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sabato 20 dicembre 2008

Strage di Erba. Nessuno sconto.

Carcere a vita ed isolamento diurno per tre anni per Rosa Bazzi e Olindo Romano.


E’ di qualche ora fa’ la notizia della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Como. Prima di arrivare alla lettura del verdetto, si è dovuto passare da ventitré udienze, dall’ascolto di un centinaio di testimoni, fino a giungere alle decisive sette ore di Camera di Consiglio.
Colpevoli dell’uccisione di tre donne e un bambino, nonché di un tentato omicidio, sono andati incontro ad una ovvia pesante condanna. Ergastolo e tre anni di isolamento diurno per i due coniugi. E non poteva essere così dato le prove schiaccianti, per giunta accompagnati dalla testimonianza oculare del sopravvissuto, Mario Frigerio, marito della vicina di casa Valeria Cherubini, una delle vittime.
Invece di ritrattare e arrampicarsi sugli specchi e se avessero avuto un atteggiamento più rispettoso in un contesto processuale, dove vivo era il dolore dei parenti delle vittime, forse, in una qualche piccola possibilità di un piccolo sconto di pena avrebbero potuto sperare. I giudici della Corte d’Assise, avrebbero anche potuto cercare di comprendere l’esasperazione di un lavoratore, impossibilitato dal riposarsi per del chiasso proveniente dall’appartamento dei vicini. Sono numerosissime la cause civili per questioni condominiali e forse la signora Castagna avrà avuto anche delle colpe, ma mai tali da giustificare un delitto efferato come la strage di Erba.
Un delitto premeditato. Un indegno alibi: uno scontrino di un fast-food. Così iniziò la fase difensiva. Una pietosa arringa finale da parte della difesa e da parte di Olindo Romano, che si è dimostrato dispiaciuto per il dolore dei parenti delle vittime. L’apoteosi. “Un bluff vergognoso” l’ha definito il padre di Raffaella Castagna.
In un’ Italia che regala indulti, esagerati sconti di pena, protagonista di clamorosi errori giudiziari, in un’ Italia dove basta improvvisarsi pazzi per evitare il carcere, ecco che qualcosa sembra cambiare.
Nella strage di Erba non si celava nessun mistero italiano e non potevano non dare il massimo della pena, ma apprendere sempre in questo giorno di sentenze, della condanna a dieci anni di un pirata della strada, che uccise due giovani fidanzatini, fa ben sperare.

Francesco Favia

Mercoledì, 26 novembre 2008


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