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sabato 26 febbraio 2011

Sfogo contro i lavativi e saccenti

La volpe non arriva all’uva e dice che è acerba

Questo sabato ho deciso di staccare un attimo la spina. Mi sono preso una giornata di riposo, avevo bisogno di recuperare le energie mentali. Fisiche no, perché dopo tutti i lavori pesanti che ho fatto, fare l’operatore telefonico per me è una bazzecola.
La mia testa è sempre lì. Penso al lavoro, mi sento perso senza. Ormai vivo di e per Transcom. Ormai “quella è casa per me”. Mi sento bene lì, mi sento gratificato mentalmente, economicamente ed umanamente. Ultimamente (così faccio anche la rima) si respira un’aria un po’ tesa al lavoro. Io non mi sono mai sentito coinvolto dall’insoddisfazione dei miei colleghi, ho sempre pensato a fare il mio dovere, cercando di ridere e scherzare con i colleghi per creare un clima armonioso che permette di lavorare con serenità. Poi io dico sempre che rido per non piangere, perché altrimenti ce ne sarebbero di lacrime da versare.
Tuttavia, tanto hanno fatto (ma si può dire o è un baresismo?), che questo loro umore nero, ha portato, seppur relativamente e senza incidere sulle mie performance, “scazzi” nella mia mente.
Parafrasando le parole del mister Antonio Conte, attuale allenatore del Siena, dove nella sua ultima conferenza stampa ha espresso quel che sentiva verso i suoi detrattori, io, allo stesso modo, dico che non difendo a spada tratta l'azienda per la quale opero, difendo a spada tratta il mio lavoro.

E comunque sia come provo tanto rancore e odio nei confronti dei miei ex datori di lavoro che mi hanno sfruttato, spolpato, per letterali due spicci, provo altrettanta gratitudine per la Transcom e stima per i miei superiori che anche quando hanno dovuto farmi i cosiddetti cazziatoni, lo hanno fatto sempre con una certa civiltà e comunque sia, mi hanno sempre trattato con rispetto, educazione e umanità per usare un vocabolo fantozziano.
Mi snervano le continue lamentele di alcuni colleghi che sono in azienda già da un bel po’ come me e mi mandano in bestia le matricole che appena arrivate, magari senza nessuna esperienza lavorativa e spesso e volentieri con una laurea in scienze delle patatine presa a trent’anni, con la quale le aziende si puliscono il deretano, si permettono non solo di stare sul lavoro col muso lungo, lagnarsi senza giustificazioni, ma addirittura, tra le righe, ma anche più esplicitamente di darmi della mezza calzetta perché non trovo di meglio come lavoro o farsi una mezza risata se io mi permetto di asserire che “qua dentro” (in Transcom) io ho trovato la pace mia.
Senza conoscermi, senza sapere nulla del mio background, si permettono di giudicarmi. Ultratrentenni che vivono sulle spalle di mamma e papà che si permettono di dare del fallito ad un ragazzo che si è sempre mantenuto da solo e che grazie alle mie forze e grazie a Transcom non vive più a casa dei genitori. Qui non voglio parlare della mancanza di rispetto nei confronti di Francesco Favia, ma di mancanza di rispetto per tutte quelle persone che si concentrano sul lavoro, si sbattono per portarsi il pane a casa. Io del resto sono sempre stato abituato a mangiare il pane duro e se adesso mangio la minestra calda mi sento un re. Questo per metaforizzare il mio lavoro, la mia situazione personale.
Sputano su bei soldini guadagnati in poche ore di lavoro, quando per due spicci a Bari si deve sputare il sangue dalle dieci alle quindici ore di lavoro, perché a Bari, le otto ore lavorative sono un’utopia. Questa gente n’a va mangià d’ pan test (ne deve mangiare di pane duro, non ha visto ancora niente, non conosce la vita).
Poi possiamo discutere dei contratti a progetto, ma questo è un altro discorso, che fa parte della nostra epoca. Ormai lo usano più o meno tutte le aziende, piccole, medie, grandi di qualsiasi settore. È normale che le aziende cercano di ottimizzare i profitti, anche se spesso a discapito dei lavoratori. Ciò che può irritare sono le istituzioni che permettono tutto questo e che alla fine sono le stesse che hanno creato questi meccanismi.
Io ho lavorato dalla piccola ditta locale (in nero), alla multinazionale (tramite agenzie interinale e, più raramente, direttamente con l’azienda con mie candidature spontanee), per ora solo Transcom mi sta apprezzando, mostrandomelo con un rapporto lavorativo continuativo, nonché con dimostrazioni di stima sul campo. E come canta Vasco nell’ultimo singolo, io sono ancora qua (nonostante il contratto a progetto) e mi pettino il sopracciglio col dito medio.
La volpe non arriva all’uva e dice che è acerba. Molta gente, uomini, donne, colleghi o anche gente che non conosce la realtà Transcom hanno criticato e sminuito il mio lavoro, senza poi conoscere, tra l’altro, nel dettaglio la mia attività. In realtà quelle che mi hanno dato più al c**** sono state alcune tipologie di donne. (Io poi sono un forte sostenitore dei diritti degli uomini, ho sostenuto la causa dei padri separati più volte anche qui su nonosolocronache, anche se paradossalmente vado più d’accordo col gentil sesso che con gli uomini). Queste donne che passano da Transcom sono ultratrentenni zitelle, laureate di ‘sto cazzo, a carico dei genitori, e magari vorrebbero stare con me, io le paraculo, e loro poi tendono a sminuirmi, anche pesantemente, magari davanti altra gente. E’ capitato anche davanti a nuovi arrivati e questi episodi mi hanno irritato particolarmente. Ho chiuso i rapporti con queste colleghe. I nuovi, come molta altra gente, alla fine vengono dietro a me, calcolando poco i soggetti insulsi che hanno provato a smerdarmi. Secondo me, perché la gente apprezza più chi svolge la propria attività con passione e col sorriso, e non la gente inacidita dal loro egoismo.
Voglio dire, la mia ragazza sta con me da cinque anni ormai, non solo mi adora, ma mi stima, perché sa che sono una persona con le palle che si è sempre sudato tutto e che non le ha mai fatto mancare niente. Se poi una donna vuole di più, non si accontenta, uagnun’ (ragazzi) mandatale a cagare, vi libererete di un’ approfittatrice e vi salverete la vita. Comunque questo è un altro discorso, non vorrei uscire fuori tema, ma molta gente che passa da Transcom corrisponde a questa tipologia di soggetto, donne fameliche di accasarsi con un uomo e comandarlo a bacchetta.
Come detto ci sono anche colleghi uomini che si gonfiavano, senza essere nessuno, questi però erano perlopiù ventenni. L’uomo invecchiando acquisisce saggezza e maturità, rispetto alla donna che s’incattivisce. Certo non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, ma come già detto, vi sto riportando le mie esperienze personali. Poi comunque li ho visti pentirsi i colleghi presuntuosi, che si sono accorti troppo tardi, quando magari non li hanno rinnovato il contratto, di essere passati da una grande azienda, ben organizzata, presente in tutto il mondo e che soprattutto pagava negli standard dovuti e precisa e puntale ogni mese. Anche chi se n’è andato per sua scelta, sentendosi sprecato per questo lavoro, poi mi ha contattato pentito della cazzata che aveva fatto, dandomi ragione.
Io non mi sono mai sentito sprecato, semmai sfruttato, ma ho sempre fatto con la massima dignità anche i lavori più umili.
A prescindere dal settore lavorativo, ad ogni modo, una cosa è fare, per fare un esempio, il commesso in un piccolo negozio di scarpe, una cosa farla, che ne so, alla Decathlon. Per me, che ho fatto tanti lavori, ho vissuto tante realtà, non conta il tipo di lavoro, ma la qualità del posto di lavoro. Senza dubbio, poi c’è gente che non ha voglia di lavorare o magari esce dall’università e pretende di andare a fare il manager in un’azienda. A queste persone dico di armarsi di umiltà e darsi da fare, invece di piangere e pretendere.
Lungi da me nel sostenre che l’Italia sia un Paese di bamboccioni, come dichiarò il Ministro Brunetta, perché ne conosco di gente con le palle quadrate, che si è fatta da sola o che comunque riesce ad andare avanti nonostante gli stipendi da fame, ma ci sono alcuni elementi che si cullano nella loro inettitudine, negando l’evidenza, quando io, prima di approdare in Transcom, ero disperato, perché mi sentivo un continuo inetto.

Francesco Favia


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10 commenti:

  1. Condivido pienamente quello che hai scritto..
    ma come ben sai...putroppo certa gente non lo capisce...tranne quando si trovera' nelle tue stesse medesime condizioni putroppo e' la cruda realta'

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  2. Transcom fa schifo....contratti di 3 giorni, c'è gente che firma 5 contratti al mese (in due mesi sono arrivato all'11 contratto!!!), ti sembra un attegiamento corretto? E poi dopo 11 contratti ti dicono di tornartene a casa??!?
    Poi gli svedesi saranno tanto bravi a casa loro ma qui fanno i porci comodi loro (vedi l'apertura dell'ikea a catania).
    Io sono deluso, anche se contento per chi invece si è trovato bene.

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  3. ma che cazzo dice questo COGLIO NE... PERCHE' SEI SOLO UN COGLIO NE... IO LAVORO IN TRANSCOM E SECONDO TE E NORMALE CHE DEBBO FARE QUASI 100 KM TRA ANDATA E RITORNO PER 2 EURO E 50 LORDE ALL'ORA? NON SONO NEMMENO 2 EURO E 20? NON MI PAGANO LE PAUSE NON MI PAGANO UN CAZZO... E' UNA VERGOGNA NEMMENO I RUMENI... E TU DICI CHE TI TROVI BENE... E PER LA GENTE COME TE CHE NON ANDIAMO AVANTI..PERCHE' SE IO MI LAMENTO E TU COME UN COGLIO NE STAI ZITTO E DICI CHE SEI PURE CONTENTO E VAI A LAVORARE AL POST MIO STAI CERTO CHE NE FACCIAMO STRADA... MI VERGOGNO SOLO A DIRE QUANTO PRENDO L'ORA...QUELLA DELLE PULIZIE PRENDE 6 EURO... VERGOGNA...CHE SCHIFO...PEZZI DI MER DA! E SOLO IO PORCA PUTTANA QUANDO AVEVO UN ATTIVITA' HO PAGATO I MIEI DIPENDENTI 1450 EURO AL MESE,TREDICESIMA E QUATTORDICESIMA PAGATA OLTRE I 30 GIORNI DI FERIE PAGATA...POI UN GIORNO SI E' SVEGLIATA UNA MULTINAZIONALE PER LA QUALE LAVORAVO E MI HA FATTO UN BIDONE A ME E ALTRE 10 PERSONE PER MILIONI DI EURO...VERGOGNA.. LO STATO DIFENDE E PARA IL CULO ALLE MULTINAZIONALI,PERCHE'? PERCHE' E SOCIA QUASI AL 10% DI TUTTE QUELLE PRESENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE...VERGOGNA!

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  4. Innanzitutto se me lo dici di persona "coglione" ti prendo a schiaffi.
    Comunque, cercando di mantenere la calma…
    In Transcom ci sono capitato per caso, per arrotondare. In quel periodo lavoravo la mattina a Leroy Merlin, ennesimo lavoro sotto le festività procuratomi da un’agenzia interinale; il pomeriggio in Transcom sulla terribile campagna definita “Prospect” ovvero una sorta di porta a porta, nel tentativo di acquisire nuovi clienti per un importante gestore telefonico , quello che fanno tutti i medio piccoli call center;
    la notte mi facevo 20/30 km per andare a fare degli inventari in altre multinazionali, sempre tramite agenzia interinale. In quel periodo poi ero in mezzo una strada, in pratica mi ospitavano i nonni.
    In Transcom iniziai a guadagnare poche centinaia di euro alla volta, ma erano entrate sicure, a differenza di tanti altri lavori offertomi da “imprenditori” locali, che mi hanno spolpato vivo e alle volte nemmeno hanno pagato. Lo sfruttamento, mio caro ex imprenditore fallito che da’ del coglione alla povera gente senza conoscerla e che magari se la guarda in faccia non ha nemmeno il coraggio di fiatare, lo sfruttamento IO lo conosco da tempo, da quando frequentavo le scuole superiori e l’estate andavo ad appendere locandine per mezza Puglia, su delle auto scassate, guidate da capizona sfigati peggio di me e dormendo nella controra sulle panchine come dei barboni.
    Per un paio d’anni ho fatto anche l’università, una decina di esami li diedi e ogni tanto andavo a farmi sfruttare da quegl’altri “villacchioni” delle agenzie di volantinaggio.
    Dopo aver lasciato l’università decine e decine di lavori: commesso, rappresentante, nonché uagnone, o per meglio dire apprendista, ma siccome sono pignolo, preferisco definirlo schiavo, straccio da terra, presso ditte di trasporti, ditte edilizie varie, salumerie, supermercati, lavorando dalle 11 alle 15 ore al giorno. (Molte delle mie vicissitudini lavorative le ho spesso riportate in dei miei romanzi e racconti vari.)
    In quest’epoca, in questo misero sud, va male a molti, ma non mi permetto di giudicare chi cerca di guadagnarsi il pane, io nel mio pezzo punto il dito agli scansafatiche che osano anche lamentarsi.
    Recente è la strage del maglificio di Barletta. La sopravvissuta sai che ha detto? Prima guadagnavo 4 euro l’ora, ora nemmeno quelli, come farò?
    Cmq ti aspetto intorno alle nove di sera all’entrata della Transcom, alla zona industriale di Bari, perchè dopo una giornata di lavoro esco distrutto, ma con la forza ancora di affrontare un COGLIONE che mi offende gratuitamente.

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  5. Con l’altro amico anonimo mi trovo pienamente d’accordo, io ho perso il conto da un pezzo di contrattini che ho firmato. Comunque nel pezzo accenno a questo punto e ho scritto che gran parte della colpa è delle istituzioni che permettono tutto ciò.

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  6. Che ridere quella gente coraggiosa che m'insulta via web, poi magari per strada mi parcheggia in doppia fila, arriva con strafottenza, fino a che questi gran uomini non mi si trovano davanti: vedono uno sguardo non proprio amichevole, una faccia poco pulita, magari mi scambiano per un malavitoso, poi aggiungiamoci le spalle belle piazzate, la parlata dialettale e questi ominidi si cacano in mano e mi chiedono mille volte scusa Ma sciatavin sciat’!!!
    (episodi realmente accaduti e nemmeno tanto di rado).

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  7. Caro Francesco Favia non vedendo ulteriori tuoi post ho pensato che a distanza di un anno tu non lavorassi più in Transcom.. Per caso ti hanno licenziato!!!???? O hai cambiato idea sulla tua cara azienda!? Io ho lavorato in Transcom anni fa quando ero ancora studente.. e per me quella, resta un esperienza fatta in un call center..come tanti.. Di certo non avrei mai sognato di passare una vita lì anche se immagino che per molti operatori quello rappresenta il loro lavoro... quello definitivo! Qualche settimana fa c'è stata la festa Transcom a Bari in occasione delle festività natalizie credo..mi hanno riferito che sembrava la festa dei POVERI CRISTI.. addirittura il Dj era un operatore telefonico!!! Cioè non si sono degnati nemmeno di pagare un professionista! Quel poverino ha fatto l' impossibile ma so che molti non si sono divertiti per la musica non proprio bella e chiaramente per l'inesperienza del poveraccio.. a cui va tutta la mia solidarietà!!
    Io comunque non ho nulla contro Transcom..gestisce call center.. e lavorare nei call center.. diciamolo.. non è poi cosi gratificante!.

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