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giovedì 18 dicembre 2008

C’è chi suda, c’è chi ruba

Tabaccaio ucciso a Torino mentre depositava l’incasso

Torino, un uomo, un lavoratore, dopo l’ennesima stancante, stressante giornata lavorativa, si accingeva a depositare i frutti dei suoi sforzi presso la sua banca.
L’uomo, Claudio Monetti, 39 anni, professione tabaccaio, è stato avvicinato da dei rapinatori. Monetti, reagendo, ha dato vita ad una colluttazione, terminata in tragedia.
I rapinatori sono fuggiti col denaro, lasciando il corpo sanguinante disteso sul marciapiede.
All’arrivo dei soccorsi, il corpo in fin di vita, è stato trasportato in ospedale, dove è deceduto all’arrivo.
Sull’episodio indaga la Squadra Mobile di Torino, guidata da Sergio Molino.
L’ennesimo episodio di violenza in un’Italia, in un mondo, sempre più soprafatta da amaro cinismo. Ammazzare un uomo o ammazzare un topo, sembra che non comporti alcuna differenza. Tutto questo per il vil denaro. C’è chi se lo suda, c’è chi se lo guadagna applicando tutte le regole del bravo arrivista.
C’è chi è sospeso in tragiche situazioni esistenziali, magari in un Paese straniero, Paese in cui si credeva di far soldi facili.
Dato per scontato che pur essendo disperati, mai e poi mai, si debba aggredire il prossimo, una persona che sacrifica la vita, il suo tempo in un esercizio commerciale come in codesto caso, la giustizia italiana dovrebbe applicare sanzioni più severe in tempi di giudizio molto meno lunghi.
Un soggetto può essere stato soggetto a licenziamento senza giusta causa, può aver difficoltà a trovare lavoro, ma certo è che ci sono sempre alternative valide ai metodi illeciti. Metodi di far soldi ancor più ripugnanti, se si tratta di causare evidenti danni psichici e fisici a chi lavora, suda, si sacrifica tutta una vita per usufruire della serenità che procura il denaro e donare quella serenità ai propri cari.
La cattiveria, la malvagità, il crimine è universale. Italiani o stranieri chi ruba, chi ammazza, devono essere giudicati allo stesso modo. Nelle fabbriche e negli ipermercati del nord Italia ci sono tantissimi meridionali e tantissimi immigrati, dunque chi viene nel nostro Paese e ruba e ammazza è perché è partito con l’intenzione di fare soldi facili.
Ci sono nigeriani e senegalesi che passano intere giornate sui marciapiedi con la loro caratteristica merce cercando di guadagnare un po’ di soldi per sopravvivere e far sopravvivere i loro parenti nella loro terra d’origine. E ci sono nigeriani e senegalesi che sono parte integrante e attiva dello squallido mondo dello sfruttamento della prostituzione, rubando l’anima alle loro conterranee.
E ci sono i cinesi che si indebitano per tutta una vita per aprire un negozio nello Stivale e i cinesi colonne portanti della possente organizzazione internazionale che si occupa dell’espansione industriale e commerciale del loro Paese sull’intero globo.
Ovunque c’è l’onesto ed il marcio. Non bisogna additare, ma valutare e giudicare competentemente e, nel caso di colpevolezza, essere cinici come lo sono i soggetti che si dimostrano freddi nell’aggredire l’onesto cittadino per asportargli anche quattro soldi.
Gli italiani, la maggior parte di essi, sono consapevoli che la loro terra è come lo è da anni la Francia, l’Olanda, la Germania e altri paesi europei una porta aperta a tutti.
In conclusione, si necessita di maggior accoglienza, ma anche di norme e pene più austere come sono presenti nel resto del nostro continente.

Francesco Favia
domenica 6 maggio 2007
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