modo diverso e più umano di fare politica.

Francesco Favia



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