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sabato 20 dicembre 2008

Ecco la linea seguita da Berlusconi nella sua campagna elettorale: arroganza ed egoismo

Al problema dei giovani precari, il cavaliere risponde: “Hai un bel sorriso? Cerca di sposare mio figlio”


Il fatto

Mercoledì 12 marzo 2008. Siamo in piena campagna elettorale e nel corso del programma di approfondimento del Tg2 al candidato Silvio Berlusconi, viene posto il noto dilemma del precariato nel lavoro e, dunque, dell’incertezza di un futuro sereno che si prospetta al cittadino italiano.
Sono seguite sconvolgenti parole, le quali, apparentemente, avrebbero voluto essere una maniera per sdrammatizzare:
“Io, da padre - ha risposto Berlusconi sorridendo - le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere”. Poi, ha elencato le proposte contenute nel programma del Pdl per aiutare i giovani, dalle agevolazioni sui mutui al piano-casa.
Ci prova anche Maurizio Martinelli, il conduttore del talk, facendo notare al cavaliere che di figli di Berlusconi in giro ce ne sono pochi. L’ex premier, sempre sorridente, ha ribadito: “Se dovessi dire qual è il consiglio più valido, penso sia quello che le ho dato all'inizio...”.



Le reazioni

“Come italiano mi vergogno delle parole di Berlusconi” commenta Dario Franceschini. "Di fronte a centinaia di migliaia di giovani italiani che vivono la precarietà del loro rapporto di lavoro come un'ipoteca sul loro futuro, rispondere ad una ragazza precaria che il modo di uscire dalla sua situazione è sposare il proprio figlio, o il figlio di un milionario, suona come un'offesa insopportabile" continua il vicesegretario del Partito Democratico, aggiungendo: “Penso che in qualsiasi Paese un leader politico, a prescindere da quale parte politica esso appartenga, sarebbe costretto a scusarsi per quella battuta offensiva”.
Per Fausto Bertinotti, l'uscita di Berlusconi, anche se si tratta di uno scherzo, è allarmante e “indicativa di una cultura che propone ai giovani una realizzazione fuori dalla loro vita ordinaria”. Per Bertinotti, viste le proposte della destra, non resta che augurare ai precari di vincere la lotteria, ma afferma che nel programma della sinistra è presente la volontà di cancellare l'idea della lotteria a favore di miglioramenti concreti.



Il punto di vista

Più che uno sdrammatizzare, il comportamento di Silvio Berlusconi, è apparso come un tentativo di sviare un argomento scottante, che insieme al caro vita, è ciò che attanaglia maggiormente gli italiani.
Queste elezioni, questo cambio di governo, coincide con uno dei periodi più critici della storia mondiale. Dal dopoguerra ad oggi, mai, il lavoratore del mondo occidentale ha conosciuto le difficoltà riscontrate attualmente da chi si alza ogni mattina per portare a casa la pagnotta.
Il petrolio è arrivato alle stelle, il dollaro non regge il confronto con l’euro, la benzina si vende a prezzi esorbitanti, i beni di primo consumo, pane, pasta, hanno triplicato il loro valore economico in pochi anni. La situazione odierna è davvero tragica e chi andrà al governo si assumerà una bella, pesante, difficile responsabilità. Nessun programma, nessuna riforma sarà in grado di attenuare questa evidente crisi economica di inizio secolo.
Sulla linea della superficialità, dove criminali diventano star, scrittori, testimonial e quant’altro, dove gravi fatti di cronaca diventano, per mezzo dei mass media, dei fenomeni da baraccone al pari di quelle trasmissioni definite “reality show”, Silvio Berlusconi, anziché approfondire il tema del lavoro, provando a proporre delle soluzioni in merito, ha invitato la giovane studentessa che gli aveva posto la domanda a cercarsi un nobil rampollo per risolvere il problema. Quindi, trasmissioni delle reti Mediaset, nelle quali ragazze senza dignità si propinano a corteggiare bellimbusti senza cervello, sono dediti al risollevamento economico e sociale.
E un giovane, magari con tanto di lauree, master, non riesce a trovare nessun lavoro per il quale tanto ha studiato e spesso si adatta a fare il commesso o l’operaio generico. Tutto questo se sono fortunati. È ovvio, poi, che un ragazzo lavori con “contrattini” della durata di pochi mesi, se non settimane. Intanto le passate generazioni, seppur fortunate per il fatto di avere un lavoro fisso o del goder di una pensione, comunque sia, a stento arrivano a fine mese.
Le parole di Berlusconi sono state un affronto a tutti i giovani, non solo a chi ha posto la domanda. Non si tratta di cogliere la palla al balzo per attaccare il cavaliere, non si tratta tanto meno di schieramenti, di ideologie: chiunque avesse risposto così, in qualsiasi contesto, avrebbe meritato sdegno.
Si dovrebbero considerare anche certi aggravanti: quello di esser in un salotto televisivo, dell’esser consapevole che qualsiasi cosa dicesse, qualsiasi risposta, era rivolta a tutta la gente che da casa assisteva a quello show; e quello ancor più grave del non aver pensato prima di parlare: non aver pensato al recente suicidio di un operaio precario, che si è tolto la vita perché umiliato da tale precarietà.
Ha mancato di rispetto alla ragazza che umilmente le aveva fatto una domanda, a tutti gli italiani sintonizzati, a quell’operaio e alla sua famiglia. D’altronde chi interpreta nei teatrini delle convenscion il siparietto del programma avversario stracciato, dimostrando di non avere rispetto per i politicanti come lui, ci si figuri se possa averlo per gli onesti cittadini.
E può predicare sui mutui e sulle agevolazioni per tali debiti, ma se non si stabilizza il lavoro, continuerà a salire vertiginosamente la percentuale delle case pignorate.
Nessuno è in grado di fare il miracolo, tanto meno i politici che, si sa, pensano principalmente, se non esclusivamente, alle loro tasche. Ci si augura, per lo meno, che chiunque andrà al governo finga un po’ di rispetto per il proprio Paese e per i suoi abitanti.

Francesco Favia

giovedì, 13 marzo 2008

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