Stavo bene. Mi ero ripreso del
tutto, più o meno. Adesso me ne sto andando di nuovo in paranoia.
Ho tanta voglia di partire. Qui
non mi è rimasto più niente. E una volta che si prova a viaggiare da soli,
restare a casa è deprimente e fa riemergere vecchi fantasmi. Completamente
libero da ogni impegno, mai come in questo momento nutro in me l’esigenza di
partire e di immergermi in un’avventura intensa come può essere quella di una stagione
estiva presso una struttura turistica.
Mi ero candidato come web
reporter di recente, per un’agenzia di animazione, ma ora partirei anche per
fare l’animatore. Era l’ultimo turno di selezione, l’ottavo. Molti posti erano
già stati assegnati.
Alla fine come web reporter hanno
preso una bella ragazza. Al di là delle competenze, una bella presenza è più
allietante e agevola il far firmare una
liberatoria.
La paga sarebbe stata misera e ci
sarebbe stato da lavorare tutto il giorno, ma la voglia di partire e il fare un
qualcosa che mi appassiona era impagabile.
Una settimana lì a Montesilvano,
vicino Pescara, è stata un’esperienza entusiasmante. Date un’occhiata a Mini-reportage 8° turno SamAcademy . Ho conosciuta tanta
gente, soprattutto tante belle ragazze.
Sono
molto tentato dal voler “fare la stagione”. Pensare che per due volte fui in
procinto di partire. La prima volta ci rinunciai a malincuore, poiché mi chiamarono
per lavorare in un grande supermercato della mia città.
Ero
entusiasta di partire, fui apprezzato per la mia parlantina, la voglia di fare,
di darmi da fare. Ricordo il colloquio a 50 km dalla mia città, ne approfittai
per lavorare anche in quella zona; in quel periodo rappresentavo
commercialmente uno studio grafico. Fu apprezzata dagli esaminatori la mia
intraprendenza e mi proposero il ruolo di organizzatore di tornei. Optai per la scelta che pensavo fosse più
giusta, una scelta responsabile, che qualsiasi persona adulta avrebbe fatto.
Avevo 23 anni.
La
seconda volta che declinai, non ero tanto in vena. Sarà stato tre, quattro anni
fa’, me lo propose una persona che conoscevo, la quale collaborava da anni con
quest’agenzia. Non la cercai personalmente quell’occasione. Era l’ennesimo
periodo di disoccupazione. Avrò avuto 25, 26 anni.
In
entrambi i casi, quello che mi frenava davvero, molto probabilmente, era il
dovermi staccare da quello che pensavo fosse il grande amore, la persona giusta
tra tante.
Ho
buttato solo anni preziosi assieme a quella ingrata.
Avere
una storia importante limita sotto molti aspetti. Soffoca entusiasmi,
progetti personali, voglia di fare e di evadere.
Lei,
però, non ci ha pensato due volte a lasciarmi
- con pretesti del piffero - per partire e seguire le sue aspirazioni.
Sei anni distrutti in un breve lasso di tempo.
Un
consiglio da quello che ho appreso dalla mie vicissitudini?
Amico che leggi le mie parole, impara ad essere egoista. Siate egoisti!
Amico che leggi le mie parole, impara ad essere egoista. Siate egoisti!
Purtroppo c’è da dire che
ognuno pensa al proprio tornaconto, molti lo sanno. Lo sanno da quando sono
rimasti fregati per esser stati troppo accondiscendenti. In nome dell’amicizia,
dell’amore o del voler essere semplicemente gentili col prossimo si tende ad
assecondare le esigenze degli altri. Sicuramente non ci si aspetta niente in
cambio, ma se si fanno due conti, ci si rende conto di aver perso parecchio.
Già vedo chi additerà le mie
parole come patetici tentativi di rinfacciare quel che è stato.
Non m’importa nulla. A mio
avviso, questo post, vuol esser il semplice consiglio di uno sfigato: siate
egoisti.
Le fregature si prendono
sempre, ma anni preziosi gettati al vento “per amore” - o altro - sono
difficili da digerire e soprattutto da recuperare.
Cerco di guardare avanti, di continuare a provarci, nonostante il cellulare non suoni e nonostante le porte sbattute in faccia dai selezionatori.
Cerco di guardare avanti, di continuare a provarci, nonostante il cellulare non suoni e nonostante le porte sbattute in faccia dai selezionatori.
Se penso a tutti gli scrupoli
che mi ponevo per non farle del male. Alla fine lei mi ha usato rubandomi
letteralmente gli anni migliori. Mentre mi approprio di questa frase fatta,
penso che seppur li stia evitando, alla fine mi ritroverò di nuovo in un call
center. Tutti i lavori sono dignitosi e più volte ho difeso i call center, ribadendo di
non voler sputare nel piatto dove ho mangiato per tanto tempo, ma l’idea di
finire di nuovo in cuffia, mi spaventa moltissimo.
Francesco Favia
17 maggio 2012
ore 12:25
© riproduzione riservata
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Ecco come mi sento: stanco, invecchiato, sovrappeso, un po' pugile, un po' cabarettista da quattro soldi

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso, all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’
Charlie Chaplin
Metaforizzando, estremizzando, citando l'umorismo nero di Kubrick, il mio stato d'animo è pressappoco così
www.nonsolocronache.com
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