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lunedì 9 gennaio 2012

L’amore ha un senso?

Storie bruscamente finite senza un apparente senso logico

Sto vivendo un nuovo capitolo buio della mia vita. Nonostante le tante lacune di quest’epoca precaria, fatta di approssimativi rapporti umani e professionali, avrei dovuto vivere un po’ sereno dopo le mie tante vicissitudini. Ed invece negli ultimi mesi stavo sprofondando in un baratro senza fondo. Forse ne ero anche consapevole, ma non mi sembrava poter fare molto. Anzi, pensavo fosse uno di quei tanti periodacci prossimi alla fine.
Escludendo il lavoro, mia eterna espiazione della mia inettitudine, vorrei soffermarmi sulla questione dei sentimenti. Rispetto a tanti altri blog, ad altri forum, tutto sommato non è mai stato un argomento che ho trattato molto. Non avendo mai avuto problemi di sorta in passato o, comunque sia, non avendoci mai dato peso a qualche delusione ricevuta o data, non ho mai avuto l’esigenza di scrivere dell’argomento “amore”.
Io vi chiedo cos’è l’amore. Rispondetemi. Io ero rimasto al sentimento adolescenziale, alle cottarelle, alle storie di qualche mese, alle frequentazioni particolari, ai rapporti di pura passione fisica.
Ora, quasi trentenne, mi domando e chiedo al mondo, che c***o è l’amore. Cos’è l’amore nell’età adulta, fra due adulti. Dovrebbe essere un sentimento profondo che spinge due individui ad intraprendere uno stesso percorso di vita, a crearsi un progetto in comune, a sostenersi a vicenda, poiché la avversità nella vita sono tante.
E non parlo di matrimonio, sapete come la penso e quante volte ho sostenuto la causa dei padri separati su questo sito. Il matrimonio dovrebbe essere una piacevole conseguenza, dopo tanti anni di amore incondizionato, eppure va preso con le pinze e con le dovute precauzioni, se proprio non se ne può fare a meno.
Io voglio parlarvi di quelle storie, lunghe anni, bruscamente finite, senza un apparente senso logico.
Mi sembrano anni di vita rubati. Per come sono fatto personalmente, ho sempre ammesso che impegnarsi in una cosiddetta “storia seria”, fosse un po’ un sacrificio, seppur un piacevole sacrificio. Tutti abbiamo le nostre vite complicate, i nostri momenti, i nostri spazi da difendere, quindi condividere la nostra vita con un’altra persona, non credo che lo si faccia solo per paura della solitudine. Ovviamente non mi rivolgo ai casi estremi.
Io, per esempio, ci credevo nella storia dalla quale sono uscito dopo quasi sei anni, dopo un anno e mezzo di tira e molla. Sto tutt’ora male, saranno passati quasi due mesi. La ferita è ancora aperta. Tra cuore spezzato e orgoglio ferito, non so cosa mi tormenta di più. Non mi lasciavo mai abbindolare da nessuna, stavolta è andata così... ma sei anni sono pesanti da digerire
Spesso soffrivo di una certa insoddisfazione, spesso mi sentivo soffocare, ma sapevo che ero tuttavia innamorato e per amore ero pronto a sacrificare me stesso, la mia vita, le mie esigenze.
Ma fino a che punto? E poi, ne valeva la pena? Gli altri farebbero lo stesso? A quanto pare no.
Paradossalmente, mi sentivo sempre rimproverare da lei che io mentissi e che non l’amassi.
Alla fine è stata  lei ad abbandonarmi. Dice che non mi ama più. Stento a crederci, ma forse mi sto illudendo. Però ho come l’impressione che la tipa non era pronta a sacrificarsi per amore, a non fare il passo successivo che una storia di sei anni comporta. A non venirmi incontro.
L’amore è anche il venirsi incontro, e non fare lo schiavetto.
Caso strano, ha iniziato a cambiare atteggiamento, quando ho smesso di assecondarla in tutto.
Francamente ero stanco di tante situazioni e ogni tanto, esasperato, mi lasciavo andare a sonore sfuriate. Ma io ero stanco delle circostanze,  dei suoi atteggiamenti e non di lei. Lei è rimasta bambina, io ormai disincantato adulto.
Pensare che non litigavamo mai. Ne ho lette tante di storie simili alla mia su internet. La risposta più comune che viene data, è proprio che il tempo cambia i sentimenti e le persone.
Secondo me, è un’ ingiustizia. Io mi sento rubato del mio tempo e dei miei sentimenti. Per non parlare dei soldi spesi. Sei anni non sono pochi. Ho letto che la migliore soluzione è quella di tagliare tutti i ponti. Allora che senso ha la vita. Che senso hanno i rapporti umani. Ora le persone ci sono, ora scompaiono. Dovremmo essere continuamente in lutto.
Una persona talmente importante. Lo eravamo a vicenda. Lei si preoccupava anche della mia salute e diceva che se morivo si sarebbe fatta suora! Viveva per me, io per lei. Ora non c’è più niente.
Capita di sputare sangue sul lavoro, dedicare ore, straordinari, energie per un’azienda e dopo aver prodotto tanto, si viene messi con disinvoltura in disparte. La vita è crudele, il mondo è cinico. Non ti aspetti, però di ricevere il benservito dalla persona con la quale si voleva invecchiare insieme. Fatti l’uno per l’altra, commosso nel vedere la Mondaini piangere il suo Vianello, col pensiero lacrimante rivolto a lei. Sembra ieri. Oggi il gelo.
Io non sono uno psicologo e non ho dati statistici alla mano, ma vedendo l’esperienza di amici, conoscenti, di estranei nei vari sfoghi sul web, ho constatato che nelle storie lunghe, come si suol dire importanti, è spesso la donna a lasciare lo sfortunato di turno.
Mi sovvengono scene di donne frignanti, sedotte e abbandonate. Le donne allora cosa vogliono? Dicono che l’uomo voglia solo scopare. A parte che le donne non sono da meno, se l’uomo s’innamora e magari si crea una bella storia, poi spesso viene abbandonato a distanza di anni.
Secondo me, l’amore di fondo c’è, rimane. Probabilmente anche da parte di lei. Solo che i sentimenti mutano, subiscono un certo processo,  l’amore da passionale e sfarzoso, diventa razionale e concreto. La donna però pretenderebbe essere sempre adulata e corteggiata all’infinito e spesso sfrutta la buona fede dei più fessi.
Tutto quello che dico può essere vero o non vero e pur non facendo di tutta un’erba un fascio, per me è così.
Non voglio prolungarmi oltre, perché di queste storie e strapiena la rete, però mi domando che senso ha tutto questo?
Se prima non credevo nell’amore, ora sono svuotato di ogni sentimento possibile. Poi, si sa, quando meno te lo aspetti, arriva quella che ti rincoglionisce. Credo, a ogni buon conto, che sarà difficile fidarsi ancora.
Il lato positivo della mia vicenda è che non ero sposato e che non ho figli. E dopo aver constatato per l’ennesima volta la volubilità delle donne, lungi da me nell’intrappolarmi nel vincolo del matrimonio, onde evitare amarissime conseguenze.

Francesco Favia


9 gennaio 2012


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