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domenica 21 dicembre 2008

Le artiterapie e la musicoterapia

Arte e musica come aiuto terapeutico


L’arte è una forma di comunicazione che per esprimersi in segno, forma, musica o gesto, necessita di un atto creativo. E’ dimostrato quanto l’atto creativo permetta di esprimere e regolare le proprie emozioni secondo modalità che, a volte, il solo linguaggio verbale rende difficoltose o insufficienti e quanto possa contribuire a migliorare la Qualità di Vita delle persone coinvolte. Le artiterapie, proprio per la loro capacità di mobilitare sia la facoltà evocativa(vita affettiva, emozioni, immagini),sia la facoltà strutturante(il modo in cui la forma è rappresentata in segno o spazio),possono diventare strumento conoscitivo, preventivo del disagio e di benessere.
Nelle artiterapie non esistono canoni estetici di riferimento, ossia non c’è la possibilità che un prodotto arteterapeutico sia bello o brutto: non può esistere stonatura, una danza fuori tempo, un disegno fatto male, perché l’unico riferimento è la persona stessa, in particolare è quella cosa che possiamo chiamare “unicità creativa”,quel “talento espressivo” nascosto ma presente in ognuno di noi e tale talento sopravvive anche in situazioni sfavorevoli, di disagio psichico e fisico. Il gesto(musicale,teatrale, pittorico, ecc…) assume allora il valore di portatore all’esterno del disagio della persona e sarà compito dell’operatore saper gestire e re-indirizzare, con una risposta adeguata, ciò che è stato esternato, al paziente stesso,creando le condizioni per un percorso terapeutico e riabilitativo vero e proprio. Il carattere artistico( musica,danza, pittura,ecc..), quindi, è solo un mezzo attraverso il quale i nostri vissuti sono simbolicamente rappresentati.
In conclusione, le artiterapie sono canali alternativi importanti ed efficaci perché intercettatori di quelle abilità e talenti propri dell’essere umano, che sopravvivono anche nelle fasi più avanzate delle malattie,demenze o disagi psichici.
La musicoterapia rientra nelle discipline arte-terapeutiche. La parola “Musicoterapia” si compone delle parole: “terapia” che possiede il significato di metodo di cura e “musica” che indica l’arte di combinare insieme dei suoni e il loro utilizzo in un dialogo sonoro; per cui l’unione dei due termini indica l’utilizzo in un intervento di carattere terapeutico o riabilitativo della musica, in cui essa assume la finalità di stimolare lo sviluppo della motricità, del linguaggio e di altre funzionalità. La musica risponde all’esigenza di comunicare attraverso vie diverse dalla sola parola e che tocchino la sfera più intima dell’uomo, permettendo così un dialogo in cui la parola perda la sua importanza fonetica e acquisisca una sua espressività sonora. Inoltre, la musica può essere utilizzata per entrare in contatto con vari aspetti dell’essere umano, legati sia allo scoordinamento motorio e a problematiche fisiche, sia quelli legati alla sfera psichica ed emotiva. Essa diviene un valido strumento anche quando si lavora sul recupero nell’ambito sociale, in tutte quelle forme di disagio sociale dove attraverso l’utilizzo di un linguaggio non verbale, si riesce a ricreare un dialogo.
Musica diviene musicoterapia solo quando essa diviene stimolo e veicolo portante da cui parte tutto un lavoro artistico-terapeutico.
Qualsiasi suono che entra nella nostra sfera uditiva ha sempre un’influenza su di noi, ci dona una sensazione fisica, psichica ed emozionale. Un insieme di suoni diviene, in base alla loro combinazione, una frase più o meno elaborata che porta in sé lo sviluppo espressivo, artistico, psichico e sociale dell’individuo che lo produce anche in un ambito musicoterapeutico. Bisogna giungere a far sì che un suono o un insieme di suoni lasci una traccia negli ascoltatori, ossia mettersi in contatto con la parte più significativa di se stessi: i propri vissuti, i propri desideri, le proprie rappresentazioni del mondo e delle cose e i propri stati emotivi. Toccare la parte più intima non è facile. Proprio la difficoltà di esprimere le proprie emozioni trova nella musica un mezzo intermediario per poter esprimere ciò che, a volte, risulta difficile dire in altro modo. E’ così che suoni e ritmi diventano espressione dei sentimenti, delle vittorie e delle sconfitte di tutti i giorni, stimolano la fantasia, divenendo così un canale d’apertura contro la chiusura in sé, i momenti sconsolati, o anche per dare libero sfogo a momenti d’euforia, proprio per quel legame che c’è tra la struttura della musica e la struttura delle emozioni. Pertanto la musica è un linguaggio non verbale che esprime i sentimenti dell’uomo e che consente, attraverso un proprio percorso, lo sviluppo della personalità. Nel lavoro musicoterapeutico la libera espressione è intesa come un metodo di lavoro grazie al quale ogni soggetto può comunicare con se stesso e con gli altri, attraverso un linguaggio non verbale, permettendogli di esprimere ogni suo vissuto fisico, emotivo e mentale. Il grado di comunicazione dipende dallo stato d’apertura o chiusura del soggetto in questione, dalla volontà di dialogare, dall’esigenza di sentirsi parte di un universo, dal bisogno di percepire se stessi e gli altri; aspetti che variano in ogni essere umano. In tutto ciò, la musica si può considerare un’arte che aiuta la costruzione di una dinamica collettiva, dando ad ognuno la possibilità di sentirsi parte di una stessa esperienza sonora ma, allo stesso tempo, lasciando ognuno libero di percepire e memorizzare l’esperienza sonora in modo individuale. Il grado d’individualità è dato dalla capacità creativa innata e sviluppata in noi, che permette un’elaborazione di tutti i dati che ci giungono, trasformandoli in impulsi fisici, mentali, emozionali. Tutte queste considerazioni ci portano a concludere che, l’utilizzo della musicoterapia nell’ambito dell’handicap si basa proprio sul presupposto che il linguaggio sonoro-musicale abbia una notevole importanza per facilitare la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, l’espressione, l’organizzazione, potenziando e riabilitando quelle funzioni dell’individuo che portano ad ottenere una migliore qualità della vita. La musica e il suono creano così un ponte tra la sfera psico-affettiva dell’individuo e le sue possibilità creative e comunicative che saranno valorizzate e potenziate all’interno del setting di musicoterapia, rendendoli protagonisti “attivi” dell’esperienza e non solo fruitori “passivi”, dando loro la possibilità di esplorare e sviluppare le proprie capacità elaborative. In modo particolare, nell’ambito scolastico la musicoterapia riveste un importante aspetto socializzante, relazionale ed integratore, creando nei ragazzi modalità di comunicazione diversa dal verbale, ma è soprattutto la musica come linguaggio universale, un mezzo facilitante per l’espressione di sé, che annulla ogni differenza legata a competenze intellettuali, facilitando quei canali di comunicazione legati al non verbale. L’espressione dei sentimenti di ognuno attraverso “il dialogo sonoro” o “la conversazione musicale” porta a dei veri e propri scambi tra i partecipanti. Tramite la musica si può stabilire tra il bambino disabile ed i suoi compagni, quel clima comunicativo che porta alla scoperta, all’accettazione, alla comprensione reciproca ed alla costruzione di regole comunicative comuni.

Federica Cicchelli


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