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sabato 20 dicembre 2008

Quel che si cela alle spalle del volantino pubblicitario: speculazioni e sfruttamento

Il volantino pubblicitario nella sua contemporaneità

Investimento vano, prepotente fastidio per il cittadino, specchietto per le allodole, portatore di denaro per gente senza scrupoli.


Oggi, multinazionali dediti alla grande distribuzione organizzata, invadono sistematicamente, senza esplicita richiesta, le nostre cassette postali, le quali sono soggette a delle vere e proprie indigestioni di materiale pubblicitario. C’è da precisare che non sono solo i giganti a far uso di questa forma di pubblicità, ma anche medio-piccoli commercianti. Investimento, per questi ultimi non indifferente, ma spesso da considerarsi vano. La gran parte dei cittadini, esasperati da cotanta pubblicità, hanno fatto montare fuori, accanto ai portoni condominiali o all’esterno delle proprie villette, delle cassette destinate esclusivamente al deposito delle decine di lenzuola pubblicitarie che puntuali ogni santo giorno si accumulano prepotentemente nelle nostre proprietà private. Questo manto pubblicitario, sempre più spesso, tende a coprire marciapiedi e strade, poiché c’è chi si diverte a compiere queste sorta di gesta vandaliche. Altre volte ancora è il netturbino che raccoglie dalle cassette pubblicitarie il cumulo di volantini e li porta via. E non solo i soldi di questi investitori vengo sprecati, ma sprecata è anche la fatica di tanti ragazzi, italiani e stranieri, ma anche uomini e donne di mezza età bisognosi, che si spezzano letteralmente la schiena per pochi euro al giorno.
Da notare come intorno a questo movimento ci sia un giro d’affari non indifferente. Gli unici a guadagnare veramente sono i titolari di queste agenzie del cosiddetto volantinaggio, i quali sottopagano fotografi, grafici, ma soprattutto quei poveri cristi che macinano chilometri sotto la pioggia ed il sole battente, respirando smog e logorandosi le suole e la colonna vertebrale. E a quanto pare guadagnano davvero tanto e ostentano orgogliosamente i loro profitti, i frutti delle loro speculazioni, a bordo di auto di grossa cilindrata, senza ritegno e senza rimorsi.
Il cittadino che magari sorbisce volentieri questa ondata quotidiana di pubblicità, considerando codesta come servizio informativo con il quale poter risparmiare, spesso e volentieri viene anche abbindolato. Solo due su dieci offerte di prodotti in sottocosto sono da considerarsi veritieri. E questo fenomeno ingannevole è molto legato soprattutto ai prodotti tecnologici. Verificando su internet è facile riscontrare che i prezzi del sottocosto, corrispondono ai prezzi originali. Dunque, nessuno sconto è in atto. Anzi, alcune volte, il sottocosto è un vero e proprio “sovracosto”, poiché più alti del prezzo del prodotto in questione.
In tempi democratici, siamo costretti a sorbirci quintali annui di pubblicità, per di più ingannevole.
Spesso le pubblicità finanziano dei servizi come le trasmissioni televisive, i siti internet o per assurdo anche le notizie via sms, ma in quest’ultimo caso, le compagnie telefoniche chiedono il consenso per poterci far ricevere sms e mms pubblicitari.
Il volantino, mezzo storico di propaganda, importante nel corso della storia, oggi si dimostra essere inutile, ingombrante, ingannevole, dannoso per la pulizia delle strade, ma soprattutto risulta essere una violazione della proprietà privata, di quella proprietà privata destinata esclusivamente alla raccolta della posta; e non sono poche le volte che una persona si ritrovi ad aver perso una bolletta o una lettera importante, perché magari si trovava in mezzo al volantino pubblicitario che ha gettato nella spazzatura.
Forse il problema messo in evidenza non è un grande problema. Forse è un piccolo problema. Forse non va considerato come un problema. In fondo non nuoce gravemente al cittadino. Sicuramente per il cittadino, resta un grande fastidio giornaliero.


Francesco Favia

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