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mercoledì 11 marzo 2009

E' un Paese l'Italia, che ci ha rotto i coglioni

Nel collasso economico, tangenti e magagne sembrano non soffrire della crisi.

La crisi è mondiale come l’effetto trash dei reality, ma in Italia magagne e furberie sono più accentuate. Le aziende chiudono o tagliano il personale, da Ponente al Levante. Negli Stati Uniti la disoccupazione ha superato l’8% e gli americani senza lavoro sono più di dodici milioni. Persino il Giappone, dall’altra parte del mondo, soffrendo di questa crisi globale, sta lasciando molta gente per strada.
L’Italia arranca, è lì lì per cadere nel baratro, ma mentre il premier Berlusconi inneggia ad un ottimismo fuori luogo, manco fosse Tonino Guerra, il Paese cerca di non arrendersi e di tirare avanti.
Dall’angosciante puntata di “Presa Diretta”, andata in onda il 15 febbraio scorso, ma che ho scoperto qualche giorno fa’ su Youtube (vi invito a vederla), si può scorgere un’Italia distrutta.
La puntata intitolata “Senza lavoro” ci conduce in un viaggio da nord a sud, nei vari settori industriali italiani, che sentendo fortemente questa crisi, stanno lasciando intere famiglia nella merda più totale.
Dalla Murgia pugliese, centro del mondo del salottificio, all’indotto metalmeccanico che in questo circolo vizioso, risente della crisi del settore automobilistico, passando dalla ricca Emilia, fino a quel che era considerato l’Eden d’Italia, ovvero il nordest, dove fabbriche storiche, stanno chiudendo i battenti o a malapena si reggono in piedi.
Ciò che lascia perplessi è come gli imprenditori del nord, lavoratori da sempre, artigiani da generazioni, lavorano ogni giorno affianco ai pochi operai rimasti, mentre al sud si va avanti con la magagna all’italiana: gli operai vengono messi in cassa integrazione, ma vengono richiamati a lavorare in nero e ovviamente, tra mutui, affitti e spese varie, il lavoratore non può che accettare per arrotondare la cassa integrazione.
La fabbrica, una vera e propria salvezza, per effetto di questa tremenda crisi ha rigettato tanta gente del sud nel limbo dell’incertezza e ad accettare paghe da terzo mondo, andando a lavorare tutto il giorno in campagna, in supermercati, o a cucire nove, dieci ore di fila in fatiscenti scantinati.
Una realtà che conosco, ahimè, molto bene: vuoi lavorare? Ti offro questo, se non ti va bene, quella è la porta.
Gli ispettori del lavoro? Corrotti. Nel reportage che vi ho citato prima, portato avanti da Domenico Iannacone, mostra tramite le telecamere nascoste dalla Guardia di Finanza, gente che dovrebbe curare gli interessi dei lavoratori, prendere sostanziose mazzette. Guardare per credere.
Vivi al sud, lavori in nero da anni, vivi soprusi? Fai una causa di lavoro, passeranno solo una decina d’anni e non avrai concluso un cazzo! Ebbene si, il tribunale di Bari è sommerso da centinaia di migliaia di cause di lavoro, una mole enorme e chi ha sfruttato è tutelato dalla lenta burocrazia italiana.
Mi ha colpito poi molto uno sfogo di un neolaureato. Ho trovato questa sua denuncia sul web. Questo è il link
http://www.livesicilia.it/2009/03/09/io-laureato-invisibile/
Descrive come in Italia sia ben differente la teoria e la pratica. Proprio come quella barzelletta nella quale si parla di quelle due signore, madre e figlia, che rispondendo ad un sondaggio, sarebbero disposte per cinquecento milioni, facciamo cinquecentomila euro, aggiorniamola al presente, insomma per cinquecentomila euro, sarebbero disposte ad andare a letto con un vecchio, brutto, puzzolente, sdentato e zoppo. Morale: in teoria la famiglia si arricchirebbe incassando un milione di euro, in pratica, in famiglia, ci sono due mignotte.
E quel neolaureato, in teoria è abilitato, anche per via di un decreto legge, a lavorare in uno studio dentistico, in qualità di igienista dentale. In pratica gli odontoiatri non sanno che farsene, perché preferiscono, nonostante la legge lo vieti, a far fare l’igiene dentale dall’assistente/segretaria, o al massimo lo fanno loro stessi per non sobbarcarsi la spesa della retribuzione di un dipendente.
Questo è l’esempio pratico di uno dei tanti corsi di laurea inutili che sono sorti negli ultimi anni.
In questo caso, tra l’altro, uno studente, inesperto della vita, viene tratto d’inganno dal settore professionale di tale laurea. Essendo una laurea specifica, in un ramo paramedico come possono essere le lauree in Radiologia o Scienze Infermieristiche, le quali effettivamente offrono reali sbocchi lavorativi, uno studente che ha scelto questo percorso di studi, è convinto di aver fatto un’ottima, giudiziosa e ben ponderata scelta. Effettivamente è ignaro del fatto che un dentista nel suo studio ha bisogno giusto di una segretaria che le gestisca gli appuntamenti, la quale già che c’è, per guadagnarsi quei due soldi che le vengono offerti, deve assisterlo durante il suo lavoro.
Questa è l’Italia. Patria del “paraculismo”. Da chi fa le leggi, a chi dovrebbe rispettarle o farle rispettare, sono tutti una massa di paraculi.
Corruzione, nepotismo, furberie. Ha ragione Masini: è un Paese l’Italia, che ci ha rotto i coglioni.

Francesco Favia



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